AGNONE - Ha ragione don Francesco Martino, cappellano del “Caracciolo”, o il Governatore Iorio? L’ospedale di Agnone è ormai al capolinea, come sembra evidente anche ai ciechi, oppure sarà riconvertito in un’accogliente e funzionale Rsa o in un avveniristico centro di medicina sportiva? Il dibattito continua e tiene banco in città e in tutto l’Alto Molise, dopo che il cappellano e il governatore hanno incrociato le penne e l’oratoria sulle pagine di questa testata. La differenza sostanziale, tra quanto dichiarato da don Martino e quanto invece sostenuto dal Governatore è questa: il sacerdote parla di dati di fatto, elencando i tagli che il “Caracciolo” ha già subito, riscontrabili da tutti; Iorio invece si lancia nell’ennesima operazione propagandistica, dicendo ciò che farà per l’ospedale. Gli agnonsesi sono abituati alle promesse del Governatore, ma purtroppo sono ancora in attesa che si trasformino in fatti concreti. Mentre il dibattito va avanti, anche on line su Facebook, è la combattiva portavoce del comitato Il cittadino c’è, Nunzia Zarlenga, che interviene con una lettera aperta indirizzata proprio al Governatore del Molise.
«Ci piacerebbe che il Governatore venisse in Agnone e dicesse a tutti i cittadini dove e quali sono i fatti che suffragano tutte queste belle parole (quelle in replica a don Martino, già pubblicate da questa testata, ndr). Esponenti del Pd locale e semplici cittadini erano presenti quando a Secolare, all’inaugurazione della residenza protetta, l’onorevole sentenziò: ”Il punto nascita non verrà chiuso ad Agnone”. Potrà sempre rileggere i quotidiani di quei giorni. C’era anche tanta bella gente, c’era anche il vescovo Scotti (un pericoloso comunista?) che venne preso in giro anche precedentemente (bel modo di rispettare l’abito talare), con noi a Campobasso quando il presidente ci sciorinò altre decine di rassicurazioni e promesse vane».
Il riferimento di Zarlenga è alla manifestazione che il comitato organizzò a Campobasso e alla quale prese parte anche il vescovo di Trivento. In quell’occasione gli onorevoli esponenti della maggioranza targata Iorio non ebbero la sensibilità si essere presenti, di ricevere nella sede istituzionale della Regione un vescovo, cioè il rappresentate locale del Vaticano, l’equivalente di un Prefetto per intenderci. In altre epoche, quando la Dc era al potere ad esempio, un simile comportamento dei politici avrebbe causato un incidente diplomatico con la Santa Sede.
Tornando alle riflessioni di Zarlenga: «Ci credo che Iorio dichiari che non intende entrare in una inutile polemica con alcuni tra quelli che contestano in difesa di Agnone: è in piena campagna elettorale, come potrebbe? Ma lo status quo in Molise ha un solo nome: Iorio. In preda ad una specie di delirio parla anche di ”presenzialisti a tutti i costi sui giornali e sulle televisioni”. Presidente, ma la guarda Telemolise? Ha mai visto matrimoni dei nostri figli o feste con ridicoli trenini che coinvolgano i cittadini? Le hanno mai abbassato il microfono? Suvvia, siamo seri. Ha ragione comunque quando dice che i cittadini di buon senso andranno oltre le menzogne dette. Questa non è una difesa di don Francesco Martino, al quale non mancano modi e toni per farlo da solo, anche se in tutta questa faccenda è l’unica persona competente e di buon senso che abbia incontrato: forse è questo che brucia. La parola “cialtroni” del resto non è stata pronunciata da cittadini di pericolose frange politiche avverse al governatore, fu il Ministro Tremonti ad usarla, anche lui in preda all’ ”estasi”? A volte l’arroganza data dal potere impedisce di cogliere ottime occasioni per stare zitti».