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Ospedale di Agnone: dobbiamo contrastare la volontà di smembramento

L’Alto Molise e l’Alto Vastese sono uniti nel sostenere le iniziative delle associazioni

REDAZIONE
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CAROVILLI.“I servizi ambulatoriali primari dell’ospedale di Agnone sono tuttora funzionanti. Il reparto di analisi e di anestesia e rianimazione, con un grande sforzo organizzativo ed impegno del personale, coprono tutte le esigenze, il reparto di radiografia manca di alcuni aspetti, ma tra qualche giorno anche quello sarà a regime”. Queste le parole della dott.sa Wilma Sferra che vive la difficile realtà del “Caracciolo” e che chiede di evitare che si crei eccessivo allarmismo nella popolazione. Questo è emerso nel corso dell’incontro-dibattito organizzato, con la collaborazione di Unicreditbanca e dell’EPT di Isernia, dall’Associazione di Iniziative Culturali, Sociali ed Economiche “Il Glicine” che si è tenuto a Carovilli. Introducendo il tema dell’incontro il Presidente del “Glicine”, Luciano Scarpitti, ha rappresentato i principi fondamentali che devono animare un sistema sanitario: gli ospedali devono essere al servizio dei cittadini; l’assistenza sanitaria deve essere di elevata qualità; alla qualità si abbina sempre anche l’economia, perché gli sprechi portano in tutti i casi anche inefficienza; l’assistenza efficiente attrae anche pazienti da altre regioni, quindi da un lato consente maggiori entrate e dall’altro minori occasioni di “emigrazioni sanitarie”, quindi minori uscite; in Molise non hanno senso grandi nosocomi perhè la popolazione che nelle grandi città è agglomerata in un quartiere, nella nostra regione è distribuita su tutto il territorio regionale. “L’ospedale “Caracciolo” di Agnone – ha dichiarato Scarpitti – rispondeva a tutte queste esigenze inoltre poteva vantare il 25 per cento dei ricoveri provenienti da fuori regione ed un bacino di utenza di oltre 30 mila abitanti”. All’incontro-dibattito hanno preso parte i rappresentanti del “Comitato Articolo 32” di Agnone, con Franco Di Nucci e Armando Sammartino, e ha dato l’adesione anche l’omonimo Comitato di Castiglione Messer Marino, con Vincenzo Piccirilli, associazioni nate per sensibilizzare le amministrazioni sul problema. “La cittadinanza ha risposto con prontezza ed in massa – ha dichiarato Armando Sammartino – in poche ore sono state raccolte oltre mille firme ed abbiamo potuto presentare due ricorsi al TAR per impedire lo smembramento dell’ospedale. Noi chiediamo soltanto – ha aggiunto Sammartino – che la politica si confronti con noi prima di prendere le sue decisioni seguendo l’esempio delle regioni più organizzate che hanno saputo intervenire nella sanità in anticipo e senza apportare drastici tagli. Il punto nascita è stato abolito ad Agnone con un decreto improvviso, senza alcuna consultazione”. “Anche sotto l’aspetto economico – ha aggiunto Franco Di Nucci – il Caracciolo si è dimostrato un punto di eccellenza perché è stato mantenuto un positivo rapporto costi-benefici perché pur aumentando tutte le prestazioni ha mantenuto il costo complessivo intorno ai 13 miliardi l’anno, cifra che rappresenta appena il 5 per cento della spesa sanitaria regionale. In ogni caso – ha sottolineato Di Nucci – la Cassazione ha stabilito che la sanità non deve soggiacere a logiche economicistiche. Oltre tutto uno dei principi riconosciuti afferma che devono essere salvaguardati i piccoli ospedali laddove rappresentano una importante risorsa”. “E’ completamente mancata la programmazione – ha denunciato il Sindaco di Carovilli, Antonio Cinocca – ma non solo negli ultimi anni, è un retaggio storico che ci portiamo dietro senza riuscire ad invertire la rotta. E non è sufficiente correggere il sistema sanitario, occorre intervenire su tutti i servizi che ormai sono pienamente integrati: scuola, trasporti, viabilità e così via. Abbiamo cercato di capire – ha aggiunto Cinocca – se i tagli erano voluti dalla struttura tecnica o dalla politica, ma siamo giunti alla conclusione che hanno contribuito ambedue”. Il Dr. Luigi Falasca, che dall’ospedale di Agnone è stato trasferito a dirigere il reparto di ginecologia e ostetricia di quello di Isernia, si è detto molto preoccupato anche per il punto nascita del “Veneziale” che con soli 8 posti letto non è in grado di soddisfare tutte le esigenze e nel giro di qualche anno probabilmente sarà trasferito a Campobasso. Candido Paglione, membro della direzione nazionale del PD, ha voluto sottolineare che la legge della Montagna, in particolare all’articolo 20, stabilisce in modo molto preciso che per le aree disagiate non possono essere fatti calcoli di tipo ragionieristico e non possono essere esaminate al pari delle altre perché hanno la loro specificità. “Nella nostra regione è veramente difficile vivere – ha dichiarato Paglione – perché tutto è più costoso, dalla benzina all’IRAP, inoltre la sanità è un bacino in cui la politica è abituata a pescare voti”.
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