Lui non si sente un traditore, ma, da oggi, ad Agnone tutti lo considereranno tale.
Massimo Agovino lascia il club granata e va a sedersi sulla panchina degli acerrimi nemici dell’Atletico Trivento.
Il matrimonio tra l’allenatore campano e i trignini sarà sancito oggi alle 18:30, quando le parti si incontreranno discutere del nuovo progetto voluto da patron Falcione e mettere nero su bianco. Dopo quelle di Aquaro e Nunziata, dunque, ai tifosi dell’Agnonese viene inflitta una terza pugnalata al cuore. La più dura, perché arriva dal personaggio simbolo della ricomparsa degli altmolisani nel panorama dell’interregionale e che aveva detto in tempi non sospetti: «Altrove ma mai a Trivento».
Lo sa benissimo anche il diretto interessato, che, però, cerca comprensione: «Lascio perché dopo quattro anni intensi e indimenticabili sono venuti meno gli stimoli – esordisce il mister – perciò chiedo ai tifosi di non chiamarmi traditore, perché la mia è soltanto una scelta professionale.» Al di là della fuga verso Trivento, Agovino tiene a precisare che il suo futuro sarebbe stato in ogni caso lontano da Agnone: «Sono un tipo molto ambizioso e amo le sfide – prosegue – purtroppo in altomolise mi sentivo ormai appagato e so che con i granata non si poteva ambire a qualcosa in più di un campionato tranquillo. D’altronde, quest’anno avevo dichiarato più volte che dopo aver portato la squadra alla salvezza, avrei tolto il disturbo. Anche la società lo sapeva, tant’è che mi ha espressamente detto di guardarmi altrove fino al 30 giugno. Insomma, tutti sapevamo che era arrivato il momento di cambiare e così è stato.» Ora parte una nuova avventura, in una società che ha ridimensionato gli obiettivi rispetto alle passate stagioni.
Ancora Agovino: «Sono sfortunato, non riesco mai a lottare per qualcosa di importante. Scherzi a parte, tra me e il presidente Falcione c’è un rapporto di stima reciproca e ci sono le basi per affrontare al meglio il campionato.» Campionato che, prima o poi, farà incrociare il trainer con il suo (ormai) passato: Quel giorno sarà dura per me – ammette Agovino – perché ad Agnone ho conosciuto persone straordinarie che mi hanno voluto un bene infinito e a cui ho voluto un bene infinito. Quando tornerò mi aspetto fischi e insulti ma, allo stesso tempo, saprò che provengono da gente che conosce il mio affetto per Agnone. D’altronde, qualora ci fosse indifferenza, significherebbe che non ho lasciato il segno. E questo sarebbe ancora più brutto.» Proprio per questo l’ultimo messaggio va alla tifoseria granata: «Non odiatemi – conclude “Magovino” – ad Agnone ho vissuto gli anni più belli della mia carriera, non dimenticherò mai che la dirigenza mi ha continuato a dare fiducia dopo nove sconfitte consecutive (in questa stagione, ndr) e, dunque, quando tornerò a giocare lì da avversario mi sentirò di applaudire la tribuna.»