A Prato, in Toscana, il 21 Aprile 2017 si e’ tenuto un importante convegno dal titolo “Insieme. Dal Porrajmos alla strategia nazionale con Rom e Sinti” che scaturisce da un progetto MIUR/DPO/UNAR che ha coinvolto circa 3000 studenti provenienti da tutta Italia, e facenti parte di un accordo di rete con capofila il Liceo Scientifico “N. Copernico” di Prato e comprendente l’I.T.E.P.S. “P. Dagomari” di Prato, l’I.S.I.S. “R.D’Aronco” di Gemona del Friuli, il Liceo “G.C. Vanini” di Casarano, l’Istituto omnicomprensivo “G.N.D’Agnillo” di Agnone, il Dipartimento di Scienze Sociali dell’Università di Siena, l’Associazione “Sucar Drom” di Mantova, l’Associazione Teatro “Ipotesi” di Genova e l’Associazione Stampa Toscana.
Il tema del convegno, conoscere il Porrajmos, l’olocausto dimenticato di ben 500.000 zingari, definito anche Samudaripen o “Tutti morti”, nel corso delle atrocità perpetrate durante la Seconda Guerra Mondiale in seguito alle Leggi razziali del nazi-fascismo, per capire l’esclusione sociale di cui le popolazioni rom e sinti sono ancora oggi protagoniste, salvo rare eccezioni come l' affermata stilista isernina di origine rom Concetta Sarachella, in arte Sara Cetty, e attivare strategie nazionali d’inclusione, costituire reti di sostegno e conoscenza, attivare percorsi di educazione alla cittadinanzaoffrire pari opportunità anche a settori della popolazione emarginati e ghettizzati e decostruire lo stereotipo odierno di “zingaro” .
Il convegno e’ stato articolato in laboratori teatrali, incontri con testimoni, elaborazione di materiale audiovisivo e realizzazione di una webserie sul canale youtube. Gli studenti della classe V A del Liceo Scientifico Giovanni Paolo I di Agnone, supportati dal professore di Lettere e Filosofia Francesco Paolo Tanzj, hanno portato al convegno un lavoro di ricerca storica da loro curata, un libro dal titolo "Una storia mai finita" avente come obiettivo quello di ripercorrere le vicende che portarono alla scoperta di due zingari Rom, Tomo Bogdan e Milka Goman, a quel tempo residenti nel campo Boario di Roma, internati negli anni ’40 nell’ex convento di San Bernardino di Agnone, perchè la pacifica e colta cittadina di Agnone, proprio per la presenza dal 1941 al 1943 del campo di concentramento di San Bernardino, è divenuta paradossalmente simbolo della persecuzione razziale nei confronti dei Rom e dei Sinti, tanto da venire studiata alla Sorbona di Parigi e indicata con evidenza in una cartografia del museo civico di Budapest.
Il libro "Una storia mai finita" e' dedicato a Milka che fu invitata ad Agnone ed è recentemente scomparsa all'età di 96anni, ripropone la ristampa anastatica del libro del 2001, I campi di concentramento nel Molise. San Bernardino e i confinati politici ad Agnone" e il racconto “Milka è tornata” con il resoconto di tutto ciò che è accaduto in seguito. E a seguire i due fondamentali nuovi capitoli riguardanti l’uno l’intervista degli studenti a Ernesto Grandini sul rinvenimento di altri parenti e nipoti dei Sinti internati ad Agnone e l’altro un’indagine critica sulle attuali condizioni dei Sinti e dei Rom in Italia. Al seminario conclusivo del progetto erano presenti in sala le figlie di Milka, Maria e Milena, visibilmente commosse per il ricordo tributato alla madre