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SPOPOLAMENTO, PROIEZIONI APOCALITTICHE

L'Alto Molise rischia l'estinzione. E' quanto emerge da uno studio che verrà illustrato in un convegno a maggio

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CAPRACOTTA - Numeri allarmanti che fanno rabbrividire al solo pensiero. I centri del Molise a rischio estinzione come i dinosauri. L'allarme, lanciato anni addietro dal Ceris, centro ricerche sociali e della Caritas, è stato ripreso durante un incontro promosso dall'Isiss di Agnone e tenutosi a Capracotta, il Comune più alto degli Appennini. Uno studio su dati Istat condotto dall'esperto Maurizio Cacciavillani che verrà illustrato in maniera dettagliata nel mese di maggio, quando il 'Centro Studi Alto Molise' ha organizzato un grande convegno sullo spopolamento. Intanto le anticipazioni sono state offerte, davanti numerosi amministratori della zona, da Eleonora Totaro, una studentessa che frequenta il quinto anno del Liceo Scientifico 'Giovanni Paolo I'. Ebbene appare evidente che la situazione è a dir poco compromossa. Parlano i numeri che ammettono come dal 1901 ad oggi la popolazione di questo territorio è diminuita del 63 per cento passando da 35 mila abitanti a 13 mila. Inizialmente la contrazione demografica è stata determinata dalla forte emigrazione dapprima verso il continente Americano, nei primi anni del secolo scorso, poi verso i paesi europei e le grandi aree industriali del nord Italia nel periodo che va dagli anni '50 agli anni '70. In soli venti anni la popolazione altomolisana diminuì del 30 per cento. Dagli anni '80 in poi invece lo spopolamento, pur rallentando di intensità, è diventato più lineare e costante. Le grandi emigrazioni e le guerre hanno ridotto sensibilmente il numero dei giovani generando, insieme al permanere sempre più in vita degli anziani, il fenomeno dell'invecchiamento della popolazione. Pertanto la contrazione della popolazione altomolisana Š dovuta sempre più al processo di invecchiamento che si sostituisce all'emigrazione, diversamente da come si è abituati a pensare, come principale problema sociale. Questo è un fenomeno iniziato negli anni '80 e che oggi si manifesta in tutta la sua drammaticità. Infatti, considerando i dati del 2008 - 2009, la contrazione della popolazione (meno 133 unità) è imputabile sostanzialmente al processo di invecchiamento. Di queste solo meno cinque unità sono determinate dal saldo migratorio come mostra la tabella. "Gli studi demografici - sottolinea Maurizio Cacciavillani - forniscono un quadro generale delle problematiche che affliggono le aree svantaggiate e quindi costituiscono la base di conoscenza per elaborare piani di sviluppo e di pianificazione sociale. Tali studi riguardano sia le caratteristiche strutturali di una popolazione quali l'età, il sesso, lo stato civile sia le dinamiche dovute alle nascite, alle morti e alle migrazioni". Un dato sintetico sull'invecchiamento della popolazione è l'indice di vecchiaia che in Alto Molise sfiora il 283 per cento rispetto al 141 per cento della media italiana. Ciò significa che per ogni 100 ragazzi da 0 a 14 anni ci sono 283 ultra sessantacinquenni. Ma veniamo a quelle che sono le proiezioni. Considerando che dal 1984 al 2009 la popolazione Š diminuita in modo costante di circa 145 unità annue, è facile costruire un modello lineare esplicativo. Guardando il grafico A la linea di tendenza in prossimità del 2049 indica un popolazione per l'intero territorio altomolisano poco superiore ai 7 mila abitanti. "Questa previsione - riprende Cacciavillani - però non prende in considerazione alcune criticit…, come la drastica riduzione dell'occupazione nei diversi settori pubblici (sanità, scuola ecc.), che di fatto produrrebbero uno strappo all'andamento lineare del modello statistico peggiorandone sensibilmente le previsioni. Non parlando poi degli effetti negativi prodotti dal continuo invecchiamento della popolazione. Nella letteratura demografica quando il numero degli anziani supera il 40 per cento - sottolinea - la struttura della popolazione risulta completamente compromessa ed è impossibile avviare una qualsiasi forma di intervento. Oggi siamo al 29 per cento". In definitiva - ammette l'esperto - senza un'inversione di tendenza i comuni dell'Alto Molise diventeranno delle ghost town (città fantasma) come previsto anche dagli studi effettuati da Legambiente e Confcommercio. "Appare, quindi, fondamentale promuovere e sostenere, sia con interventi statali che regionali, un politica di incentivazione strategica dell'associazionismo intercomunale - conclude Cacciavillani per una gestione pi— adeguata di servizi e funzioni e per incoraggiare moderne e redditizie attività, che favoriscano processi di ripopolamento".
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