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NUOVO STATUTO IN REGIONE, PAGLIONE (PD): UN'OCCASIONE PERSA

REDAZIONE
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Quarant’anni dopo il primo Statuto e undici anni dopo la riforma della Costituzione, che ha imposto l’adeguamento, il Consiglio regionale ha approvato il “nuovo” Statuto regionale. A ben vedere, però, fa notare Candido Paglione, esponente di spicco del Pd molisano, peraltro Presidente della commissione Statuto, insieme ad altri, nella passata legislatura regionale, sono davvero poche le novità. E quelle introdotte sono uno schiaffo in faccia ai molisani. Perché dilatano a dismisura il numero dei consiglieri e degli assessori regionali, in una fase in cui all’ordine del giorno c’è piuttosto la necessità di ridurre i costi della politica, soprattutto se all’orizzonte si profila un federalismo poco solidale con le regioni del Sud Italia. "Questo - dice Paglione - è inaccettabile. Sono perciò profondamente convinto che, soprattutto in questo periodo, sarebbe stato necessario un segnale diverso, forte, di sobrietà convinta, di contenimento della spesa e non di aggravio. Stupisce perciò che anche consiglieri dell’opposizione abbiano votato lo Statuto, unendosi al coro di chi predica bene e razzola male. In definitiva, conclude Paglione, mi auguro solamente che la legge elettorale, ancora in discussione e tutta da approvare, e su cui occorre vigilare attentamente per evitare pastrocchi, apporti dei correttivi. Diversamente, ci sarà poco da celebrare, se non la vittoria della casta". Del resto, che il “nuovo” Statuto abbia dei limiti, lo hanno riconosciuto anche autorevoli esponenti della maggioranza di centro destra che governa la regione, oltre che la Confindustria.
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