Scultura come gesto della mano che accarezza le forme equivalenti della terra.
In questa delicata azione si manifesta tutta l’opera dello scultore molisano Ettore Marinelli, artista legato al bronzo fin dalla nascita. L’artista fa uso della cera che poi viene annientata dal getto bollente del bronzo. Marinelli crea un’interazione profonda tra uomo e materia, che nella sua poetica diventano una cosa sola.Le vene d’acqua che sgorgano dal terreno scorrono in rivoli che confluiscono, come i rami nel tronco, come le dita nel palmo di una mano, come il bronzo nella matrice di un albero.Il rapporto è assolutamente paritario, non esiste forza che vince sull’altra: noi siamo aria, acqua, terra così come cera e bronzo sono corpo, pelle, superficie. Da questo azzeramento di gerarchie nasce la sua scultura. Respirare è scultura, gesto semplice e assoluto: linguaggio che coinvolge la vista, l’udito, il tatto e occupa lo spazio. Prendere in mano un pezzo di metallo, toccare il tronco di un albero, tutto nella scultura è gesto primitivo, forza lenta e fluida che agisce e si cancella nel tempo; tempo scandito dagli anelli della vita di un albero che è legno scolpito, inciso, trasformato, simulato nel bronzo o ricreato da un tocco di legno.Il pensiero, suggerito da Ettore, è animista: la forma è già presente nella natura.Non si inventano forme, ma si indicano forme.C’è bisogno di questa breve eziologia per andare a fare quattro chiacchiere con l’eclettico scultore che ci accoglie nella famosa Fonderia Pontificia Marinelli dai soffitti alti e bianchi. Davanti ai suoi animali stilizzati, Marinelli racconta di se mentre nelle sue vene scorre bronzo fuso.
Chi è Ettore Marinelli?
“Mi sono laureato all’Accademia di Belle Arti di Napoli, subito dopo mi sono trasferito a Parigi dove ho approfondito i miei studi. L’arte scorre nelle mie vene dalla nascita.A 3 anni plasmavo forme e disegnavo figure con grande attenzione ed originalità”.
A cosa si ispira con la sua arte e quali sono i suoi soggetti preferiti?
“Sono profondamente attratto dalla figure,da diversi soggetti, che trovo magici quasi misteriosi. Nel percorso evolutivo stilistico i corpi di queste figure, nella loro metamorfosi assumono linee e forme rigide di rigorosa geometria”.
All’interno della sua produzione artistica, quanto è presente la religione?
“La religione è una grande tematica che appartiene ai nostri luoghi poiché quando ero bambino quasi tutti all’ interno della mia comunità frequentavano la chiesa, e noi stessi siamo cresciuti con un forte senso religioso, dunque la spiritualità emerge nelle mie opere fin dalla mia infanzia. Poi, chiaramente si intraprendono altre direzioni e le tematiche si differenziano, ma il punto di partenza per me è stato quello. Recentemente ho realizzato una grande scultura il “Cristo Benedicente” di circa tre metri di altezza collocata poi sl timpano di una chiesa italiana.”
Lei lavora di più con i privati o con le commissioni pubbliche?
“Oltre alle commissioni pubbliche, lavoro anche nel privato con le fiere e con le gallerie.Alcune delle mie opere sono state collocate in piazze, parchi ed industrie italiane ed estere ed hanno ricevuto encomi e presentazioni ufficiali su stampa e tv. Ho partecipato al concorso “le pie Opere di Misericordia” indetto dal Banco di Napoli, dove c’è in esposizione permanente una delle mie creazioni al Pio Monte della Misericordia che ospita l’omonima tela del Caravaggio”.
Biografia
Giovane artista molisano,nasce ad Agnone, storica cittadina dell’ Alto Molise.L’artista realizza una varietà di bronzi con diversi soggetti, dagli animali simbolici alla figura di Cristo in una metamorfosi frutto di un groviglio di forme, delicate ed armoniose, che solo la bellezza del bronzo sa dare. L’utilizzo della tecnica di fusione a cera persa risale all’età del bronzo. A distanza di secoli rimane tra le più complicate e affascinanti tecniche di fusione.
“Tra la pittura e la scultura non trovo altra differenza, senonché lo scultore conduce le sue opere con maggior fatica di corpo che il pittore, ed il pittore conduce le opere sue con maggior fatica di mente.” Leonardo Da Vinci