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Il cittadino c'è sale al Quirinale

La lettera del comitato al presidente della repubblica

redazione
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Spett.le Presidente della Repubblica On.le Giorgio Napolitano. Ill.mo Sig. Presidente, con la presente intendiamo sottoporLe i motivi che ci hanno spinti a richiedere la Sua attenzione con la riconsegna di nr. 721 schede elettorali. 1. Il nostro territorio è interamente montano, costituito dai Comuni di Agnone, Belmonte del Sannio, Capracotta, Carovilli, Castel del Giudice, Pescopennataro, Pietrabbondante, Poggio Sannita, San Pietro Avellana, Sant’Angelo del Pesco, Vastogirardi, con altitudini in media superiori ai 1.000 m. sul livello del mare, con viabilità disagevole e grossa difficoltà di circolazione specialmente nel periodo invernale. Inoltre, l’hinterland è costituito naturalmente da quello che è il bacino del fiume Trigno, comprendente i comuni, anch’essi montani e con altitudine superiore alla media di 1.000 metri di Castiglione Messer Marino, Montazzoli, Schiavi d’Abruzzo, Torrebruna con la frazione Guardiabruna, Castelguidone, Rosello con la frazione Giuliopoli e Roio del Sangro, appartenenti all’Alto Sangro – Alto Chetino. L’Ospedale di riferimento per tutti questi centri era il “San Francesco Caracciolo di Agnone (IS)”. Si precisa che l’Ospedale “Caracciolo” di Agnone è il classico ospedale “di frontiera” essendo ubicato in una zona di montagna che dista più di 45 minuti dal Presidio Ospedaliero Veneziale di Isernia 2. Il nostro Ospedale, “San Francesco Caracciolo” di Agnone (IS), è stato toccato pesantemente dalla cosiddetta ristrutturazione dei servizi sanitari dovuti al piano di rientro, concertato nella Regione Molise tra il Commissario ad Acta per il Piano di Rientro dal Deficit Sanitario, On. Angelo Michele Iorio, e i Ministeri dell’Economia e della Salute, attuato in particolare con i Decreti del Commissario ad Acta n.17 e 19 del 10 maggio 2010 e conseguente Atto Aziendale ASREM del 30 giugno 2010, adottato con delibera ASREM n. 785 del 1 luglio 2010 e approvato con Decreto del Commissario ad Acta n.44 del 2 luglio 2010, i cui effetti per il Caracciolo sono stati posti in essere il 1 novembre 2010, applicando il Decreto del Commissario ad Acta n.68 del 24 settembre 2010. 3. Tale ristrutturazione ha comportato una palese violazione dell’art. 32 della Costituzione Italiana - il quale sancisce che la Repubblica tutela la salute come diritto fondamentale dell’individuo e garantisce cure gratuite agli indigenti, nel mentre gli art. 2 e 3 definiscono i diritti inviolabili dell’uomo e la pari dignità sociale tra tutti i cittadini italiani - poiché tale diritto, in merito all’emergenza – urgenza, non è garantito, nel non rispetto di qualunque norma di tutela delle aree montane, sia essa nazionale o regionale, come ad esempio l’art. 20 della L.R. Molise 16 aprile 2003, n.15. 4. Infatti, in tale presidio, si è inteso lasciare, senza che la Regione Molise elaborasse il piano regionale della Rete dell’Emergenza/Urgenza, genericamente, un punto di primo soccorso h24, oggi funzionante con guardia medica ospedaliera nelle ore notturne e convenzione con il 118 nelle ore diurne, dotato soltanto di personale infermieristico, senza consulenza cardiologica, ridotta consulenza ortopedica, ridotta consulenza di medicina interna, mancanza di consulenza radiologica nei giorni 16-31 o 30 del mese, con solo consulenza anestesiologica e di laboratorio analisi h24, senza nessuna norma relativa all’emergenza/urgenza ostetrico-ginecologica e pediatrica, prevista esplicitamente dalla bozza del nuovo Piano Sanitario Nazionale 2011-2013. Invero, il punto di primo soccorso h24, previsto per la particolare tipologia di area montana con centri distanti più di 45 minuti dall’Ospedale oggi di riferimento (il Veneziane di Isernia) dovrebbe avere, in base alle norme vigenti, recepite dalla Regione Lazio, la seguente configurazione: “Modulo Emergenza di tipo “C”: costituito da un Punto di Primo Intervento (PPI) organizzato a copertura delle 24 H con assistenza prestata da medici ospedalieri, con posti di Osservazione Breve Intensiva e posti letto di Medicina Generale per un massimo di 10 (come ha attualmente il reparto di medicina Generale del nosocomio) . Il Modulo prevede inoltre la presenza di una Postazione 118 ed Elisuperficie ai sensi del DCA 65/2010 e provvedimenti successivi. In base alle funzioni che dovrà assicurare, il Punto Primo Intervento del Modulo Emergenza di tipo “C” dovrà rispettare i requisiti organizzativi e strutturali previsti nella 424/2006 al punto 1.1.1 per il Pronto Soccorso. Tale modulo è attivabile solo per situazioni territoriali particolarmente disagiate in termini di viabilità e accessibilità ed una distanza da presidi ospedalieri più vicini che comporti tempi di percorrenza mediamente superiori ai 45 minuti” . La Delibera della Regione Lazio n.424/2006, al punto 1.1.1 afferma che di fatto questo punto di Primo Soccorso deve essere strutturato come un Pronto Soccorso Ospedaliero di Base, con dotazione logistica e tecnica di conseguenza, e che a livello di personale deve essere dotato di: 1) Un medico H24 2) Un infermiere H24 3) Un Operatore Socio Sanitario (portantino) H.24 (in quanto gli accessi annuali sono inferiori a 7.000) Inoltre, devono essere garantite le consulenze H24 di : 1) Un anestesista rianimatore 2) Un cardiologo 3) Un chirurgo 4) Un ortopedico traumatologo 5) Un medico internista 6) Un radiologo, un tecnico di radiologia e Servizio di Radiologia H24 7) Un patologo clinico (medico laboratorio analisi), un tecnico di laboratorio e Laboratorio Analisi H24. Come può constatare, tutto ciò non è stato minimamente previsto, originando una situazione di alta pericolosità per la tutela della salute dei cittadini di tale area montana, in cui di fatto non sono garantiti i L.E.A. dell’Emergenza/urgenza, oltre a non pianificare né l’emergenza/urgenza ostetrico-ginecologica e pediatrica, per la quale già si è dovuta sostenere una dura lotta con l’ASREM. 5. Inoltre, vi è stata la soppressione del punto nascita: il DM 24 aprile 2000, in quanto l’accordo n.137 del 16 dicembre 2010 della Conferenza Stato Regioni, relativamente alla riorganizzazione dei punti nascita, non è stato ancora recepito da apposito decreto del Commissario ad Acta per il Piano di Rientro dal deficit sanitario, sostiene che “In condizioni territoriali caratterizzate, per esempio, da Regioni piccole e con pochi punti nascita, da condizioni orogeografiche particolari, ecc. può essere ragionevole programmare, sia per l'assistenza ostetrica che pediatrico/neonatologica, soltanto due livelli: per esempio il I e il II, se il bacino di utenza è territorialmente limitato ed è possibile fare afferire le gravide e i neonati ad alto rischio ad una Azienda o Regione limitrofa dotata di III livello ostetrico e U.O.N. - P.N. - U.T.I.N.; oppure attivare solo il I e il III livello, per limitare i costi di strutture di II livello sottooccupate. Al fine di salvaguardare le esigenze assistenziali nei territori montani, le Regioni si impegnano a garantire, nell'assistenza ostetrica e pediatrico/neonatologica, una organizzazione atta a rispondere ai bisogni specifici della popolazione. Nella programmazione regionale, particolare attenzione va posta al coordinamento tra le strutture operative di I, II, e III livello onde garantire adeguati livelli assistenziali nei territori montani, ferma restando la necessità di assicurare livelli di attività tali da garantire la qualità delle prestazioni. Nessuna azione è ovviamente realizzabile se non ne esistono i presupposti organizzativi”. In barba a tale norma, soppresso il punto nascite, non sono stati istituiti i servizi sostitutivi per garantire il parto in sicurezza nell’area dell’Alto Molise e Alto Sangro-Alto Chietino, con comuni distanti oltre 45 minuti dal punto nascita del l’ospedale “Veneziale“di Isernia (peraltro incapace di accogliere i pazienti del bacino), non é stato attivato il Servizio di Trasporto Assistito Materno (STAM), e non è ancora stato neppure idealmente pianificato né dalla struttura commissariale, né dalla struttura ASREM il sistema regionale di Trasporto di Emergenza Neonatale (STEN). Inoltre non sono state ancora emanate disposizioni e linee guida per l’Emergenza/Urgenza ostetrico-ginecologica e materno infantile dalle medesime strutture. 6. Di fronte a tali violazioni normative palesi ed evidenti del diritto alla salute nella nostra area montana, con la riconsegna delle schede elettorali, chiediamo al Presidente Napolitano di attivarsi per il ripristino della sicurezza sanitaria nella nostra zona con il garantire l’emergenza/urgenza in tutti i settori, compresa quella pediatrica e ostetrico-ginecologica. Chiediamo pertanto che venga concesso di riaprire in via provvisoria il punto nascita presso lo stabilimento ospedaliero San Francesco Caracciolo, che sia dotato di copertura guardia medico-ostetrica, anestesiologica e medico-pediatrica attiva h 24. 7. Segnaliamo alla S.V. il colpevole disinteresse del Ministero della Sanità, dell'Economia, del Commissario ad Acta, dell' Azienda Sanitaria Regionale Molise, sordi ad ogni richiesta civica finora avanzata, per la garanzia dell'Emergenza/Urgenza, LEA fondamentale da garantire prima di ogni altro servizio sanitario, in palese violazione dell'art.32 della Costituzione, in questo vasto territorio della Regione Molise, che comprende i comuni precedentemente citati. Per tali ragioni, La preghiamo di attivare quanto in Suo potere per porre rimedio a tale situazione prima che la salute di qualsiasi cittadino sia messa in pericolo o che si verifichi un incidente mortale. Fiduciosi in Lei,unico garante della Costituzione ed unico in grado di restituirci la fiducia nelle istituzioni,Le porgiamo i nostri più cordiali saluti anche a nome di tutti i nostri concittadini.
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