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"COMUNITA' MONTANA ALTO MOLISE, O SI CAMBIA O MEGLIO CHIUDERLA"

L'appello del sindaco di Capracotta, Antonio Monaco: "Così non va"

La redazione
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CAPRACOTTA - Antonio Monaco: ”Comunità Montane, o si cambia oppure meglio chiuderle. Subito” Il 27 aprile scorso il consiglio Comunale di Capracotta ha deliberato di revocare alla Comunità Montana di Agnone la gestione del patrimonio silvo – pastorale capracottese. “Una decisione molto sofferta – commenta Antonio Monaco, Sindaco di Capracotta – maturata dopo una lunga ed attenta riflessione. Un atto dovuto, in presenza di una situazione paradossale in cui si sono venute a trovare le Comunità Montane dopo la decisione del Parlamento di azzerare ogni trasferimento a favore degli Enti comunitari, decretandone, di fatto, l’estinzione, e rimettendo alle singole Regioni ogni decisione in merito alla loro sopravvivenza. La Regione Molise, ad oggi, non ha ancora adottato alcun provvedimento definitivo, continuando così a tenere in piedi un commissariamento che si protrae e per il quale si preannuncia l’ennesima proroga in vista della scadenza del prossimo 30 giugno”. Nei giorni scorsi in Consiglio Regionale è stata discussa una mozione presentata da alcuni consiglieri di minoranza. Nel corso dell’assise, è emerso che la Regione, al momento, non ha risorse finanziarie disponibili (5,4 milioni di euro) per garantire il mantenimento occupazionale del personale degli enti montani. “La situazione non è delle migliori – prosegue Monaco – la Comunità Montana di Agnone evidenzia, per stessa ammissione del commissario straordinario, una disavanzo del consuntivo 2009 superiore ai 700mila euro, oltre a debiti fuori bilancio in corso di accertamento. Disavanzo derivante dall’azzeramento dal bilancio comunitario di poste attive non esigibili iscritte in entrata negli anni passati, che a parere del commissario non saranno mai riscosse. Inoltre, le casse della Comunità Montana sono ridotte all’osso e se è vero che diversi Comuni ritardano i trasferimenti dovuti all’ente montano, è anche vero che quest’ultimo ritarda a trasferire ai Comuni le risorse incassate per la vendita del patrimonio boschivo. Una situazione – commenta ancora Monaco – poco rassicurante che ha spinto l’amministrazione da me presieduta a decidere di revocare alla Comunità Montana la gestione del patrimonio silvo – pastorale comunale. Il Comune, dal canto suo, ha estremo bisogno di programmare una gestione corrente del proprio patrimonio boschivo, che allo stato è legata a tagli boschivi programmati di anno in anno in assenza di una piano di assestamento forestale. Per questo motivo l’Amministrazione deve provvedere a redigere con la massima celerità il piano di assestamento, atteso che ci sono voluti circa 4 anni perché la Regione cofinanziasse il progetto. Nell’attuale contesto di incertezza in cui versa l’Ente Comunitario, non si poteva decidere diversamente, fermo restando la disponibilità della mia amministrazione a rivedere la decisione presa se dovessero presentarsi situazioni diverse e più rassicuranti sul destino delle Comunità Montane”. Oggi l’unica certezza è il commissariamento, che in quanto tale gestisce solo l’ordinario. Troppo poco in presenza di una situazione difficile non solo per la Comunità Montana, ma per tutto l’Altissimo Molise che presto potrebbe esser privato anche dei più importanti servizi sanitari per colpe non certamente imputabili alle popolazioni locali. Incombe, infine, sulle amministrazioni locali la gestione dei depuratori comunali. “Il 30 giugno prossimo – dice Monaco – scade il contratto tra la Comunità Montana e la società che gestisce gli impianti di depurazione. Il commissario straordinario ha chiesto una proroga di tre mesi, ma allo stesso tempo ha chiesto ai Comuni di accollarsi tutte le spese, immediatamente e senza alcun ritardo. Così come strutturate – conclude lapidario Monaco –- e senza risorse le Comunità Montane non hanno futuro. Allora meglio chiuderle subito, senza tentennamenti”.
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