Se sei nato, cresciuto, vissuto in un luogo dai per scontato di sapere tutto di quel luogo e di conoscere tutto di tutti. Ma spesso l’ identificazione in quei luoghi e territori è una idea statica, passa come una cosa data, scontata, immutabile e sembra quasi una definizione logora e innocua che ci riporta al passato, che si relaziona poco con il presente e nulla con il futuro
Ma identificarsi in un luogo, in un territorio cambia completamente prospettiva se ci ricordiamo le parole del compositore e direttore d’orchestra, Gustav Mahler quando scriveva " La Tradizione è custodire il fuoco, non adorare la cenere". L''identità territoriale va ricostruita, salvaguardata e valorizzata e deve passare attraverso il senso di appartenenza.
Domenico Meo è un uomo nel quale le belle parole di Mahler diventano realtà E' lui stesso fuoco che scalda e che sprigiona energia .Nato a Castel Guidone da famiglia contadina ma cresciuto ad Agnone dove vive con la sua bella famiglia. In lui il senso di appartenenza a queste nostre magnifiche ma ingiustamente trascurate terre è agito attraverso il dinamismo della sua poesia dialettale, lo studio linguistico fonetico del dialetto, la ricostruzione analitica, storica delle nostre tradizioni, poesie, canti, balli, proverbi , modi di dire.
Quando si interagisce con Domenico Meo trasmette con estrema generosità, un patrimonio culturale che si dà superficialmente per scontato e demode', ma scontato non è perché la storia del nostro mondo raccontata da lui assume valenza storica, umana, dinamica.
I suoi solitari e faticosi studi del nostro passato oramai sono a livelli di ricerca scientifica. Sta lavorando, congiuntamente con il Laboratorio di Linguistica della Scuola Normale di Pisa e l' Università di Zurigo a uno studio tanto ambizioso quanto rivoluzionario dal titolo “Correlati psicofisiologici del linguaggio: il dialetto agnonese”, il cui obiettivo è quello di stabilire il rapporto tra correlati elettrofisiologici della comprensione di parole e frasi della parlata agnonese. Il ruolo di Domenico Meo dentro questo studio nasce da una lunga collaborazione con il Prof Michele Loporcaro, luminare di Linguistica dei dialetti meridionali dell'Università di Zurigo che venne ad Agnone nel 2006 per uno studio sul dialetto agnonese per poi ritornare nel 2016 e gettare le basi di questo interessante studio.
Domenico Meo cominciò la sua lunga carriera di studioso delle tradizioni locali, riti, usi locali, poeta, quasi per gioco e giovanissimo: poesie, radio locale “Ru canzunier@ d'Agneun@” che si rivolgeva ad un pubblico inedito, i contadini delle campagne agnonesi e successivamente studi sempre più approfonditi , fino ad arrivare al” Vocabolario del dialetto di Agnone” patrocinato anche dal Comune di Agnone, ricco di lemmi recuperati dall'autore attraverso numerose interviste e registra anche le distinzioni fonologiche tra le varie frazioni e aree del circondario agnonese. Al prezioso vocabolario è annesso un cd rom con esiti sonori eccellenti registrati dall'autore stesso. La sua lunga e inestimabile produzione letteraria e gli innumerevoli premi ottenuti sono contenuti nella lunga biografia allegata.. Domenico Meo ha avuto la capacità di tradurre una ricca tradizione orale frammentata, quasi in via di estinzione, in studio approfondito, tramandabile, fuoco dal quale attingere nuova energia per il futuro di Agnone e a cui la comunità agnonese deve onore e gratitudine. Ci ha resi tutti più ricchi.
Biografia Di Domenico Meo:
Nasce a Castelguidone (CH) il 27 settembre del 1961 e abita ad Agnone dall’età di due anni. Consegue il diploma di perito tecnico industrial nel 1980 e dall’anno successivo lavora in ospedale. Con trasporto e passione, da oltre trent’anni, si interessa di dialetto e tradizioni popolari. Negli anni Ottanta, con Antonino Patriarca, conduce su” Radio Agnone Uno” il programma di folklore Ru canzuniér@ d’Agnéun@. Si cimenta con il teatro in vernacolo proposto dalla compagnia teatrale le 4C. Nel 1987, con amici, fonda il Gruppo Folklorico “Rintocco Molisano”. L’8 dicembre 1996, in collaborazione con la conduttrice di Radio Vaticana Franca Salerno, commenta la Ndocciata in Piazza San Pietro. È ospite di varie trasmissioni televisive locali e nazionali. Ottiene riconoscimenti e premi di poesia dialettali. In Abruzzo, Calabria, Molise, Sicilia e Toscana e alcuni suoi versi fanno parte della Letteratura Dialettale Molisana (vol. II,1995) e delle antologie poetiche Dialetti d’Italia (voll. II e III).Il dialetto agnonese compare nei libri di poesieSendemiénde de Pe tutte ci steà. . . améure, e chéure1984 , 1986, nonché nel suo Vocabolario del dialetto di Agnone, 2003. Altri lavori che disaminano usanze e culti ancestrali del mondo popLe ndòcce di Agnone. I fuochi della Vigilia di Natale, 1996; Le feste di Agnone, 2001; Riti e feste del fuoco popolare sono: Falò e torce cerimoniali in Molise, 2008 e poi la cura del volume. Tradizioni popolari di Agnone, Lucia Amicarelli e Folklore di Agnone, Michele Di Ciero, 2013.