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Così il Comune boicotta i referendum

Un farraginoso meccanismo di aggiornamento delle schede elettorali mette a rischio il quorum a Schiavi

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SCHIAVI DI ABRUZZO - Per la serie come boicottare il referendum. L’esempio, non proprio edificante, arriva da Schiavi di Abruzzo. Il Comune montano, con una popolazione residente che sulla carta si aggira intorno alle mille unità, ha subito una sensibile riduzione dei seggi elettorali, passando da cinque a due. Sono state soppresse le sezioni in frazione Badia, Cannavina e Casali. Tutti gli elettori del centro montano, dunque, anche quelli delle contrade, che tra l’altro sono la stragrande maggioranza, dovranno votare negli unici due seggi rimasti: Schiavi centro e Taverna. Questa riorganizzazione troverà applicazione, per la prima volta, proprio in occasione del referendum del 12 e 13 giugno prossimi. E’ abbastanza intuibile che la riduzione dei seggi si tradurrà in una sensibile diminuzione delle persone che si recheranno alle urne, visto che in maggioranza si tratta di persone anziane, che vivono nelle frazioni e non sempre munite di autovetture. Quorum fortemente a rischio, dunque, a Schiavi di Abruzzo, più che altrove. A rendere ancor più complicato l’accesso al voto ci ha pensato, con una trovata che si commenta da sola, proprio il Comune. Nelle scorse settimane sono stati affissi, nei bar e nei locali pubblici del paese, alcuni avvisi, firmati dalla responsabile dell’ufficio elettorale, Fabiana Cirulli. Nel testo si legge, testualmente: «A seguito della revisione della ripartizione del Comune in due sezioni elettorali è necessario aggiornare i dati contenuti nelle tessere elettorali, pertanto si invitano gli elettori (con esclusione dei residenti a Schiavi e frazione Valloni) a presentarsi presso gli uffici comunali muniti di tessera elettorale per apporre il tagliando mod. 70 bis di aggiornamento». Un procedimento farraginoso che lascia il tutto nelle mani dell’elettore, il quale, secondo il Comune, dovrebbe recarsi in Municipio per far aggiornare la sua scheda elettorale. Si pensi ad un elettore anziano che da una delle frazioni deve, sempre che sia venuto a conoscenza della necessità di aggiornare la propria tessera elettorale, raggiungere il Municipio, magari con i mezzi pubblici o con un passaggio. Tra l’altro l’utilizzo dell’avviso pubblico affisso nei bar non assicura la capillare diffusione del messaggio. Sarebbe stato più semplice ed efficace procedere d’ufficio: il Comune avrebbe potuto emettere nuove tessere elettorali, già aggiornate, e farle recapitare direttamente agli interessati da un messo comunale o dalla Polizia municipale. Alla consegna l’incaricato avrebbe anche ritirato la vecchia scheda. In tal modo tutti gli elettori avrebbero avuto l’opportunità di votare nelle nuove sezioni e magari il raggiungimento del quorum sarebbe stato un’impresa meno impossibile. Se si fosse trattato di elezioni amministrative sicuramente il Municipio avrebbe escogitato un meccanismo più capillare ed efficace, cercando di favorire il più possibile l’accesso al voto.
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