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CENTRO STUDI, TANZJ AMMONISCE: "PER LA CULTURA SI FA TROPPO POCO"

Lettera del presidente del sodalizio altomolisano alla classe politica

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AGNONE - Gentile Signor Sindaco (Caro Sindaco), sentiamo forte il dovere, all’inizio del suo nuovo mandato, di ribadire ancora una volta i nostri appelli per lo sviluppo culturale (e quindi turistico-economico) di Agnone, già pronunciati in più occasioni, dalle presentazioni delle nostre ultime Stagioni Culturali, al Convegno sulle “Realtà produttive e ruolo delle banche locali nell’economia agnonese di primo Novecento” del 5 aprile 2008, fino alla Tavola Rotonda del 15 maggio e al conseguente dibattito sull’Eco dell’Alto Molise, al quale hanno partecipato alcune qualificate personalità della nostra cittadina. Appelli che sono poi stati pienamente condivisi da lei stesso, dall’Assessore Regionale Marinelli, dal Rettore Cannata e dai relatori intervenuti nel corso del recente convegno sul Ventennale della nostra associazione. Alcuni dei punti fondamentali erano i seguenti: 1) Assunzione da parte degli amministratori (e dei politici in genere) del compito fondamentale di dare le linee generali per il futuro sviluppo ed attrarre i finanziamenti necessari ad alcune “grandi idee” che potrebbero trasformare positivamente la nostra realtà; 2) Delega ai “tecnici” (individui o associazioni che siano) a realizzare tali idee, mettendo così a frutto le loro capacità professionali, senza alcun secondo fine (meno che mai politico o clientelare); 3) Fornire loro gli strumenti economici indispensabili per lavorare con efficienza al raggiungimento degli obiettivi preposti; 4) Riflettere sul fatto che una buona amministrazione (di qualunque genere si tratti) raggiunge i propri fini se è capace di delegare opportunamente i propri collaboratori ad un lavoro di équipe basato sulle conoscenze e sull’efficienza dei singoli, e non su di un’auto-referenzialità che potrebbe risultare miope e sostanzialmente anacronistica. In poche parole: ad ognuno i propri compiti secondo i propri meriti per un successo di gruppo (in questo caso: Agnone). Le chiediamo ora di passare dalle parole ai fatti, inaugurando una nuova stagione di concordia – termine usato cent’anni fa da Luigi Gamberale e da noi citato più volte, e che lei stesso ha voluto riprendere nel suo discorso di insediamento – per utilizzare, per il bene della comunità intera, le migliori energie e risorse intellettuali della città, senza distinzioni di parte, ma con il solo e primario intento di realizzare quello sviluppo socio-economico di Agnone che ormai da troppo tempo si è atteso invano. Come lei ben sa la nostra è un’associazione libera e indipendente che da vent’anni lavora per il risveglio culturale di una città che proprio dalla cultura (dai propri intellettuali, dalle proprie scuole, dalle proprie arti minori) ha ricevuto nei secoli apprezzamenti da ogni dove che ne hanno segnato la storia. Perché continuare a rifiutare (come purtroppo è stato fatto da troppi anni a questa parte) questa enorme risorsa, che più di ogni altra potrebbe consentire – in una visione lungimirante – un conseguente e da tutti auspicato rilancio economico? Perché continuare a pensare che le attività e i beni culturali siano solo un passatempo per pochi che nulla hanno a che fare con l’economia e con lo sviluppo? Noi insistiamo a credere che sia il contrario e che il modello da seguire sia quello delle tante cittadine dell’Italia centrale che negli anni hanno concretizzato il proprio benessere attraverso un consapevole ed efficiente turismo artistico-culturale. Smettiamola dunque di navigare a vista e concentriamoci tutti su di una sola strada, che tenga conto delle nostre peculiarità (artigianato, cultura, tradizioni, ambiente, agro-alimentare) da ribadire con forza agli enti superiori (vedi Regione) e che rappresentano la nostra vera forza. E ribaltiamo una volta per tutte quella mentalità rinunciataria e decadente che purtroppo ha trasformato l’industriosità della “cittadina più desta ed arguta del Molise” in un avamposto delle peggiori abitudini parassite e clientelari tipiche del nostro sempre più martoriato Mezzogiorno. Bisognerebbe credere in un progetto ad ampio respiro, e finanziarlo adeguatamente e senza paura – ci permetta – di scontentare questo o quello. Ciò che conta è l’obiettivo finale, e, se non riesce, resti almeno la coscienza di aver fatto tutto il possibile! Siamo convinti che questo appello è condiviso anche dalle altre associazioni di settore, che continuano, nonostante le enormi difficoltà che sono costrette ad affrontare, a rappresentare la parte più viva e attiva della cittadinanza. Le chiediamo dunque gentilmente di leggere con attenzione queste nostre parole e di risponderci per iscritto e pubblicamente, in nome di quella concordia che tutti ci auspichiamo.
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