Schiavi senza quorum. Un altro primato, positivo e negativo dipende dai punti di vista, per il piccolo centro dell’Alto Vastese: è l’unico comune dell’entroterra dove non si è raggiunto il quorum di validità per i referendum.
La percentuale di votanti si è fermata al 49, 79 per cento. Nel seggio numero uno, quello di Schiavi centro, hanno votato 242 elettori su 483, quindi il quorum del 50 per cento più è stato raggiunto, sia
pure di pochissimo, praticamente grazie ad un solo elettore. Nell’altro seggio però, quello di frazione Taverna, le cose sono andate diversamente: 198 votanti su 414 iscritti, quindi con una percentuale intorno al 48 per cento. Facendo la media tra i due seggi il referendum, a Schiavi, non ha raggiunto il quorum. Su questo risultato hanno pesato la riduzione del seggi, scesi da cinque a due, e una
singolare trovata del Municipio per l’aggiornamento delle tessere elettorali. Vista la riduzione delle sezioni, agli elettori si è chiesto
di recarsi preso la sede municipale per l’adeguamento delle tessere personali. Il Comune avrebbe potuto agire diversamente, procedendo magari al ritiro dei documenti mediante proprio personale, aggiornando d’ufficio, se così si può dire, le tessere. Sarebbe stato più semplice
ed efficace, visto che la popolazione delle frazioni è composta in maggioranza da anziani, molti dei quali non muniti di auto o altri mezzi di locomozione. Così non è stato e probabilmente il quorum ne ha risentito, in negativo. Ad onor del vero, forse nel tentativo di rimediare ad un errore di valutazione commesso, il Municipio ha anche
predisposto un servizio di trasporto pubblico, per favorire l’accesso al voto dei residenti nelle frazioni, ma non è stato abbastanza.
E mentre a Schiavi di Abruzzo il quorum non è stato raggiunto, altri centri dell’Alto Vastese si sono distinti per l’alta affluenza alle urne. Il primato spetta a Torrebruna, che ha fatto registrare un vero e proprio plebiscito in favore del sì, con un 98,65 per cento. I votanti sono stati 614, pari al 73,79 per cento. Commenta con soddisfazione
questo risultato il sindaco Nicola Petta: «Vorrei sottolineare
il senso civico e di responsabilità di tutti i miei concittadini
che si sono recati alle urne in massa. Una dimostrazione di attenzione
a temi importanti e che ci toccano da vicino, come quello della privatizzazione dell’acqua e del nucleare. Come sindaco di questo
comunità sono assolutamente soddisfatto dall’esito delle urne e voglio ringraziare pubblicamente i cittadini di Torrebruna».
Proprio a Torrebruna, nei giorni precedenti il voto, il Cat, un’associazione culturale di giovani, ha organizzato conferenze a tema
e momenti di sensibilizzazione sui quesiti referendari.
Al secondo posto per numero di elettori votanti il comune di Celenza sul
Trigno, con un 68,17 per cento. A seguire, in terza posizione, Castiglione Messer Marino, dove ha votato il 65,62 per cento degli
aventi diritto. Nel più popoloso centro montano l’Arci, l’Idv e il Pd raccolsero anche le firme, circa cinquecento, per l’indizione del referendum. Il 97,19 per cento in favore del sì ripaga gli sforzi dei referendari. A scendere nella classifica si trova San Giovanni Lipioni,
dove i votanti sono stati il 62,81 per cento degli aventi diritto e i sì hanno conquistato un 95,80 per cento. Più in basso Carunchio,
con il 57,59 dei votanti; Fraine, con il 51,42 per cento e, in penultima posizione, Castelguidone, dove hanno votato 215 elettori,
cioè il 50,72 per cento degli iscritti.