Gli ultimi avvenimenti accaduti in sanità pubblica, che hanno portato l’ospedale San Francesco Caracciolo di Agnone alla ribalta delle cronache locali per le note vicende riguardanti il servizio di Dialisi, hanno riacceso timori e discussioni tra la popolazione dell’Alto Molise.
Il San Francesco Caracciolo va verso la definitiva chiusura, come qualcuno afferma, o attraverso il recente atto aziendale, che fotografa e ridefinisce la rete ospedaliera molisana, può sopravvivere e assolvere alle funzioni sanitarie di ospedale di area disagiata, come nello stesso atto aziendale viene definito?
A tal proposito Altomolise.net ha voluto intervistare il direttore della U.O.C. Medicina Interna Dott. Giovanni Amedeo Di Nucci che da lungo tempo presta la sua opera professionale presso l’Ospedale agnonese.
Il dottor Giovanni Di Nucci, nella lunga intervista telefonica, ha inteso innanzitutto precisare che l’ospedale agnonese nel tempo ha subito un lento e progressivo depauperamento di servizi, posti letto, reparti e organico. La situazione che si prospettava inizialmente era la chiusura e la riconversione dell’ospedale in Casa della Salute, come i nosocomi di Larino e Venafro.
Le lunghe battaglie condotte dagli operatori, cittadini di concerto con le amministrazioni, hanno portato al risultato odierno: Ospedale di area disagiata. Il dottor Di Nucci entra nel merito dei singoli passaggi e nelle maglie dell’organizzazione prevista dall’Atto Aziendale e afferma:
“ L ’Atto Aziendale è stato pubblicato in anteprima, prima dell’adozione formale della Direzione Generale, perciò va mantenuta alta l'attenzione e vi sono margini di intervento entrando nel merito dell’organizzazione e la definizione delle risorse
Tutto sommato sono previsti quei servizi e reparti contemplati dal decreto Balduzzi per gli ospedali di area disagiata, eccezion fatta per la chirurgia ambulatoriare d’elezione, day surgery e week surgery.E’ prevista una Unità Operativa complessa, quella di Medicina, una Unità Semplice di direzione sanitaria , il Pronto Soccorso e non un primo soccorso, il laboratorio analisi, la teleradiologia, emoteca, 40 posti di Rsa e 15 per ospedale diurno.”
Su questi reparti e servizi il dott Di Nucci aggiunge
”La completa assenza di previsione di una chirurgia elettiva ridotta che effettua interventi in Day surgery o eventualmente in Week Surgery con la possibilità di appoggio nei letti di medicina (obiettivo massimo di 70% di occupazione) nell’atto aziendale va assolutamente recuperata negli incontri successivi. Al S. F. Caracciolo abbiamo delle efficienti camere operatorie, a norma e professionalità tali da poter eseguire una buona chirurgia elettiva, che garantirebbe anche la presenza in organico di un numero maggiore di anestesisti”
Come si sofferma a lungo sul pronto soccorso
” nell’atto aziendale e’ previsto il Pronto Soccorso, che da un punto di vista organizzativo è integrato alla struttura complessa del DEA di riferimento che garantisce il servizio e l'aggiornamento relativo e non è importante se chi ci lavora non e' in organico strutturato al pronto soccorso del Caracciolo ma importante e fondamentale è l'efficacia e l'efficienza del funzionamento garantito dal numero, le professionalità, la qualità richiesta a tale servizio indispensabile per la popolazione"
.
Si dice d’accordo sul servizio di Teleradiologia, “sicuramente più efficiente ed efficace dell’attuale servizio”.
Sul Laboratorio analisi esprime molte perplessità: “ Non si comprende esattamente come si vuole organizzare il laboratorio analisi, ma non può essere un punto prelievi, deve poter garantire la fattibilità di esami di laboratorio che permettano di fare diagnosi in tempo reale ed è indispensabile ed altrettanto importante poter eseguire test ematici di virologia, batteriologia, immunologia" Come esprime disappunto per l’assenza di posti letto di lungo degenza.
Si dice invece sostanzialmente fiducioso e ottimista sull’organizzazione del servizio Dialisi presso il Caracciolo pur non essendo menzionato nell'atto aziendale
Conclude dicendo:
“ Il Caracciolo poteva essere uno di quegli ospedali chiusi per sempre, come è successo in tante altre realtà d’Italia, invece abbiamo la possibilità di avere servizi indispensabili come il Pronto soccorso presidiato da un organico medico dedicato all'Emergenza-Urgenza, e servizi per per la cura di patologie prevalenti riferite alla presenza di fasce di popolazione molto anziane, a questo va aggiunta una riorganizzazione della rete della medicina di base e territoriale , prevedendo tutte le specializzazioni ambulatoriali e servizi domiciliari h 24.
La recente delibera del Direttore Generale della Asrem che determina le nuove assunzioni di medici e non medici entro il 2017 è un'altra notizia che lascia ben sperare pe un rilancio del Caracciolo. Nessuno, in ogni caso, si può illudere che presso il S. F. Caracciolo di Agnone possano esistere le eccellenze sanitarie, ma sicuramente dopo la riorganizzazione con le giuste professionalità e le risorse necessarie si potrà garantire una buona qualità delle prestazioni in un ambito di totale sicurezza. I passaggi successivi con i vertici Asrem dovranno essere interlocutori e a chiarimento delle incertezze organizzative venute alla luce sinora”
Seconda parte decreto Balduzzihttp://www.nursind.it/nursind2/modules/edito/content.php?id=184
9.2.2 Presidi ospedalieri in zone particolarmente disagiate
Sono presidi ospedalieri di base che le Regioni e provincie Autonome di Trento e Bolzano possono prevedere per zone particolarmente disagiate in quanto definibili, sulla base di oggettive tecniche di misurazione o di formale documentazione tecnica disponibile, distanti più di 90 minuti dai centri hub o spoke di riferimento (o 60 minuti dai presidi di pronto soccorso) superando i tempi previsti per un servizio di emergenza efficace. Per centri hub e spoke si intendono anche quelli di regioni confinanti sulla base di accordi interregionali da sottoscriversi entro il 30 giugno 2013.
Tali situazioni esistono in molte regioni italia ne per presidi situati in aree considerate geograficamente e meteorologicamente ostili o disagiate, tipicamente in ambiente montano o premontano con collegamenti di rete viaria complessi e conseguente dilatazione dei tempi, oppure in ambiente insulare.
Nella definizione di tali aree deve essere tenuto conto della presenza o meno di elisoccorso e di elisuperfici dedicate.
In questi presidi ospedalieri occorre garantire una attività di pronto soccorso con la conseguente disponibilità dei necessari servizi di supporto attività di medicina interna, di chirurgia generale ridotta. Sono strutture a basso volume di attività con funzioni chirurgiche non prettamente di emergenza, con un numero di casi troppo basso per garantire la sicurezza dei ricoveri anche in relazione ai volumi per il mantenimento dello skill e delle competenze e che incidono pesantemente sulle tipologie di investimento richieste dalla sanità moderna, devono essere integrati nella rete ospedaliera di area disagiata e devono essere dotati
indicativamente di:
- un reparto di 20 posti letto di medicina generale con un proprio organico di medici e infermieri;
- una chirurgia elettiva ridotta che effettua interventi in Day surgery o eventualmente in Week Surgery con la possibilità di appoggio nei letti di medicina (obiettivo massimo di 70% di occupazione
dei posti letto per avere disponibilità dei casi imprevisti) per i casi che non possono essere dimessi in giornata; la copertura in pronta disponibilità, per il restante orario, da parte dell'equipe chirurgica garantisce un supporto specifico in casi risolvibili in loco; - un Pronto soccorso presidiato da un organico medico dedicato all'Emergenza-Urgenza, inquadrato nella disciplina specifica così come prevista dal D.M. 30.01.98 (Medicina e Chirurgia d'Accettazio ne
e d'Urgenza) e, da un punto di vista organizzativo, integrata alla struttura complessa del DEA di riferimento che garantisce il servizio e l'aggiornamento relativo.
E' organizzata in particolare la possibilità di eseguire indagini radiologiche con trasmissione di immagine collegata in rete al centro hub o spoke più vicino, indagini laboratoristiche in pronto soccorso. E'
predisposto un protocollo che disciplini i trasporti secondari dall'Ospedale di zona particolarmente disagiata al centro Spoke o Hub.
E' prevista la presenza di una emoteca. Il personale deve essere assicurato a rotazione dall'ospedale hub o spoke più vicino.