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Corecom Molise, i revisori dei conti dell'ordine del giornalisti: categoria mortificata

Al coro dei no si unisce anche il movimento Laboratorio progressista rappresentato da Nicola Lanza

Redazione
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Il Collegio dei Revisori dei Conti dell'Ordine dei Giornalisti del Molise, l'organo di controllo di regolarità amministrativo-contabile, composto dal presidente Giuseppe Formato e dal componente Andrea Nasillo, entrambi in quota giornalisti professionisti, e da Antonio Lanza, rappresentante dei giornalisti pubblicisti, si unisce al coro della categoria sulla inopportunità di non prevedere all'interno del Corecom un appartenente alla categoria dei giornalisti. Nulla di irregolare si badi bene, bensì per il Collegio si è trattato di un atto di inopportunità politica. La legge istitutiva del Corecom, infatti, ribadisce il ruolo di indipendenza dalla politica di quello che è un organo terzo e di garanzia.

Il Collegio dei Revisori dell'Ordine dei Giornalisti del Molise si schiera dalla parte più estremista. Si sarebbe dovuto provvedere alla nomina, non di un semplice esperto in materia di comunicazione, bensì di un giornalista, il quale avrebbe dovuto rappresentare la categoria all'interno del Corecom.

Per le funzioni demandate al Corecom, infatti, ben vengano gli avvocati tra i componenti, ma tra quest'ultimi, per la comprovata esperienza nel settore della comunicazionecui si chiede per l'incarico, a nostro avviso, la presenza di un giornalista sarebbe stata una garanzia anche per tutti gli operatori della comunicazione sul territorio regionale.

Il Comitato Regionale per le Comunicazioni, infatti, è un organo che svolge compiti di consulenza, garanzia e vigilanza nel settore delle telecomunicazioni. Chi meglio di un giornalista può rappresentare le problematiche del settore, vivendole quotidianamente anche sulla propria pelle, dando il proprio contributo a garanzia di un settore difficile e da troppo tempo in crisi?

A uscirne con le ossa rotta da questo ennesimo schiaffo in pieno volto alla categoria non è il singolo, ma è l'intera categoria dei giornalisti. Una professione che, troppo spesso, viene bistrattata dalla classe politica e che anche questa volta ha subito l'ennesimo torto.

Sull'argomento interviene anche il Movimento Laboratorio Progressista che nel condividere le rivendicazioni espresse,esprime solidarietà al Responsabile sindacale dell’Ordine dei giornalisti Giuseppe Di Pietro, al Consigliere Nazionale dell’Ordine Santimone e alla Presidente regionale dell’ordine Pina Petta si chiede :la “politica”, quando si tratta di nomine, guarda alle proprie necessità o a  quelle delle categorie interessate?

 La “politica” non arretrerà di un passo,  restano preminenti gli interessi “politici partitici” e non quelli della collettività, il Movimento Laboratorio Progressista, a tal riguardo, pone una riflessione su una scelta in particolare, quella riguardante il nome del Presidente designato al Corecom, il Dott. Fabio Talucci, in riferimento alla  Legge regionale del 26 agosto 2002 n. 18, riguardante l’istituzione, organizzazione e il funzionamento del Corecom, l’art. 3,prevede:

“Il Comitato regionale per le comunicazioni è composto di cinque membri, tutti scelti tra persone che diano garanzia di assoluta indipendenza sia dal sistema politico-istituzionale che dal sistema degli interessi di settore delle comunicazioni e che possiedano competenza ed esperienza nel medesimo settore nei suoi aspetti culturali, giuridici, economici e tecnologici.”

Dunque, bisogna chiedersi  con tale nomine,effettuate dal Presidente del Consiglio regionale della Regione Micone, l’indipendenza dal sistema politico-istituzionale è stata rispettata?

Dagli articoli di stampa in merito alle nomine effettuate , si prende atto che  che  Fabio Talucci è stato Assessore UDC al bilancio della Giunta provinciale di Campobasso dopo le elezioni del 2011 vinte da Rosario De Matteis, stesso partito dell’attuale Presidente del Consiglio regionale, che ha provveduto a designarlo e  che, peraltro, come Fabio Talucci, faceva parte della Giunta Provinciale di Campobasso ai tempi di De Matteis.

Non è il caso,di proporre eventuale ricorso giurisdizionale direttamente al Tar Molise, se ci sono le premesse? O si aspetta che autonomamente la classe politica ci ripensi? La seconda ipotesi è improbabile,resta l’eventualità di ricorso.

 

 
 
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