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Lettera aperta al Direttore Generale della Salute della Regione Molise,Marinella D’Innocenzo .

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Ho letto l’articolo del  Direttore generale della Salute  della Regione Molise,Marinella D’Innocenzo, pubblicato sul Quotidiano sanità e del quale vi segnalo il link per una completa e attenta lettura: http://www.quotidianosanita.it/molise/articolo.php?articolo_id=46792.

Non sono un’addetta ai lavori come la D’Innocenzo, sono una semplice cittadina che vive  sulla propria  pelle e su quella dei propri cari la riorganizzazione sanitaria, quotidianamente e nel concreto, che questi signori ci confezionano nel chiuso delle loro stanze, in situazioni avulse e lontane dalle nostre realtà. Il diritto di entrare nell’argomento mi viene dall’essere non solo utente ,ma soprattutto contribuente di un servizio che spesso e volentieri non risponde adeguatamente alle esigenze sanitarie delle nostre zone.

La D’Innocenzo “prova a riflettere seriamente sull’organizzazione dei Pronto soccorso” dopo i fatti di Nola,e,tra le sue conclusioni,giunge alla constatazione che “non si è posta sufficiente attenzione a situazioni epidemiologiche come quelle dei virus influenzali”.

Dottoressa,mi perdoni,ma sta scherzando?

Eppure i recenti  e devastanti fenomeni atmosferici avrebbero dovuto dimostrare  che l’attenzione che manca è quella dovuta al territorio dove l’ospedale insiste, altro che il virus influenzale. E, la prego, non ci venga a dire che è stata un’annata eccezionale: noi viviamo costantemente nelle annate eccezionali!

Il nostro territorio è eccezionale…altrimenti non saremmo stati considerati “area fortemente disagiata”. La informo che tutti gli anni ci sono paesi che restano tagliati fuori dal resto del mondo per le abbondanti nevicate ( o,al contrario,d’estate triplicano la popolazione grazie all’afflusso del turismo  anche di ritorno) e che l’eccezione è diventata la norma. Quello che però più colpisce nel suo articolo è questa affermazione :

"In questo tipo di dibattito il rischio è che riprendano forza posizioni campanilistiche che difendono piccole strutture più pericolose che inutili, spesso difese dagli operatori non come luoghi di cura, ma come luoghi di lavoro facilmente accessibili.

Non è inutile sottolineare che in molte località l’Ospedale, anche piccolo, rappresenta la maggior concentrazione di posti di lavoro in quel territorio, al di là di quanto e come fornisca assistenza.”

 Posizioni campanilistiche? Si riferisce all’ospedale “Caracciolo”? Difendere il proprio diritto alle cure sanitarie è adesso diventato campanilistico? Lo vada a dire a Capracotta,Vatogirardi,Belmonte,Pietrabbondante,Castiglione M.Marino ecc.ecc. Anzi ci faccia un favore,prenda una cartina geografica dell’Alto Molise e guardi da sola quanti “campanili” suonano in questa zona.

Per quanto riguarda gli operatori e le motivazioni per cui,secondo Lei,difenderebbero solo i propri interessi personali,lascio a loro la risposta ( ops…dimenticavo che li avete imbavagliati): sono sicura che sapranno spiegarle ,con una calma che io non so,cosa significhi lavorare in queste condizioni dove è solo il loro Lato B a rischiare (oltre quello dei pazienti,ma pare sia un particolare insignificante) insieme alla propria credibilità professionale:altro che luoghi di lavoro facilmente accessibili.

Per quanto riguarda invece il rischio dei pazienti volevo dirle che ha ragione:le piccole strutture sono inutili e pericolose, ma solo  se sono depotenziate e prive dei servizi che dovrebbero avere. Sono pericolose se ridotte nello stato in cui VOI le avete ridotte! 

Scrive ancora che “dobbiamo incidere e lavorare “su altre tipologie di assistenza residenziale a partire da quelle destinate alla popolazione più anziana e fragile”E da quando l’assistenza residenziale è una risposta all’emergenza/urgenza?  Da quando sostituisce le cure ospedaliere? A noi non servono le patatine fritte:ci manca l’arrosto. E di quella cospicua fascia di popolazione non anziana e fragile( la informo che esiste) che ne facciamo? C’è un’età giusta per rivolgersi ad un ospedale e una per mettersi nelle mani del Padreterno,magari così evitiamo anche il tiket? Anche a noi  “il Meridione è tanto caro”, ma in una accezione diversa dalla sua: certo,costiamo di più,siamo carissimi,perché paghiamo prezzi altissimi per vivere in queste zone,li paghiamo in termini di assenza di servizi,di viabilità da terzo mondo,di abbandono da parte delle Istituzioni. Se davvero  le fossimo “tanto cari” l’avremmo al nostro fianco, si batterebbe con noi perché ci sia riconosciuto nella realtà quello che alti burocrati riconoscono solo sulle carte. Mi è gradito inviarle un servizio fotografico di questi giorni…no…stia tranquilla…non di Agnone ( non sia mai detto che sia campanilista), le foto sono state scattate a Castiglione Messer Marino, provincia di Chieti, Abruzzo:hanno la sfortuna di far parte dell’utenza che afferisce all’unico ospedale di zona, quello di Agnone.

Ecco il link : https://www.facebook.com/simone.tatangelo.18/posts/1310249475685392?pnref=story. Non sono diverse da quelle di altre decine di comuni alto molisani, ma almeno spero di dimostrale che non sono “di parte”!.Ecco…lo vada a dire a loro che le piccole strutture sono inutili e pericolose , lo vada a dire alle decine di dializzati che avete saltato a piè pari nell’atto aziendale, glielo spieghi che non sarà un problema raggiungere Isernia o Campobasso, e ,già che c’è gli  e ci spieghi anche l’importanza “dell’ora d’oro”, quella che ti salva la vita…se Le riesce!

E lo faccia ORA. Venga ORA in Alto Molise, non in condizioni tranquille come ha sempre fatto. Il gatto delle nevi dei pompieri o quello dei carabinieri sono a disposizione. L’Ospedale Caracciolo è stato riconosciuto come di area fortemente disagiata e non come ospedale da rendere “disagiato”,a quello già avete provveduto da tempo. Sono certa si adopererà per non renderlo pericoloso e inutile…allora sì “giù il cappello” per il suo lavoro e quello dei suoi colleghi.

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