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Alitalia, Sabelli pronto all'addio

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Alitalia, Sabelli pronto all'addio "Risanamento concluso". Passo indietro dopo l'assemblea di bilancio L'ad uscente è tra i più convinti sostenitori dell'alleanza con Air France FRANCESCO MIMMO ROMA—Rocco Sabelli lasciaAlitalia. L'amministratore delegato che ha guidato il risanamento della compagniadaquando è stata rilevata dalla cordata italiana confluita in Cai nel 2008, è pronto all'addio. Il passo indietro arriverà entro la fine dell'anno, ma Sabelli potrebbe decidere di presentarelesuedimissioni giàdopo l'assemblea per l'approvazione di bilancio a maggio. Lo ha detto lui stesso, durante un intervento cheilmanagerhatenuto al'Aquila, la settimana scorsa. E nonostante le pressioni di Intesa, partner di Cai nel salvataggio di Alitalia e regista finanziario di quella operazione, la sua decisione appare al momento inamovibile. L'occasione per l'annuncio è stato il suo intervento all'exscuola Reiss Romoli per un ciclo di lezioni organizzate dall'Università dell'Aquila in collaborazione con Deloitte, il 14 aprile. «Ritengo conclusa la mia esperienza - ha detto Sabelli - e credo che entro il termine di quest'anno Alitalia possa uscire dalla fase emergenziale che mi era stata affidata. Ritengo d'altra parte che un ciclo cosl intenso non possadurarepiù a lungo. Sono un uomo curioso e quindi alla ricerca di nuovi stimoli». Sabelliavevaaffrontato laquestione in altre occasioni. Per esempio in una convention con i dipendenti Alitalia a febbraio. Ma non aveva mai manifestato così chiaramente le sue intenzioni di lasciare la guida della compagnia. Ad accelerare i tempi sarebbe ora la convinzione che la fase del risanamento dei conti Alitalia sia conclusa e che si apra adesso la partita, più complicata, delle alleanze internazionali indispensabili per recuperare quote di mercato. Alitalia ha chiuso il 2010 con ricavi in crescita del 14,1%x3,2 miliardi di euro, hapiù che dimezzato le perdite con un rosso di 107 milioni e ha confermato l'obiettivo di arrivare al pareggio operativo nel 2011. L'emergenza è finita, dunque, e Alitalia ha le risorse per stare in piedi da sola. Ma per crescere non basta. Sabelli è convinto, e lo ha detto più volte, che il futuro di Alitalia debba essere una fusione con Air France, che da anni ha forti appetiti sulla compagnia di bandiera italiana. Del resto era stata proprio l'offerta dei francesi a scatenare la polemica sulla "italianità" e a far nascere Cai, la società che hail 100%diAlitaliae che traisuoi soci conta Intesa, Benetton, Immsi (la finanziaria di Colaninno che controlla anche Piaggio), Gruppo Riva con quote dell'8,7% più una dozzina di altri soci minori e la stessaAir France che guida il pacchetto di soci esteri (21,95% in totale). Tutti intervenuti nel salvataggio con l'impegno anonvenderele propriequote per cinque anni. Alla scadenza di questo patto, nel 2013, secondo Sabelli, "l'abbraccio" con Air France sarebbe la soluzione migliore. Ma non la pensa così Roberto Colaninno, presidente di Alitalia e "capocordata" che lo ha ribadito in un'intervista ad Affari&Finanza lunedì: «Alitalia non sarà francese, non ci sono patti che impongano la cessione adAir Frane». Non una rottura traidue manager, uniti da un lungo sodalizio, ma una differenza di vedute sulla "fase 2" che potrebbe aver accelerato le decisioni di Sabelli.
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