RICEVIAMO e pubblichiamo una precisazione di don Francesco Martino relativa al suo ultimo intervento sulle questioni che attengono la sanità e i tagli al 'Caracciolo'.
"In merito alla mia riflessione personale pubblicata sui vostri giornali, è necessario, dopo il confronto dialettico e costruttivo avuto con i vari operatori, fare alcune precisazioni doverose. Innanzitutto, Don Francesco Martino parlava da semplice operatore sanitario, responsabile anche lui dell’andamento della struttura Ospedale San Francesco Caracciolo e si inseriva anch’egli nella critica. Non stiamo vivendo giorni tranquilli, come comunità ospedaliera, da troppi anni : veniamo accusati di sprechi, di inefficienze ed altro che spesso devono essere ridimensionati a semplici disguidi non voluti; siamo scesi sotto il livello di guardia del personale : sono rimasti solo 2 medici in radiologia, solo 4 anestesisti, solo 5 medici in medicina generale, 5 medici di cui uno a tempo determinato in ostetricia-ginecologia, un solo ortopedico, 2 medici per la dialisi di cui uno a tempo determinato… compresi i primari, che spesso fanno i medici. Questo è un dato che non si può negare : questo ospedale, sempre sotto organico, si reggeva e si regge solo sulle guardie mediche e le reperibilità: il personale che va in pensione non viene rimpiazzato, e ogni giorno è una guerra ed una lotta per garantire il funzionamento dei servizi eppure… si riescono miracolosamente a fare le nozze con i funghi, ma con i funghi... Siamo alla famosa “eutanasia passiva” o “eutanasia dolce”, perché anche la scomparsa di un centro decisionale effettivo ed economico ci ha inseriti in una logica o processo decisionale contorto ed estenuante, e i piccoli tagli amministrativi decisi altrove mettono in pericolo seriamente la struttura. Tutto questo non lo nego: però sono rattristato che, in questa situazione difficile, l’esasperazione ci possa dare dei pessimi consigli e ci conduca a far valere solo le nostre ragioni egoistiche e di ripicca, che poi pagano i cittadini. Ho detto soltanto : salviamo la nostra dignità facendo tutto quello che è possibile: l’impossibile, non è il nostro compito. E lo ripeto con chiarezza: ogni cosa va spiegata ai cittadini, però, secondo l’etica della giustizia sociale e del lavoro, durante il mio turno faccio tutto il possibile e lavoro per quanto possibile, non lasciandomi assalire dallo scoraggiamento, dalla ribellione, dalla ripicca, per non perdere la mia dignità. Allo straordinario non sono tenuto, e chi di dovere dovrà spiegarlo e perché. Come qualcuno diceva, è necessario stringere i denti, perché ci hanno messi all’angolo: ho sempre detto che non volevo un ospedale di targhette, dietro cui non c’è niente, ma un ospedale con tutto l’organico necessario, con tutti i presidi tecnici e di strumentazione necessari, con servizi veri e non fasulli : l’ho detto alle televisioni, ai giornali, a tutti… anche riprogrammato, e non è che, aiutato da tecnici competenti non di questa regione, non abbia avanzato una proposta… Non voglio essere polemico con nessuno, ma l’eutanasia passiva in atto non risponde a tutte le assicurazioni ricevute, anche dal mio Vescovo, che “l’ospedale non chiuderà”: si sta chiudendo per via amministrativa… è una realtà che non si può negare. Ma per favore, salviamo la nostra dignità e la nostra professionalità, anche assumendoci l’onere di spiegare agli utenti con cortesia perché l’impossibile non è possibile".