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Rettifica del consigliere Scarano all'articolo: Acqua Pubblica- Il comune di Agnone aderisce all'Egam. Scarano: Agnone e i comuni dell' Alto Molise, messi da parte

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Allego la versione definitiva del comunicato stampa perchè, per mero errore di trascrizione, nella parte iniziale non ho scritto la parola "non".

Quindi, all'inizio è da scrivere "Agnone, il comune non aderisce all’Egam e Scarano commenta: «L’ennesimo favore fatto ai comuni col maggior numero di abitanti! E ancora una volta, .....

Ad ogni modo, nonostante l'errore iniziale, il contenuto dell'articolo è abbastanza chiaro e rispondente nei contenuti a ciò che è avvenuto in sede di consiglio comunale.

 

"Agnone, il comune non aderisce all’Egam e Scarano commenta: «L’ennesimo favore fatto ai comuni col maggior numero di abitanti! E ancora una volta, Agnone e l’Alto Molise sono stati messi da parte. E questa volta addirittura per una risorsa – l’acqua - che proviene proprio dai nostri territori.».

Commenta così Vincenzo Scarano, consigliere comunale di minoranza del Comune di Agnone, la delibera numero 31 del 7 giugno 2017 con cui il Consiglio Comunale di Agnone ha formalizzato la non adesione all’Egam (Ente di Gestione delle Attività Minerarie, ndr), con voto in tal senso del medesimo Scarano e della maggioranza - che ne ha condiviso le ragioni – e con voto contrario dei consiglieri dell’altra minoranza Daniele Saia e Giuseppina Catauro.

Il 7 giugno scorso, durante il Consiglio Comunale, l’amministrazione, nel rispetto della legge regionale, figlia di una direttiva europea, ha deciso di non aderire formalmente all’Egam, ente pubblico che gestirà le attività minerarie (tra cui l’acqua, ndr) nel tentativo di ottimizzarne le risorse ed evitarne gli sprechi.

L’ente, già oggetto di polemiche, è tornato a scaldare gli animi anche nella suddetta seduta consiliare quando il consigliere Vincenzo Scarano ha espresso le proprie perplessità e preoccupazioni che torna a esplicitare nella nota stampa: «Gli atti messi a disposizione non evidenziano il ruolo che ha avuto il Comune di Agnone -anche nella precedente amministrazione- nel corso della procedura che ha previsto l’istituzione di un Ente gestore delle acque e che ha previsto una normativa che rinvia molte delle attività e delle regolamentazioni ad un momento successivo che non è ben individuato né disciplinato». Spiega Scarano che «le maggiori perplessità emergono riguardo al ruolo di secondo piano che andrebbe a ricoprire Agnone nell’ambito di questa normativa, visto che il comma 1 dell’art. 8 della Legge della Regione Molise nr.4 del 2017 prevede che il Comitato d’Ambito è formato da:

a)-i sindaci dei comuni di Campobasso, Isernia, Termoli, Bojano e Venafro senza menzionare Agnone;

b)-nove componenti, ciascuno dei quali espressione di un Bacino ottimale corrispondente ad ognuno degli ambiti definiti ai sensi dell’art.4 della L.R. n. 1/2016. A tali fini, il Bacino denominato Alto Medio Sannio è suddiviso in due Ambiti: Alto Molise con i comuni della Provincia di Isernia, Medio Sannio con i comuni della Provincia di Campobasso». A riguardo, Scarano ha chiesto «se vi siano stati politicamente gli interventi svolti per supportare e difendere il nostro territorio e per rivendicare un adeguato ruolo per Agnone, quantomeno pari a quello previsto per i comuni di Venafro e Bojano. E ha rilevato che «non è chiara la ratio del legislatore, poiché da nessuna parte si evince il criterio seguito, ritenendo che, se -come asserisce il Consigliere Daniele Saia- si fosse tenuto conto del mero numero degli abitanti, allora ci si troverebbe di fronte ad una normativa incostituzionale e discriminatoria, perché Agnone, per tutti i servizi e le infrastrutture, conterebbe zero, e sarebbe inutile ogni forma di azione sulla viabilità, sulla sanità e sui servizi in generale, visto che, in base al mero criterio dei numeri, non avrebbe diritto ad alcunché». In particolare, il consigliere Scarano ha osservato «che, anche se il criterio seguito fosse quello dei numeri, in tal caso, si dovrebbero tenere in considerazione i numeri relativi all’acqua prodotta e non a quelli degli abitanti e che, nella fattispecie, Agnone produce più acqua o comunque un quantitativo di acqua rilevante rispetto, ad esempio, a Termoli, per cui il Sindaco di Agnone, anche in rappresentanza dei Comuni dell’Alto Molise, ha diritto di formare, ai sensi del comma 1, lettera a), dell’art. 8 della Legge della Regione Molise nr.4 del 2017, il Comitato d’Ambito, così come i sindaci dei comuni di Campobasso, Isernia, Termoli, Bojano e Venafro. Inoltre, l’attuale previsione normativa in materia non prevede alcun beneficio economico o di altra natura per chi produce l’acqua». Osserva Scarano «che un miglior principio, per la comunità di Agnone e dell’Alto Molise, sarebbe potuto essere quello di dare un più giusto riconoscimento a chi produce l’acqua da cui, in prevalenza, altri territori traggono benefici». Rileva, poi, che «in merito all’art. 11 della legge regionale di che trattasi -che prevede che l’Azienda Molise Acque è autorizzata a partecipare alla eventuale costituzione con i Comuni di una società in house per la gestione del servizio con una quota non superiore al 49%-, emergono altre perplessità in quanto, prima di costituire la predetta società, occorre capire quali siano i debiti e/o crediti che i singoli soci si portano dietro».

Il consigliere di minoranza ha chiesto «di disciplinare prima e meglio il ruolo di Agnone e dell’Alto Molise e, tenuto conto che si va a regolamentare un bene pubblico come l’acqua, che la normativa dia ampio spazio alla tutela di aree territoriali come quella di Agnone, che è tra le maggiori produttrici di acqua non solo a livello regionale e che, ingiustamente, è penalizzata per la carenza di infrastrutture e di servizi, nonché per il continuo taglio di finanziamenti e risorse nei vari settori, a cominciare da quello sanitario». E ha chiesto al Consiglio Comunale di esprimere il voto contrario all’adesione all’EGAM come voto di “Territorio” e non di “Partito” e che, quindi, in maniera compatta ed unanime, si esprimesse la volontà di impugnare l’attuale disciplina normativa, visto che solo in questo modo, a prescindere dal colore partitico, nel rispetto dell’obbligo di istituzione dell’EGAM, si potrebbe trovare una soluzione che meglio possa tutelare il territorio altomolisano, impugnando le previsioni di una legge che lo penalizza e tentando, successivamente, di ottenere una migliore previsione normativa in materia, anche sotto il profilo economico, visto che nessun vantaggio è attualmente previsto per chi produce l’acqua.

Per queste ragioni, ha chiesto di mettere ai voti, oltre la non adesione all’EGAM, anche la volontà di impugnare, prima che scadano i termini, la normativa che oggi penalizza la città di Agnone e l’Alto Molise -così da avere in futuro la possibilità di rinegoziare la questione-, ferma restando la necessità di informare e di coinvolgere tutti i Comuni interessati, che potrebbero unirsi al ricorso ad adiuvandum.

 

 

 

 

 

 

 

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