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Agnone: Solenne Settenario in preparazione alla festa di Maria S.ma Addolorata, presso chiesa di Sant'Antonio Abate

Redazione
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Questa sera alle ore 18.30 nella chiesa parrocchiale di Sant Antonio Abate, con la messa vespertina della XXIII dom. del Tempo Ordinario si darà inizio al solenne settenario in preparazione alla festa di Maria S.ma Addolorata, ricordando i sette dolori che le trafissero il cuore addossandosi i peccati dell intera umanità per deporli sotto la core del Figlio che ce la affida come Madre http://‎Riccardo Longo‎ a Agnone tradizioni religiose e culturali

 

Maria SS. Addolorata

Terza domenica di settembre di Domenico Meo

 

La festa della Beata Vergine Maria Addolorata viene celebrata nella chiesa di Sant’Antonio Abate. Attualmente la ricorrenza dura due giorni,  mentre fino a circa quaranta anni fa, per unire due feste della parrocchia, il lunedì si festeggiava San Vincenzo Ferreri, la cui ricorrenza cade però il 5 aprile.

L’altare privilegiato della Madonna Addolorata, in legno artistico con colonne tortili e di stile barocco, fu iniziato nel 1705 da Giuseppe Petti. Ai lati di esso, vi sono un angelo con quattro spade e un angelo con tre spade, mentre sulla mantovana  in alto è raffigurato Gesù che sopporta il peso della croce.

“Nella chiesa di Sant’Antonio, fino a poco dopo la seconda guerra mondiale, operava la Confraternita di Maria SS Addolorata, aggregata all’Arciconfraternita dell’Immacolato Cuore di Maria in Parigi e fondata nel 1691 dal Parroco don Nicola Antinucci, con decreto del Vescovo Mons. Antonio Tortrelli. Nuovamente aggregata nel 1868 dal Parroco don Tommaso Cremonese, con decreto del Vescovo Mons. Luigi Agazio. Ricostituita nel 1903 dal Parroco don Ciro Galasso, con decreto del Vescovo Mons. Carlo Pietropaoli”.[1]

L’eco del Sannio nel 1904 evidenziava con ardore che «nelle ore pomeridiane del Giovedi Santo, fu possibile ammirare l’indimenticabile corteo dei Confratelli della ricostituita Confraternita dell’Addolorata. Sfilavano in 120, e mentre i primi stavano ai Cappuccini, gli ultimi si trovavano a Sant’Emidio”. La Cappella che amministravano al cimitero fino agli inizi del 1900, era denominata “I Sette Dolori della Beata Vergine Maria».[2]

La statua della Madonna Addolorata, scolpita dal Colombo, risale al 1695. La vergine reca un ampio mantello e una veste, ornata e ricamata con disegni e fili di oro (i ricami sono stati riportati su stoffa nuova nel 1995); con una mano regge lo scapolare su cui sono impressi i simboli della passione e con l’altra il fazzoletto. Durante il tempo della venerazione, alla Madre sofferente viene appuntato in petto un cuore in filigrana di argento con sette spade infilate, a simboleggiare l’itinerario della Madre di Dio nella progressiva rivelazione che le vien fatta della morte del Figlio e inizia con la profezia del vecchio Simeone il quale durante la presentazione al tempio le dice: “E anche a te una spada trafiggerà l’anima”.

Sotto l’altare vi è un’artistica nicchia che ospita il Cristo morto, ben arricchita di quattro teste di angeli e di un finestrino; quest’ultimo, attraversato dai raggi solari, crea un magnifico effetto, quasi a simboleggiare morte e rinascita.

Altra pregevole statua della Vergine Addolorata si trova nella chiesa di Sant’Emidio, collocata al secondo altare della navata di destra. L’altare è  a gesso dorato e racchiude copia del Gesù Morto e l’Addolorata. «Gesù morto è opera del grande scultore del Gruppo la Pietà, Giovanni Duprè, e l’Addolorata è opera della sua figliuola Amalia. La Madonna è del 1878, mentre il Cristo fu completato nel 1881. Giovanni Duprè morì il 10 gennaio 1882».[3]

Come già ricordato, il giorno dopo la festività in onore della Vergine Addolorata, nella chiesa di Sant’Antonio si festeggiava San Vincenzo Ferreri. La processione di solito attraversava il corso principale e tutta la parte nuova di Agnone. Anche la statua di San Vincenzo fu scolpita dal Colombo nel ‘700 e restaurata da Davide Angiolini nel 1891. San Vincenzo è rappresentato con la tromba d’argento e il libro sacro che sostiene con la mano sinistra, dove è scritto: Temete Deum et date illi honorem quia venit hora judicii eius (Temete Dio e dategli onore, perché è giunta l’ora del suo giudizio). I due simboli sono testimonianza di predicazione e di evangelizzazione.

Le celebrazioni religiose dedicate alla Madonna Addolorata sono precedute da un solenne settenario,  e le manifestazioni civili iniziano il sabato sera con uno spettacolo musicale.

Il giorno della festa si susseguono le Sante Messe, frequentate con particolare devozione dai contadini, questo perchè buona parte degli agricoltori delle borgate del centro nord di Agnone, appartengono alla parrocchia di Sant’antonio. Solenne è la processione serale, che fa il giro di tutto il paese. Al rientro dalla porta di Sant’Antonio si possono ammirare i magnifici fuochi pirotecnici. La festa si chiude con uno show musicale che si protrae fino a mezzanotte.

Un tempo, più di oggi, si riaprivano tutte le case dei contadini. La festa veniva vissuta con interesse per tre giorni. Quando si avvicinava la ricorrenza si diceva: Ema métte a molle le cuteche(dobbiamo mettere a mollo le cotiche). Da L’Eco del Sannio del 1894 apprendiamo che  veniva chiamata popolarmente: La fešta de ru bréude (la festa del brodo), forse dall’abitudine di aggiungere brodo, invitando a pranzo parenti e amici.[4] Da queste informazioni, possiamo dedurre che il brodo con le cotiche, rappresentava il pranzo rituale del giorno dedicato alla Vergine Addolorata. Altra tradizione scomparsa era quella delle coppie di sposi convolate a nozze durante l’anno, che, vestite di nero, chiudevano il corteo processionale.

 

 

 

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