ISERNIA - “Eliminare la Provincia di Isernia è un atto di superficialità che non tiene conto della nostra storia, della peculiarità del nostro territorio e con il quale lo Stato va a penalizzare ulteriormente un’area dove negli ultimi anni sono stati effettuati già pesanti tagli negli enti locali e nei servizi”.
Il Presidente della Provincia di Isernia, Luigi Mazzuto, esprime con queste parole tutta la sua contrarietà in merito alla decisione inserita nella manovra finanziaria varata dal Consiglio dei ministri che prevede l’eliminazione delle Province con una popolazione inferiore ai 220mila abitanti, tra cui anche quella di Isernia.
“Non si può cancellare con un solo tratto di penna – ha sottolineato il Presidente Mazzuto – il diritto a esistere di una Provincia. Un diritto sancito peraltro dalla Costituzione, ottenuto a prezzo di grandi sacrifici e lotte da parte dei nostri cittadini. In questi anni l’ente si è ritagliato uno spazio forte. Ha accompagnato e sta attuando un importante percorso di sviluppo sociale ed economico. Per tutti questi motivi ritengo che lo Stato centrale – ha aggiunto Mazzuto – stia facendo un grosso errore nel pensare di coprire le proprie carenze finanziarie tagliando le piccole Province come la nostra. Non capisco, ad esempio, perché lo Stato, prima di abolire le Province, non abbia pensato ad eliminare prima tutti quegli enti intermedi che non hanno rilevanza costituzionale, recuperando, così, importanti risorse finanziarie. E non si capisce neppure perché, se c’è tutta questa esigenza di recuperare soldi a causa della crisi, si è deciso di chiudere le Province non subito ma alla fine della legislatura. Non è meglio – ha evidenziato provocatoriamente il Presidente – chiuderle immediatamente? In ogni caso, se si vuole stravolgere tutto il sistema della autonomie locali, cambiando la geografia della nostra Regione e dell’Italia, almeno si abbia il coraggio di dirlo chiaramente. Da Roma però – ha concluso Mazzuto – sappiano che non siamo disposti a perdere ciò che abbiamo ottenuto a prezzo di grandi sacrifici e che intendiamo difendere la nostra autonomia a denti stretti”.
