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Regione Molise, matrigna con la montagna, amorevole e condiscendente con la costa.

Ha ragione di esistere una regione di tal fatta?

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In questi giorni si incrociano due notizie che smascherano tutte le ingiustizie che, da quando è nata la regione, nel 1962, sono state perpetrate contro l’Area Interna dell’Alto Molise.

 

Prima notizia (Corriere della sera del 12 gennaio 2019)

Il Molise si oppone al cosiddetto raddoppio «in sede» della linea ferroviaria Termoli Lesina. Per i molisani il secondo binario non deve essere fatto in parallelo al primo (come accade in ogni parte del mondo, laddove sia possibile) perché il traffico più intenso deturperebbe il litorale. Eppure, come sa chi ha percorso almeno una volta la linea ferroviaria Adriatica, da Rimini a Brindisi il treno passa spesso a ridosso del mare, anche nei pressi delle rinomate località della riviera pesarese ed abruzzese. Il litorale da tutelare, per i molisani, è quello di Campomarino lido. Località turistica poco conosciuta, tanto poco da suscitare, nel 2012, la curiosità dell’allora amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato, Mauro Moretti, che si recò personalmente sul posto per capire il perché delle proteste degli ambientalisti molisani. Notando — queste le sue parole dell’epoca — « tra ferrovia e strada statale, 30 metri di monnezza». Da qui l’appello agli ambientalisti, affinché terminassero l’opposizione all’opera, anche perché «laddove c’è la ferrovia vicino al mare non sono arrivate le case fino in spiaggia. Facciamolo lì questo secondo binario, senza aspettare altre varianti». Come è finita?Il tratto molisano si farà (ma dopo i 14 chilometri pugliesi), in variante, così come sempre voluto dagli ambientalisti. L’analisi costi-benefici — oggi molto di moda per la Torino-Lione, ma che mai nessuno ha chiesto per questa piccola ma attesa opera — è presto fatta: ai benefici (presunti) di un litorale con un solo binario e non due, si contrappongono tempi più lunghi per la realizzazione del tratto molisano e costi più alti di circa 170 milioni, dai previsti 430 a poco meno di 600 milioni. Che, per una ventina di chilometri, significano quasi 10 milioni a chilometro in più a carico del Molise.

Seconda notizia (altomolise.net del 12 gennaio 2019)

Il Movimento Cinque Stelle rappresentato in Molise da Andrea Greco sostiene che il decreto 40 bis 109 del 2018, denominato decreto Genova, prevede la spesa di due milioni di euro per la riapertura del Ponte Sente che unisce Agnone in Molise a Castiglione M.M. in Abruzzo. Basterebbe solo sollecitare l’attuazione del decreto, senza attendere oltre. Stessa cosa ha sostenuto la deputata abruzzese del Movimento Cinque Stelle Carmela Grippa.  â€œIl tempo di attaccare e screditare il lavoro degli altri è terminato, ora non ci sono più scuse, la provincia e la Regione Molise iniziassero ad adoperarsi per mettere in sicurezza il viadotto Sente invece di fare chiacchiere e lanciare attacchi infondati. Il consigliere provinciale delegato alla viabilità Mike Matticoli ha replicato a Greco e Grippa con queste parole: ….. i 2.000.000 per essere spesi nel triennio 2019/2021, dovevano essere iscritti nella legge finanziaria 2019 sotto la voce investimenti, ma così non è. Quindi di fatto quei fondi indicati nel decreto Genova di fatto come se non esistessero più, inoltre la provincia come ente attuatore e prioritario dell’opera non ha mai ricevuto comunicazioni formali di concessione del finanziamento. Lo sappiamo dalla conferenza stampa sul ponte e basta.

Tirando le sommenel caso della prima notizia, notiamo la presenza di una Regione amorevole, benevola, condiscendente che spende e spande, senza una ragione logica accettabile, 10 milioni di euro, oltre il dovuto, a favore della costa e della sua ambizione di salvarne il decoro (?) ambientale; nel caso della seconda notizia, assistiamo a uno spettacolo indecoroso di politici molisani che si rimbeccano l’incapacità di saper leggere un  decreto (a che punto siamo arrivati), senza che la Regione intervenga per salvaguardare il territorio dell’Alto Molise da una situazione di disagio creata dalla chiusura del ponte Sente che mette a rischio non solo l’ambiente, ma soprattutto la vita stessa dei suoi residenti. 

Ha ragione di esistere una regione di tal fatta?

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