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Estrazione gas dal lago di Bomba, la Provincia: Ecco perché diciamo no

La spiegazione del consigliere delegato Franco Moroni

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BOMBA (CH) - Continua il botta e risposta tra la ditta Forest Oil, che intende realizzare un impianto per l'estrazione del gas sul lago di Bomba, e l'amministrazione provinciale di Chieti. Interviene nel dibattito il consigliere delegato Franco Moroni. «La Provincia di Chieti e i comuni interessati, dicono di no in primo luogo perché penso che la politica deve essere interprete autorevole delle esigenze e delle aspettative di tutta la comunità della valle del sangro che non vuole questo insediamento ed in secondo luogo poiché il nò della Provincia di Chieti è il risultato ottenuto da una scelta responsabile, affrontando la tematica con serietà ed equilibrio in modo istituzionale senza estremismi e dopo aver verificato la congruità in termini progettuali, ambientali e di salute pubblica. UN NO perché a pag. 94 del progetto della Forest Oil si afferma che “….durante la fase di produzione verranno impiegate 12 persone a tempo pieno…..”. Quindi una occupazione minima senza pensare affatto alle conseguenze economiche negative che il suo impianto inevitabilmente avrà con le attività svolte nel territorio di Bomba e dei comuni vicini. Dodici nuovi assunti per un periodo medio (11 anni) ma comunque determinato sono ben poca cosa ai redditi prodotti dalle 124 aziende agricole operanti nel solo comune di Bomba e le molte altre operanti nei comuni limitrofi: 179 a Tornareccio, 14 a Colledimezzo, 8 a Monteferrante, 346 a Roccascalegna, 454 a Gessopalena, 206 a Torricella Peligna, 56 a Villa Santa Maria, 9 a Civitaluparella, 6 a Quadri, dati presi dall’ISTAT nel censimento dell'agricoltura del 2000. Quindi dodici unità lavorative annue per 11 anni valgono quanto un impatto negativo che si ripercuoterà sui redditi di 1278 e oltre famiglie che vivono con l'agricoltura ?? per non entrare nel merito del turismo e dello sport locale. UN NO perché è impensabile realizzare una centrale di estrazione e trattamento a poche centinaia di metri dalla diga dell’invaso artificiale esistente. UN NO perché è illogico far passare 8 Km di condutture nel territorio di Bomba, Gessopalena e Roccascalegna tra siti di notevole interesse naturalistico. UN NO perché Il territorio interessato al progetto, ha già ampiamente contribuito ed ancora oggi contribuisce alla produzione di energia con la costruzione dell’invaso artificiale di Bomba e della centrale idroelettrica di Altino, impianto idroelettrico, fonte energetica rinnovabile e più pulita. UN NO perché l’intera zona, a causa della sua naturale instabilità idrogeologica e proprio in virtù della presenza dell’invaso, è sottoposta costantemente a gravi rischi per le numerose ed importanti frane attive. Come peraltro affermato da loro stessi nella rivista International Oil Letter, volume 23 del 20/08/2007 "…..Quella riserva di gas/condensato non e' stata sfruttata perché giace sotto il lago di Bomba e sussiste un rischio di smottamenti in quella zona montagnosa…..", o dalla Agip spa, precedente titolare del campo, nella relazione geomorfologica dell’area di Bomba del 06/10/1992 dove si accerta che “….viste la presenza di vaste aree franose in concomitanza con la presenza di un lago artificiale …. Non esistano le condizioni generali per la messa in coltivazione del giacimento Bomba». Il Consigliere Provinciale Delegato Franco Moroni
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