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"Urbano prendi i miei giovani"

Intervista a Mario Fusaro, allenatore degli allievi dell'Agnonese con i quali ha vinto la coppa Molise

redazione
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Non solo prima squadra. Agnone è anche e soprattutto settore giovanile. Lucio Boris Di Lollo, Marco Pannunzio, Mattia Pellegrino, Antonio Patriarca, Mirko Esposito (senza parlare di Pippo Litterio e Paolo Scampamorte), ragazzi arrivati in serie D grazie agli insegnamenti maturati nella scuola calcio granata che continua a mietere successi. L’ultimo risale a qualche settimana fa, quando gli allievi guidati da Mario Fusaro hanno conquistato la coppa Molise battendo in finale il Venafro. Scovare talenti e strapparli dall’insidia della strada è diventata la parola d’ordine imposta dal responsabile del settore giovanile, Fernando Sica. Retorica? Visti i risultati raggiunti sembrerebbe proprio di no. “Lavorare con i ragazzi non è facile – commenta Mario Fusaro, da tre anni allenatore degli allievi  – serve passione, sacrificio e in qualche caso saperli accontentare, se sai miscelare questi tre elementi riesci a superare qualsiasi difficoltà anche quelle tecniche”. Fondamentale fare leva sul gruppo. “Nella mia squadra non esistono prime donne, ci mancherebbe  – sottolinea Fusaro – sono tutti uguali e guai a privilegiare qualcuno. Gioca chi sta meglio e chi durante la settima ha dimostrato il massimo impegno”. Allenamenti e comunicazioni di servizio vengono segnalati sul gruppo facebook appositamente creato per la squadra allievi. Scopo:  risparmiare soldi in telefonate che spesso vengono rinvestiti in una pizza serale seguendo la filosofia che più si sta insieme più si forgia la rosa. Così in tre anni gli allievi di Fusaro hanno conquistato un secondo posto alle spalle delle Acli Campobasso e un’ammissione ai play-off. “C’è molto da lavorare, ma lo spirito non ci manca – riprende il tecnico – il materiale umano esiste anche perché riusciamo a ‘pescare’ dai centri limitrofi che ormai vedono la scuola calcio agnonese come un modello da provare”. Puntare sui giovani per risparmiare in un campionato dispendioso come la serie D  è il credo che vige nell’ambito giovanile. “Se un piccolo club come l’Agnonese non avesse sposato una politica del genere – rimarca Fusaro – oggi probabilmente non sarebbe al suo sesto anno consecutivo in un campionato semiprofessionistico”. A riguardo Fusaro lancia messaggi a Corrado Urbano. “Se fossi in lui alla partenza del ritiro convocherei i centrocampisti Mirco Catalano, Giovanni Delli Quadri, Antonio Raucci, il difensore Antonio Marcovecchio e l’attaccante Alessandro De Julis, ragazzi del ’95 che potrebbero entrare nell’orbita della prima squadra se curati attentamente”. Infine una nota di disappunto per ciò che concerne l’impiantistica locale, Fusaro sente di farla. “Visto il movimento creatosi ad Agnone servirebbe un impianto alternativo oppure potenziale l’esistente, magari ristrutturando il vecchio spogliatoio e rendendo l’impianto di illuminazione più efficace da permettere anche allenamenti in notturna”. Dulcis in fundo un auspicio. “Per creare campioncini servono tecnici preparati che non lasciano nulla al caso. Investire oggi su gente che conosce a fondo il mondo del pallone, a lungo andare, porterà notevoli vantaggi soprattutto in fatto di spese”. Più chiaro di così… 

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