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Trivento che vorrei Tullio Farina: Libro dei sogni e dei desideri, il piano triennale opere pubbliche

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Dichiarazione di voto sul piano triennale ( 2018-2020) ed annuale delle opere pubbliche

Nel leggere il piano triennale delle opere pubbliche 2018/2020 si ha l’impressione di trovarsi di fronte al libro dei sogni e dei desideri poiché molte opere non saranno  realizzabili per la mancanza di fondi certi

 A conferma di ciò il piano contiene tante opere già previste fin dal 2014 ma mai realizzate e riportate sempre negli anni successivi quale, come esempio classico, il lavoro di 1.000.000,00 di euro per la realizzazione della strada interpoderale fondovalle Rivo e di tante altre opere rimaste  pie intenzioni.

Non si può restare poi meravigliati sulle somme previste   per l’edilizia scolastica che arrivano a quasi due milioni di euro  per  la  sola  scuola media ( 983.600,00 + 813.501,00) tra ampliamento di essa e lavori di adeguamento sismico su un edificio prefabbricato del 1970 che presenterà sempre criticità strutturali con il passare degli anni. Con l’altra spesa di 421.500,00 euro  prevista  per l’ampliamento della scuola dell’infanzia ben si potrebbe ipotizzare un polo scolastico più efficiente e razionale con grande risparmio economico per la sua gestione Troppe somme( quasi 4 milioni di euro)sono state spese dal 2002 ad oggi sulle scuole di Trivento senza la risoluzione definitiva del problema dell’edilizia scolastica E a proposito di tale problema non si può tacere l’abbandono in cui versano le due strutture scolastiche ormai in stato comatoso quali l’edificio di Penna e soprattutto  di Codacchio  che andrebbero ristrutturati, rese funzionali, modificati nella loro destinazione ed adibiti a strutture turistiche e ricettive.  Ma per fare ciò occorre lungimiranza politica che l’attuale amministrazione non ha. Ed infatti con la costruzione di un polo scolastico si renderebbe libero e disponibile l’edificio delle scuole elementari che ben potrebbe ospitare tutti gli uffici comunali con l’abbandono della rachitica e dispendiosa soluzione di mantenere gli uffici comunali nella sede di via torretta impossibilita strutturalmente a contenere tutti gli uffici. Mai un privato avrebbe speso oltre 600.000,00 euro per ristrutturare un edificio non completamente funzionale alle esigenze richieste. Ma si sa che ormai le finanze pubbliche si sono trasformate in sommo  Ente di beneficenza.  Ritorna sempre a galla la vecchia logica: non si spendono i soldi per fare le opere, ma si fanno le opere per spendere i soldi. Può sembrare la stessa cosa ma non lo è.

Perplessità si nutrono anche per la costruzione delle reti fognarie  in  un  agro  caratterizzato  da  una forte polverizzazione delle abitazioni che rende impossibile il servizio capillare e ad ognuno di essa Tali interventi si potrebbero realizzare solo se nello strumento urbanistico si individuano le direttrici di sviluppo e di costruzione abitativa nelle varie contrade  lungo le quali poi erogare i servizi. Allo stato attuale costruire fogne nell’agro significa dare servizi solo ad un piccolo numero di abitazioni con il conseguente scontento della maggior parte dell’utenza esclusa. Senza parlare poi delle spese di gestione dei depuratori a servizio delle fogne i cui costi di gestione sono elevatissimi  

Normalmente in un piano triennale ed annuale delle opere pubbliche a fianco di ogni opera dovrebbe essere specificato non solo  impegno  finanziario,   ma anche il relativo decreto  di concessione dei fondi e dell’Ente finanziatore. Non ci sembra che il piano sottoposto al vaglio e all’approvazione del consiglio comunale contenga tali notizie

 

Alla luce di quanto fatto osservare non possiamo   che  dichiarare  una pietosa e benevole astensione. Non vogliamo essere complici di una politica di sviluppo sbagliata per il futuro di Trivento. La costruzione delle scuole rurali  docet.

 

Tullio Farina capogruppo di  “ Trivento che vorrei”

 

 

 

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