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Agnone- Il medico in ferie non viene sostituito, i pazienti da sottoporre a dialisi trasferiti all'Ospedale di Isernia. Durissimo il commento di Don Francesco Martino

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Don Francesco Martino  responsabile della pastorale della salute  per la diocesi di Trivento e consigliere del coordinamento italiano Sanità e aree disagiate e periferiche commenta con toni che non lasciano spazio ad equivoci l'accaduto presso l'ospedale San Francesco Caracciolo di Agnone  sul trasferimento presso l' Ospedale Veneziale di Isernia dei pazienti da sottoporre a dialisi perchè il medico in ferie  non viene  sostituito.Don Francesco non esita a fare una attenta analisi e ad attribuire le precise responsabilità dell'accaduto

 

"Si parla di Venafro, logico, è più importante di quello che è successo ad Agnone: ad Agnone SOLO 18 DIALIZZATI di ALTO MOLISE ed ALTO VASTESE sono stati sbattuti ad Isernia in 3 turni di cui uno notturno e nessuno dice niente, mentre a Venafro è bastato che il Dott. Sassi richiamasse la Di Pilla alle sue responsabilità e vedi come il medico è stato mandato a far dializzare 6 persone a Venafro (Km. 20 da Isenia) mentre grazie alla bontà (non oso dire altro) dei nostri operatori ben 18 pazienti di cui 5 dell'Alto Vastese, diversi con serissimi problemi di deambulazione, 3 infermieri di cui una si è ammalata,( e volevano anche il portantino in più che doveva andare, che non abbiamo), devono pelegrinare a scaglioni fino al 29, mattino, pomeriggio e sera dalla vicinissima e felice capitale altomolisana, raggiungibile con una comoda autostrada a 8 corsie (50 Km. da Isernia più i viaggi aggiuntivi) per trovare un posto in dialisi ad Isernia. Questo perchè il medico rimasto ad Agnone non può andare in ferie, infatti fino ad oggi ne ha fatte tantissime, circa 18 giorni, con aleno una revoca di ferie, perché da Isernia i 2 medici più uno presenti non possono spostarsi per solo 18 pazienti ad Agnone, ma per Venafro, con 6/12 sì. Oggi ho vissuto da operatore, collega e paziente l'intero dramma al Caracciolo, con l'ascensore rotto, l'impossibilità di usare le carozzelle, le sofferenze indicibili prima per far salire poi per far scendere parecchi dei 9 dializzanti di oggi, le loro difficoltà enormi di deambulazione, il Medico di Direzione Sanitaria che faceva il portantino, il centralinista, il volto afflitto e rassegnato di persone in grave difficoltà, gli autisti che andavano e venivano come matti, il dramma di dividere i pazienti, i familiari in subbuglio, e mi sono messo a piangere: io posso anche morire, fa niente, ma non è giusto trattare così persone con gravissime difficoltà motorie, di salute, fisiche: quando aiutavo loro a scendere le scale mi sono dovuto trattenere dal non piangere. C'è anche da dire che le infermiere erano disponibili ad attaccare i pazienti alle macchine, già preparate (e quindi oggi con uno spreco di circa 1.500,00 €. di materiali purtroppo monouso senza utilizzo) se qualche medico si fosse assunto la responsabilità, ma non ce ne sono stati: le conseguenze e paure legali sono state tante... oggi ho anche rimpianto di non aver fatto il medico: avrei rischiato io per evitare un dramma, come è successo"

 

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