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SAN FRANCESCO CARACCIOLO, INTERRUZIONE DI PUBBLICO SERVIZIO

Don Francesco Martino, responsabile della pastorale sanitaria della diocesi: "Siamo alla frutta". Chiamata in causa la magistratura

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AGNONE. “In radiologia ci sono le macchine fuori uso da qualche giorno” è questo l’incipit della denuncia a mezzo stampa fatta da don Francesco Martino, responsabile della pastorale sanitaria della diocesi di Trivento nonché cappellano dell'ospedale 'San Francesco Caracciolo'. 

Il parroco, infatti, stufo della situazione ha deciso di sfogarsi con noi di altomolise.net chiarendo una volta per tutte lo stato del nosocomio. Ed è così che in un lungo monologo, per così dire, descrive lo stato disastroso in cui versa la sanità dell’alto Molise.

“La macchina per stampare le lastre è fuori uso da circa quattro giorni e nessuno fa niente; né la magistratura (presso la quale è già stato aperto un esposto), né gli organi competenti. Ciò ovviamente non consente prestazioni né agli esterni tantomeno la stampa di lastre per casi interni alla struttura. Mi risulta, inoltre, che il primo di aprile scadrà anche la convenzione con Molise Emergenza dunque ciò vorrà dire che vi saranno più né portantini tantomeno il punto di primo soccorso. Intanto non è stata neanche rinnovata la convenzione con il pediatra senza contare, tanto per migliorare la situazione, che il presidio agnonese non ha più un direttore sanitario così come un distretto e, allo stesso modo, manca un direttore amministrativo. Per rendere la situazione ancor più pittoresca, possiamo aggiungere che a giugno scadrà anche l’assicurazione per le macchine del laboratorio analisi. Questa - accusa il parroco da sempre impegnato nella lotta per la salvaguardia del nosocomio - si chiama 'interruzione di pubblico servizio’ ed è un reato penale. Allo stato attuale la situazione è disastrosa. Non possiamo aspettare che la politica con calma risolva i suoi problemi! Abbiamo bisogno di risposte immediate. Qui o si riporta tutto alla normalità o bisogna chiudere!”

Sono queste le parole con il quale don Francesco ha tenuto a precisare la situazione. Possiamo dire che l’ultima frase racchiude in pochi caratteri una  faccenda che ormai da anni fa parte della cronaca locale e che sta quasi violando, secondo quanto apprendiamo, i limiti della legalità.
Ovviamente altomolise.net auspica che presto il San Francesco Caracciolo possa essere rianimato poiché altrimenti per l’Alto Molise si rischierebbe di dover dichiarare il decesso.

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