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Trivento-Riconoscimento tardivo a Don Gianico, è l'accusa del consigliere Tullio Farina all'attuale sindaco

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Ho letto le parole e i pensieri del sindaco di Trivento su don Gianico scritte sul libro fatto pubblicare dai suoi ex  alunni ed in un primo momento  sono rimasto sconcertato perché mai sentiti uscire  dalla sua bocca,  in occasione della discussione consiliare sulla intitolazione di una strada in suo onore. L’unica espressione pronunciata  dal sindaco sul sacerdote, durante la discussione è stata quella che non era stato il solo a fare del bene per avere i meriti. Tutti i lettori certamente ricorderanno che dal 2002 fino a tutt’oggi ,ogni 10 di agosto, giorno della morte di don Gianico, usciva un mio articolo sulla opportunità non più rinviabile di un atto doveroso di omaggio e gratitudine  nei confronti di chi aveva contribuito alla crescita culturale del paese e puntualmente non c’era e non c’è stato mai  nessun riscontro positivo Se il sindaco di Trivento in 17 anni avesse  dato seguito ad un  solo pensiero tra quelli  espressi oggi sul libro non una strada, ma un ‘autostrada sarebbe stata intitolata all’illustre sacerdote ed educatore. Al contrario il suo imbarazzante silenzio e la sua pigrizia istituzionale hanno fatto sì che, mentre gli ex convittori, persone di grande sensibilità e di grande cultura, hanno  pubblicato un libro contenente ringraziamenti e ricordi, Il Comune di Trivento, come un rimorchio, si è limitato a concedere il  patrocinio all’iniziativa . Non poteva fare diversamente, altrimenti  sarebbe giunto al gradino più infimo dell’ingratitudine. Forse il fatto di vedere il suo nome scritto su un libro che, certamente farà  storia,  lo  avrà  convertito, non  sulla strada di Damasco, ma su quella  di Roccavivara.  Anzi gli è andata fin troppo bene, perché il comitato organizzatore  ha ritenuto, forse, per pubblico pudore  certamente   per imbarazzo istituzionale, non pubblicare nel libro   la delibera del consiglio comunale che bocciava la proposta di intitolazione di una strada , che si sarebbe dovuta chiamare “ Via Monsignor Gianico”.  Ed infatti   quello che avrebbe dovuto fare il Comune di Trivento cioè intitolare una strada,  cosi come proposto  dalla minoranza è stato  sonoramente bocciato con la delibera consiliare n. 59 del 22 0ttobre 2014, allorquando, il sindaco, massima espressione della municipalità con la sua passiva ed appiattita maggioranza, composta da otto silenziosi consiglieri,  ha respinto la proposta formulata dalla minoranza intera, con motivazioni semplicistiche e quasi infantili, con un ritornello che ripete dal 2009, quello  del rifacimento della toponomastica. Non si comprende, perciò, come mai oggi sciorina tante belle parole su don  Gianico e sul suo operato quando ieri non solo non ha fatto niente, ma addirittura ha remato contro. Evidentemente avrà voluto fare, come suo costume,  il solito dispettuccio a qualcuno che non può vedere,  non intuendo che alla berlina si sarebbe trovato il Comune di Trivento, inadempiente rispetto ad un atto dovuto. Oggi, solo perché è sindaco e non perché abbia mosso un dito per l’iniziativa del libro   campeggia in prima pagina su quel libro voluto solo ed esclusivamente da coloro che  veramente  hanno conosciuto e voluto bene a don Gianico. Se fossi stato con lui per coerenza, usando il gergo  calcistico,  che spesso utilizza per presunti meriti sportivi egli che si autoriconosce, per l’occasione  avrei passato la palla al vicesindaco. Avrebbe fatto una migliore figura. E’ proprio vero tutti i nodi vengono al pettine. Domani dovrà intitolare forse, suo malgrado, una strada negata tre anni fa con proposta preparata e confezionata da altri, pronta per l’uso. Questi i fatti, carte sante alla mano a disposizione di tutti, se richiesti. Ultima “ chicca comunale”: oggi sul sito del Comune tra gli eventi non risulta nessuna manifestazione programmata e per dirla con il grande Peppino De Filippo”  con questo ho detto tutto”

 

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