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Agnone- Fondazione "Per L' Atene del Sannio": Intervista al Prof Francesco Paolo Tanzj, ideatore e fondatore

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Questa sera, presso la sede di  Altomolise.net, abbiamo invitato il Professor Francesco Paolo Tanzj, professore di Filosofia presso il Liceo Scientifico di Agnone, scrittore, poeta. Uomo di cultura, fondatore   del Centro Studi Alto Molise, ideatore e organizzatore di numerose iniziative culturali nell’ambito cittadino,  regionale ed oltre.

L’invito di questa sera  al prof Tanzj  per una intervista è stato stimolato dai numerosi lettori che chiedono informazioni in merito alla neo-fondazione “Per L’Atene del Sannio”.

Buonasera prof Tanzj, ad Agnone (IS), si fa un gran parlare della Fondazione “Per l’Atene del Sannio”, con  la quale il Comune di Agnone ha attivato una forma di collaborazione. Ma molta è la scarsa informazione sull’argomento e anche tanta confusione.  Abbiamo deciso di farle una intervista  perché sappiamo che lei è stato insieme al dott. Paride Bonavolta l’ideatore della fondazione; ci dica, come è nata questa idea?

Intanto devo dire che l’idea iniziale di questa fondazione è stata del mio amico Paride Bonavolta, il quale circa 2 anni e mezzo fa mi chiese di supportarlo e di dargli una mano in questa avventura, con lo scopo di rafforzare l’immagine di Agnone e di iniziare una serie di iniziative che potessero portare a una vera e propria rinascita culturale della città definita giustamente dal D’Ovidio  “L’Atene del Sannio” Io ho accettato con piacere e per molto tempo abbiamo lavorato insieme, poi pian piano si sono aggiunte altre persone in questo nostro lavoro, fino ad arrivare al momento in cui, dopo una serie di contatti ovviamente anche con il comune della passata amministrazione, abbiamo formalizzato presso il notaio questa fondazione con l’atto costitutivo del 22 agosto 2015.

Ma perché una Fondazione e non una associazione o la gestione diretta dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Agnone?

Perché una fondazione,  rispetto alle normali associazioni di volontariato e rispetto anche alle attività dei vari assessorati alla cultura, ha ovviamente una maggiore capacità di operare essendo qualcosa di più strutturato e che può in realtà affrontare anche delle grandi operazioni, degli obiettivi importanti che la piccola associazione a volte non può fare e lo stesso comune a volte è impedito a causa dei problemi burocratico-istituzionali che ne rallenterebbero l’operatività.

Va bene professore, ma come mai non è stata pubblicizzata in maniera adeguata, come mai gli agnonesi ancora hanno tanta confusione rispetto a questa fondazione?

È molto semplice, perché tutti i lavori iniziali sono stati attivati da poche persone, fino a costituire un vero e proprio comitato promotore, il quale, con passione e altruismo, ha lavorato, anche attraverso una serie di rapporti intercorsi con il comune, per arrivare successivamente all’atto notarile. Per essere aperta al pubblico la Fondazione, una volta espletato una serie di attività necessarie  (come il riconoscimento da parte della regione, ecc…) illustrerà il proprio programma e le proprie finalità in una assemblea aperta a tutti i cittadini.

Ma perché affidare un settore cosi importante come il patrimonio artistico culturale di una cittadina a una fondazione?

Perché è una grande opportunità , perché solo in questa maniera si possono realizzare eventi e organizzazioni che altrimenti resterebbero solo sulla carta, come già altre volte è accaduto in passato. La stessa storia cittadina ci insegna che le grandi realizzazioni (vedi la centrale idroelettrica, la ferrovia Agnone – Pesco lanciano, etc… fino all’associazionismo più recente) sono state opera di gruppi di volenterosi che hanno agito privatamente per il bene di tutta la comunità.

Come  é avvenuto l’affidamento da parte del comune alla Fondazione “Per L’Atene del Sannio”. Qual è stato l’iter? Perché alla Fondazione e non altri soggetti?

E’ molto semplice. Come ho già detto, tutto ciò è stato proposto al Comune dal gruppo dei promotori  in una serie di incontri e sia la precedente amministrazione che l’ultima ne hanno giustamente compreso la validità. Non mi risulta che qualcun altro abbia proposto qualcosa di simile. Senta a me, i fatti valgono di più delle chiacchiere!

Senta professore, attualmente  il consiglio direttivo della fondazione é composto dal Presidente Franco Paolantonio, Luigi Falasca,  Armando Sammartino, Ida Cimmino, Franco Di Nucci, Daniele Saia, Linda Marcovecchio (gli ultimi due sono diretta espressione del consiglio comunale).  Come mai lei  e Bonavolta , gli ideatori, non ne fate parte?

È molto semplice, da parte mia io sono stato chiaro fin dall’inizio, sia con Paride Bonavolta che poi successivamente con gli altri soci fondatori e poi membri del consiglio di amministrazione: io sono stato felice di dare il mio apporto operativo per la nascita della fondazione, ma personalmente ho molte altre cose da fare e assolutamente non potrei  impegnarmi in nessun modo nell’organizzazione dei vari eventi che competono alla fondazione. Se mi permette, ho già lavorato tanto per Agnone, creando associazioni, eventi, ecc, e quindi,come si suol dire, “ho già dato” e adesso devo pensare a me stesso, alla mia attività di scrittore. Per quel che riguarda Paride Bonavolta, all’atto stesso della costituzione fu nominato Presidente, ma lui stesso al primo consiglio di amministrazione rinunciò volontariamente alla carica (che venne attribuita a Luigi Falasca, che ha ottimamente provveduto a tutte le prime incombenze istituzionali) preferendo dedicarsi agli aspetti organizzativi. Attualmente il presidente è Franco Paolantonio, che sta lavorando attivamente, insieme a tutto il Consiglio Direttivo, per dare il definitivo via a tutta l’operazione, a partire dall’assemblea pubblica e alla nomina di un Comitato Scientifico di alto spessore regionale e nazionale.

Senta professore quale saranno i passi successivi alla costituzione della Fondazione?  Ci può aiutare a capire  come una fondazione agisce, come si muove, che cosa dovrebbe gestire, come gestirlo, in che posti , come e quando insomma e quali sono i progetti?

Intanto diciamo una cosa, che questa operatività inizierà quando sarà ormai codificato il rapporto con il comune e la Fondazione poi porterà avanti quello che è uno dei suoi passi  fondamentali e cioè quello di coinvolgere coloro che già si sono dimostrati nel tempo interessati alla sua mission. Uno dei primi obiettivi sui quali siamo sempre stati tutti concordi è quello della creazione di un Museo civico che possa rappresentare non solo tutto il patrimonio artistico e storico agnonese, ma anche essere quasi una porta di ingresso al Molise, e questo è una grande operazioni per la quale ovviamente c’è bisogno di professionalità e di un grande lavoro preventivo. Finora sono stati più che altro assolti una serie di obblighi istituzionali e burocratici, che hanno comportato il loro tempo e che quindi hanno in parte rinviato l’inizio del  lavoro operativo della Fondazione. Credo che adesso siamo ormai giunti al momento fondamentale, quello dalla effettiva partenza. E quindi ci sarà l’incontro con i cittadini e si inizierà a progettare una serie di iniziative che competono alla fondazione. Ripeto ancora quella del Museo, quella dell’avvio degli studi di Storia del Cristianesimo legati a Baldassarre Labanca, che è stato uno dei più grandi personaggi agnonesi, ed altre attività che solo una fondazione può portare avanti anche perché solo una fondazione può avere dei rapporti di un certo livello con le Università, con centri culturali di livello nazionale, ecc.

A proposito di Università , cosa ne pensa della recente convenzione  stipulata tra Unimol e Comune di Agnone? E come la fondazione Per l’Atene del Sannio potrà, se potrà,   interagire con l’Università? Potrebbe crearsi un connubio produttivo?

Ci potrebbe anche essere un connubio, io non lo so, mi fa sempre piacere sapere che l’Università dopo tanti anni si sia decisa  a fare questo… E’ certo che nello stesso Comitato Scientifico devono far parte docenti dell’Università degli Studi del Molise, per offrire il loro decisivo apporto alle attività della Fondazione

La Fondazione avrà una sede logistica?

Si beh, certamente, soprattutto in questo consiste il rapporto con il comune, anche perché, essendoci due consiglieri del comune, vuol dire che lo stesso  è parte integrante della fondazione.  Inizialmente si parlava di Palazzo Bonanni, adesso forse di Palazzo San Francesco, ma di questo si sta interessando il presidente Paolantonio.

Professore, da quello che afferma si evince che la Fondazione sarà  il motore  di una grossa attività. Potrà  essere anche un investimento in termini occupazionali?

Deve assolutamente essere una grossa attività, altrimenti non avrebbe senso. Certo, tutte le grandi idee, se portate avanti, hanno ovviamente un riscontro  economico-occupazionale e quindi sociale e demografico; è ovvio, perché se si fanno delle cose a un certo livello, e partono veramente bene, significa anche creare gradualmente posti di lavoro per i giovani.

Può dire come arrivano e da dove i finanziamenti di una Fondazione?

La Fondazione (come tutte le altre a livello nazionale) si finanzia innanzitutto con le libere donazioni dei privati, i quali se credono nell’obiettivo e nella finalità della stessa, ne costituiscono il nucleo fondante…  e poi ovviamente attraverso i rapporti con la Regione, con la Fondazione Molise Cultura, con gli enti pubblici, con la Comunità Europea, con le aziende….

Senta professore, i rapporti con l’assessore alla cultura del comune  quali saranno?

Tengo a precisare che l’assessore alla cultura ne fa parte, è uno dei consiglieri, e questo sta a significare proprio che la fondazione è di tutti, non è di una parte o di un’altra e questo dovrebbe eliminare ogni dubbio e ogni sospetto.

Ci dica: allora la Fondazione non e’ “un gruppetto, una lobby  dei soliti noti”, come da più parti si vocifera?

Se mi permette queste sono delle affermazioni che io considero ridicole, perché ogni attività, ogni idea nuova, nasce sempre da poche persone che credono in quello che fanno e operano disinteressatamente  in quanto sono convinte che è il “fare” la cosa importante!  Di conseguenza si comincia in pochi e poi ovviamente ci si apre a tutti. Io non credo nel vano assemblearismo di facciata in cui si riuniscono 100 persone che parlano, parlano  e poi non concludono niente, come spesso è nelle italiche abitudini. All’inizio, come in tutte le cose, si è in pochi a cominciare e poi ci si apre a tutti.  La Fondazione è aperta a tutti, a 360°, a chiunque ha un’idea, a chiunque vuole attivarsi, a chiunque vuole farne parte, a chiunque vuole operare insieme per il bene e lo sviluppo della Città.

Ma questo è un suo principio o è un principio guida di tutti i membri della Fondazione?

Assolutamente non può che essere così, E’ quello che pensano tutti!

Allora decisamente lei vede la Fondazione come propulsiva per uno sviluppo economico di questo territorio?

Certo, assolutamente, se si attivano queste prime idee: il Museo, gli studi Labanchiani che possono portare qui studenti e ricercatori universitari a lavorare, se si riaprisse per esempio  la meravigliosa realtà della Festa del libro del 1999, ed altro ancora; tutto ciò non può altro che portare vantaggio all’economia locale, solo che le cose se si cominciano si devono portare avanti, perché se si fermano (come è accaduto più volte in passato!), allora è tempo perso.

 

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