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La meditazione lirica di Cesarina Vegni

Pubblicata da LietoColle la silloge "Note di passaggio"

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Note di passaggio di Cesarina Vegni (LietoColle, 2016) scrive Maurizio Cucchi nell’introduzione  “ è un’opera prima, di un’autrice non propriamente giovane, ma che ha trovato, gradualmente, una sua via di meditazione lirica nello stile, che le ha consentito di pervenire a un esito, questo, di pacata saggezza poetica. Sono diversi i temi e diverse le soluzioni stilistiche di questo libro. Cesarina Vegni, infatti, compie in questi testi una ricerca del sé più autentico, una ricerca condotta con discrezione, per un bisogno di onesta ricomposizione estetica di un quadro di vita dalle varie sfaccettature e sfumature. Si muove essenzialmente alla scoperta di un fondo di verità nel reale, oltre la scorza della routine, ed è una scoperta che le suggerisce il bisogno, poi, di testimoniarne di dar forma alle impressioni che l’hanno attraversata. Il suo pensiero le riporta a galla svariati personaggi, che affiorano dalla memoria, personaggi legati a vicende della quotidianità o degli affetti, ma tra questi personaggi figurano, in fondo, anche i poeti delle sue letture, i maestri della sua officina, gli autori esemplari dai quali, a volte ha preso dichiaratamente spunto, come Sereni, Raboni, Majorino, Krumm, essendo ben consapevole, Cesarina Vegni, che la poesia può nascere da altra poesia e che senza il paziente lavoro di laboratorio è impossibile pervenire a soluzioni non effimere. Troviamo in queste Note di passaggio la città di Milano e i suoi mutamenti nel tempo, ma anche altri paesaggi, acquatici o di montagna, legati al ricordo, che si fa sempre più insinuante e insieme amico.”

Le parole di Cucchi trovano riscontro in poesie come queste:

Ha corso in una notte di bagliori e rincorso/ tram fra scintille di ferro. Non riusciva/ a fermare la sua corsa, un continuo rimbombo/ di suoni fino a quella piazza di zampilli,/come pioggia e pioggia sui passanti./ Lì si è seduta, modesta, /a cercare quieta la testa/ accoccolata fra le mani, se stessa.” (Ama

Anche la nota critica di Bonifacio Vincenzi si ricollega a questo tentativo di Cesarina Vegni di farsi aiutare dalla poesia per la ricerca dell’intima realtà del Sé.

“Più si leggono le poesie di Cesarina Vegni – scrive Vincenzi - più ci si rende conto come sia alto il suo grado di consapevolezza. Sicuramente merito di un sentire che per avere questa sensibilità per forza di cose ha dovuto pagare il suo prezzo con la sofferenza. Più alto è il grado di consapevolezza e più costante e significativo diventa il rapporto con la propria sofferenza.

D’altronde chi decide di ricercare il Sé più autentico subisce inesorabilmente una lacerazione. Il semplice “io sono” indifferenziato diventando “io sono me stesso” e cioè  persona specifica nettamente differenziata mette in modo inesorabilmente il meccanismo della dualità.”

Un libro di poesie, questo della Vegni, interessante, profondo che sicuramente merita l’attenzione dei lettori.

 

LietoColle

http://www.lietocolle.com/shop/collane-i-giardini-della-minerva/vegni-cesarina-note-di-passaggio/

 

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