Nell’ultimo consiglio comunale sul provvedimento relativo alla conferimento della cittadinanza onoraria al vescovo di Trivento il gruppo consiliare “ Trivento che vorrei” si è astenuto dal voto per le seguenti motivazioni. Un sindaco che vuol concedere una cittadinanza onoraria non divide o isola le forze politiche, ma cerca di riunirle, pur nelle loro diatribe o divisioni ideologiche. Così non è stato
“ Siamo costretti, nostro malgrado ad astenerci dalla votazione del provvedimento non perché abbiamo remore di carattere personale nei confronti del vescovo di Trivento Monsignor Domenico Scotti, quindi nessuna questione sulla sostanza, ma sulla forma e sul modo con cui vuole essere conferita l’onorificenza.
Ancora una volta, il sindaco, coerentemente con la sua modalità di rivestire il ruolo di primo della classe, fa una proposta non a nome di un’intera assise, completamente e volutamente esclusa dal formulare e condividere le motivazioni del riconoscimento di una cittadinanza onoraria, ma a titolo personale, ponendo in questo modo l’intero Consiglio comunale di fronte al fatto compiuto.
Anche questa volta ci troviamo di fronte ad una motivazione già preconfezionata, non si sa da chi, senza che gli altri consiglieri abbiano avuto la possibilità di contribuire alle motivazioni di riconoscimento di eventuali meriti. La Conferenza dei capigruppo sarebbe stato il momento istituzionale per esprimere una motivazione condivisa da tutte le forze politiche presenti in Consiglio comunale. Al contrario si è preferito, del resto ormai come consuetudine, la cerchia dei generosi dispensatori di consigli.
Pertanto il gruppo consiliare “Trivento che vorrei” esprime con amarezza il proprio voto di astensione, facendo presente che un’analoga situazione si è già verificata nel 2015, in occasione del conferimento del riconoscimento di cittadino triventino onoris causa al signor John Linch, momento in cui l’astensione (con annessa dichiarazione da annettere al verbale di delibera consiliare) fu rimossa come segno di apertura, di dialogo e di buona volontà.
Evidentemente non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire.
Signor sindaco, sbagliare è umano, perseverare è diabolico.
Ci auguriamo inoltre che la cerimonia del conferimento di cittadinanza veda l’intero Consiglio comunale protagonista, così come è sancito nel regolamento di concessione, così come non è accaduto nel recente passato e soprattutto essa non sia delegata a qualche cerimoniere di corte in cerca di gloria!
Infine facciamo presente, come gruppo consiliare, che fino a quando questo Consiglio comunale non conferirà il nome ad una strada e la intitolerà in onore di monsignor Bertrando Gianico, a memoria dell’opera di istituzione delle scuole nella città di Trivento, lo stesso gruppo consiliare “Trivento che Vorrei” non prenderà mai più in considerazione alcuna forma ufficiale di riconoscimento nei confronti di chicchessia.
Rinnoviamo le nostre scuse a S.E. il Vescovo, ma non è certo la sua pregevolissima persona l’oggetto delle nostre censure.
Trivento, 24/07/2017
Il gruppo consiliare Trivento Che Vorrei