Partecipa a Alto Molise

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

ESCLUSIVO/ INTERVISTA A FRANCO GIORGIO MARINELLI

L'assessore regionale spazia su più temi tra cui statuto regionale, ospedale Caracciolo e crisi al Comune di Agnone

Condividi su:
AGNONE - Appena approvato ed è già polemica. Parliamo del nuovo statuto regionale. Marinelli, in un momento di crisi economica, di tagli ai servizi, ecc. ecc., non le sembra che potevate evitare questa soluzione la quale inevitabilmente peserà sulle tasche dei contribuenti con l’aumento dei consiglieri regionali? “Sull’aumento dei consiglieri, pur rispettando le determinazioni del Consiglio regionale, restoun po’ perplesso, soprattutto se se si considera l’ulteriore costo che graverebbe sul bilancio regionale. Allo stesso tempo sono certo che i futuri amministratori eviteranno che ciò accada. Oltretutto, il numero di 40 amministratori è un’ipotesi possibile, ma non una certezza. Non ho potuto votare lo statuto, ma mi meraviglia il commento di alcuni consiglieri di opposizione che prima lo hanno condiviso e votato e adesso incomprensibilmente si giustificano”. Con l’avvento del federalismo municipale il piccolo Molise rischia di essere spazzato via, non crede si debba iniziare a pensare seriamente ad un discorso di macroregione? “Pur rispettando i movimenti civici che hanno prospettato questa possibilità, sono convinto che potremmo mantenere la nostra identità solo mettendo in campo politiche di buon governo e di risparmio adeguate alle nuove esigenze federaliste. Il federalismo può dunque essere un’occasione per ottimizzare e rendere più efficiente la gestione delle risorse”. Il suo secondo mandato in Regione è in scadenza. Tuttavia non c’è due senza tre. Vuole fare un consuntivo della sua attività per quanto concerne l’alto Molise? “Malgrado le polemiche che hanno caratterizzato gli ultimi mesi, sono certo di aver svolto sempre con impegno, onestà e passione il mandato consegnatomi dagli elettori. Nell’ultimo periodo l’Alto Molise, come del resto la regione e l’intero Paese, vivono una profonda crisi economica, inimmaginabile qualche anno fa. Sconfiggere o almeno arginare il fenomeno dello spopolamento, mantenere i servizi essenziali sul territorio, far ripartire le attività produttive, sarà il vero obiettivo che dovrà porsi chi sarà eletto alla prossima tornata elettorale. Per quanto mi riguarda, non nego di aver attraversato momenti di grande sconforto, nei quali ho pensato di lasciare la politica, ma poi ho riflettuto e capito che abbandonare i cittadini in un momento così delicato, sarebbe stato egoistico quanto controproducente. Quindi, sono rimasto e conto di esserci anche nel futuro, per riuscire a dimostrare – magari meglio di quanto la complessità del momento mi abbia consentito - che amo la mia regione e la sua gente. Ha introdotto un altro tema caldissimo: quello dello spopolamento acuitosi negli ultimi decenni. Tuttavia la Regione non sembra aver identificato una linea di sviluppo capace di arrestare il dilaniante fenomeno. “Lo spopolamento riguarda tutta l’Italia e dunque anche regioni più ricche della nostra. Senza cospicue risorse da investire, non sarà facile sconfiggere questa sorta di flagello. Certamente le leggi sulla Montagna e quella sui piccoli comuni, se finanziate con importi adeguati, potranno aiutare concretamente chi vorrà continuare a vivere in questi posti. Contestualmente occorre mettere in campo altre iniziative che necessariamente devono vedere il privato in prima linea. Bisogna avere coraggio di investire”. Impossibile non pensare alle grandi elargizioni economiche fatte dalla Regione per quanto concerne Zuccherificio, Solagrital, Ittierre, Geomeccanica, ecc, ecc. Qual è la fetta di bilancio regionale che spetterebbe all’alto Molise per un rilancio effettivo? “Sinceramente non credo sia possibile quantificare con esattezza le risorse necessarie per rilanciare l’Alto Molise, inteso come i 12 comuni della Comunità Montana. Ma voglio ricordare che per quest’area abbiamo investito negli ultimi 10 anni circa 110 milioni di euro per interventi sulle infrastrutture. Oltre 10 milioni di euro sono stati invece destinati al rilancio delle attività produttive. Per quanto riguarda le iniziative a sostegno delle grandi aziende, le stesse hanno interessato anche centinaia di maestranze altomolisane che oggi, fortunatamente, continuano a lavorare producendo reddito. Compito della Regione sarà quello di vigilare in maniera più attenta per evitare il dispendio di risorse che sono state sempre concesse per garantire occupazione e sviluppo economico”. Problema ospedale Caracciolo. La situazione non appare rosea, anzi tuttora registriamo meno servizi (vedi Pediatria, Analisi e Radiologia, tanto per non andare troppo lontano). Dunque a rischio anche l’occupazione. Qual sarà lo scenario futuro? “Chi mi conosce a fondo sa perfettamente che non passa giorno che non mi occupi della vicenda. E’ la problematica che mi sta di più a cuore e resto particolarmente offeso quando taluni artatamente vogliono far apparire il mio silenzio come una sorta di indifferenza. Ho sempre lavorato con riservatezza e senza ostentare gli sforzi e l’impegno di ogni giorno. Mi si creda. Partendo dal presupposto che una rivisitazione in termini di posti letto andava fatta e che era necessaria una razionalizzazione della spesa sanitaria, sarà nostro dovere tutelare le popolazioni che gravitano sul Caracciolo, garantendo loro una buona sanità. Del resto lo stesso presidente Iorio ha ribadito, anche in una recente intervista televisiva, che l’ospedale di Agnone non verrà mai chiuso e che ne continuerà a garantire l’efficienza. I disagi che si stanno comunque registrando, sono determinati da una riorganizzazione dei servizi che richiede necessariamente una fase preliminare di adattamento. Le proteste, se mosse dalla civile volontà di dar voce alle istanze popolari, sono comunque rispettabili; non posso fare a meno di biasimare, invece, agitazioni fuori luogo, strumentali e pilotate da ben altri interessi. E’ sufficiente additare tutte le responsabilità della ‘vicenda Caracciolo’ al sindaco De Vita o di mezzo c’è anche la Regione? “Mi pare oltremodo ingeneroso parlare di responsabilità nella vicenda Caracciolo quando sia il presidente Iorio, sia io e De Vita, nonché i sindaci dell’Alto Molise, abbiamo sempre operato per cercare di salvaguardare il presidio ospedaliero dai tagli indiscriminati imposti dal Governo centrale. Probabilmente la Regione avrebbe dovuto prevedere l’esasperarsi della crisi e attuare misure che evitassero il disavanzo accumulato negli ultimi anni. Ma credo sia riduttivo e fuorviante attribuire tutte le colpe agli amministratori politici, che pure ne hanno, nessuno vuole negarlo. Spero che in futuro ci sia la collaborazione di tutti per superare questo momento di forte criticità. Comune di Agnone commissariato è la risultante della spaccatura consumatasi nel centrodestra. Perché, secondo lei, è accaduto questo? “Sostanzialmente per delle incomprensioni tra i cinque consiglieri che poi hanno determinato la crisi e il primo cittadino. In un momento così particolare per Agnone, era l’ultimo “incidente” che mi sarei augurato. Sono convinto che la soluzione migliore sarebbe stata quella di trovare una forma di rinnovata collaborazione tra i due gruppi al fine di evitare che Agnone tornasse al voto anticipato”. Restando in tema comunali, quali saranno gli scenari futuri. E ancora, il centrodestra è pronto a fronteggiare questa crisi? “Dobbiamo essere pronti e mi auguro di far riunificare il centrodestra agnonese, in una compattezza ideologica e d’intenti. Riconosco tuttavia che non sarà facile, tenuto conto delle divergenze che si sono prima create e poi accentuate. Ma sono fiducioso in una riapertura del dialogo per il bene della comunità. Si continua a parlare di lista civica unica inserendo le migliori menti del paese. Sarebbe d’accordo e soprattutto vede fattibile il progetto? Non lo escludo. Sarebbe incredibile però che ad Agnone si “azzerassero” le ideologie politiche, in particolar modo dopo le roventi polemiche dell’ultimo periodo. Per il bene di Agnone sarebbe positivo, ma bisogna anche essere realisti e pragmatici.
Condividi su:

Seguici su Facebook