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"La Provincia di Isernia non può definirsi un costo inutile"

Il consigliere provinciale Mancini scrive a Tremonti e Berlusconi

redazione
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SOPPRESSIONE della Provincia di Isernia, il consigliere provinciale Giovancarmine Mancini, leader regionale de La Destra non ci sta. Prende carta e penna e scrive al Premier Berlusconi e al Ministro Tremonti. Si legge nella missiva del 'camerata' Mancini: "Illustrissimi Onorevoli, non più di due mesi fa, e precisamente il 3 marzo, abbiamo festeggiato con grande commozione il 40° anniversario della nascita della Provincia di Isernia e stamattina apprendo con grande sorpresa dalle agenzie di stampa che nella prossima manovra finanziaria le Province con meno di 220mila abitanti, le “Piccole Province” saranno soppresse. Tralasciando in questo momento di approfondire l’illegittimità di tale provvedimento in sede di manovra finanziaria, che appare in tutta evidenza e che certamente impugnerò se necessario nelle sedi opportune, noto che nell’elenco delle province sicuramente interessate dal provvedimento, anche il nome di Isernia, e questo richiama immediatamente la mia responsabilità politica di consigliere provinciale in carica per La Destra - Alleanza per il Futuro, di componente del Direttivo Upi, a sottoporre alla cortese attenzione delle SS.LL. alcune importanti riflessioni che possono essere lette, perché no, come un ultimo sentito appello affinché si possa ripensare sull’adozione di questo provvedimento che ritengo senz’altro disastroso. Non meno risentito è il mio orgoglio di cittadino di questa Provincia che da anni vive, lavora e impegna tutte le proprie risorse e le proprie energie per la crescita economica e culturale della stessa. So bene che l’abolizione dell’ente Provincia è un provvedimento auspicato da molti e da molti anni se ne parla, ma purtroppo adesso parrebbe essere la volta buona. E’ bene però ricordare Loro che con l’abolizione delle Province si cancellano con un unico durissimo colpo di spugna il lavoro, gli impegni, le lotte condotte da anni dalla nostra classe politica e dalla popolazione locale per lo sviluppo, la crescita e la valorizzazione dei territori e delle loro precise identità culturali. Possiamo mai accettare l’assunto che, nella fretta di emanare una nuova manovra Finanziaria, una Provincia sia definita utile o inutile solo partendo dal semplice dato della sua popolazione, partendo dal concetto di “piccola” Provincia? Gli interessi della popolazione, dei giovani, delle comunità locali non sono comunque gli stessi della provincia con maggiore estensione territoriale e di popolazione? Non sarebbe meglio considerare quelli che sono i dati di natura socio economica, le prospettive di sviluppo, i processi di crescita in corso, che in seguito a tale provvedimento sarebbero inesorabilmente interrotti, con effetti disastrosi per le economie locali? Il tutto mentre resta inattuata da anni l’istituzione delle città metropolitane che prevede la scomparsa di 12 grandi province. La cosa più incresciosa e assurda di tutta questa vicenda è che scomparendo la Provincia di Isernia il Molise diventerà una regione che coincide con la provincia. Nei bilanci della nostra provincia trovano spazio servizi fondamentali per la vita dei cittadini, spesso incomprimibili: miglioramento della viabilità, dei trasporti, tutela del territorio , protezione dell’ambiente. Per non parlare dell’azione politica tesa al alla formazione dei giovani e per assicurare ai nostri figli scuole sicure e accoglienti. Molte risorse economiche sono state destinate allo sviluppo dei territori con aiuti alle piccole e medie imprese, alla lotta alla disoccupazione, al sostegno dell’imprenditoria giovanile e femminile alla promozione della ricerca e della diffusione delle energie alternative e delle fonti rinnovabili. Altre risorse sono investite nella cultura, nello sport, nella promozione del turismo nei territori. Questi sono gli obiettivi per cui la nostra provincia affronta dei costi. Obiettivi di sviluppo e crescita, di cui mi si consenta, necessitano maggiormente proprie le “piccole” province, che, al contrario, con questa manovra si vogliono penalizzare, analizzando il problema semplicemente in termini di tagli dei costi. Come si fa a dire che cancellando le piccole province, cancellando la Provincia di Isernia, si avrebbe un reale risparmio di spese? A meno che non si voglia dire che si cancelleranno anche tutti i servizi e gli investimenti delle province e si licenzia tutto il personale impiegato, ipotesi quest’ultima quanto mai inverosimile. Ripensiamo al fatto non poco rilevante che le funzioni oggi svolte dalla piccole province dovranno poi essere delegate ad altri enti. Certo non ritengo auspicabile che dette funzioni possano essere assorbite dalle Regioni, che già ne hanno troppe da assolvere. Illustrissimi Onorevoli, il mio appello è: le Province devono essere mantenute, semmai riformate, rivalutate nelle loro funzioni. Senza parlare dell’importanza che le stesse rivestono come strumenti di democrazia popolare. Chiedo Loro, invece, di valorizzare il ruolo della Provincia di Isernia come comunità che si organizza in tutti i suoi aspetti economici, sociali e culturali, di valorizzare quelle di pianificazione e di coordinamento, funzioni che non possono essere surrogate se si vogliono perseguire politiche coerenti che puntano allo sviluppo equilibrato di un territorio. Tutto lo scoop a cui stiamo assistendo è solo una ulteriore dimostrazione di quanto oggi l’aspetto propagandistico e di speculazione sia forse più importante rispetto ad un’analisi seria delle problematiche, alla riflessione sulle possibili soluzioni alternative ai problemi. Siamo tutti sensibili alla riduzione della spesa pubblica, ma la Provincia di Isernia non può definirsi un costo inutile. La Provincia di Isernia da sempre pensa, lavora e programma per il futuro, per gli interessi del territorio, dei giovani, dell’ambiente, degli imprenditori. E’ inaccettabile da parte mia la generalizzazione ad estendere a tutte le Province, anche quelle che funzionano ed operano in maniera efficiente come quella di cui mi onoro di far parte, un giudizio inappellabile di “inutilità” di spesa da eliminare. Mi attendo quindi dalle SS.LL. un esame più approfondito della questione, e proprio dall’auspicato accoglimento di questa mia richiesta che, sono certo, interpreta anche quella di tutti gli abitanti di questa amata terra, che sarà possibile cogliere la Loro capacità di leggere e comprendere le reali esigenze del nostro Paese, valorizzando le realtà efficienti e riconoscendo le capacità di tanti amministratori che operano per il bene della collettività".
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