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Raffineria sul lago di Bomba, trema anche l'Alto Molise

Domenica l'incontro in Comune con i tecnici della ditta Forest Oil

redazione
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BOMBA - Dopo l’allarme trivellazioni in mare alla ricerca del petrolio, un’altra emergenza ambientale si abbatte sul Vastese. La notizia forse è stata volutamente edulcorata per evitare allarmismi e per non suscitare un’ondata di protesta, ma nel territorio a cavallo tra le valli del Trigno e del Sangro, a due passi dall’Alto Molise, precisamente sulle rive del lago di Bomba, dovrebbe sorgere, a breve, un impianto di estrazione e raffinazione di idrocarburi. E' previsto per domenica, infatti, a Bomba, un incontro tra la compagnia Forest Oil e la cittadinanza, finalizzato all’illustrazione del progetto. Ad alzare la voce su questa ennesima minaccia per l’ambiente del Vastese è Maria Rita D’Orsogna, nota esponente del mondo “verde”. In una nota diramata alla stampa dalla D’Orsogna si legge: «Nel comunicato della compagnia Forest Oil si afferma, in barba alle più elementari leggi della fisica, della chimica e della logica, che l’impianto di desolforazione previsto avrà impatti pressoché nulli sul territorio e che porterà solo benefici alla città e alla regione. Noi, cittadini e associazioni indipendenti, non pagati da nessuno, non ci crediamo e ricordiamo che il desolforatore della Forest Oil è semplicemente una variante del Centro Oli di Ortona. Non crediamo alla propaganda della Forest Oil per questi motivi: il direttore della Forest Oil International, Ronald Brown, nel 2008 aveva affermato ai suoi investitori americani che la zona presenta molte similitudini con il Vajont e che proprio per questo l’Eni aveva rinunciato a trivellare il lago, una zona idrogeologicamente fragilissima e già sottoposta a fenomeni di frane e di smottamenti. Nel suo rapporto di Viaanalizzato in dettaglio, la Forest Oil aveva affermato candidamente che le emissioni sarebbero state superiori a quanto previsto dalla già larga legislazione italiana. La provincia di Chieti, attraverso le dichiarazioni del suo presidente, Enrico di Giuseppantonio, ha già manifestato di essere contro le trivellazione selvaggia sul territorio d’Abruzzo perché incompatibili con le aspirazioni dei suoi residenti. Centinaia di lettere di opposizione sono state mandate agli uffici della Valutazione di impatto ambientale della regione Abruzzo di Antonio Sorgi da parte di comitati, scienziati, tecnici, commercianti, esponenti della chiesa, secondo quanto previsto dal trattato di Aarhus che afferma che la volontà popolare è vincolante. Le lettere hanno messo in evidenza le ripercussioni negative dell’impianto della Forest Oil a Bomba per tutti i portatori di interesse. E’ la storia che si ripete, identica, del Centro Oli di Ortona, dove la ditta proponente cerca di far passare per utile alla collettività un progetto che serve solo alle speculazioni di industriali stranieri che non conoscono nulla dell’Abruzzo. Esortiamo l’assessore provinciale all’ambiente Eugenio Caporrella, il presidente Di Giuseppantonio, il sindaco di Bomba, Donato Di Santo, e il reponsabile del comitato Via Antonio Sorgi a farsi interpreti seri e onesti della volontà popolare perché l’Italia è una democrazia e non un campo di gas aperto a speculatori senza scrupoli venuti chissà da dove. Infine, invitiamo tutti ad attivarsi perché non possono esistere cittadini di serie A e di serie B. Se il centro Oli non era giusto per Ortona non può nemmeno esserlo per Bomba, e per nessuna altra località d’Abruzzo».
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