CAMPOBASSO - La Commissione parlamentare per il federalismo fiscale ha ascoltato le audizioni sullo stato di attuazione della legge delega 42 del 2009. Ossia la legge che, attuando l’articolo 119 della Costituzione italiana, assicura “autonomia di entrata e di spesa di comuni, province, città metropolitane e regioni e garantendo i princìpi di solidarietà e di coesione sociale, in maniera da sostituire gradualmente, per tutti i livelli di governo, il criterio della spesa storica e da garantire la loro massima responsabilizzazione e l'effettività e la trasparenza del controllo democratico nei confronti degli eletti”, ovviamente disciplinando il fondo perequativo per i territori con minore capacità fiscale per abitante e prevedendo l’utilizzo di risorse aggiuntive per perseguire “lo sviluppo delle aree sottoutilizzate nella prospettiva del superamento del dualismo economico del Paese”. Dalle audizioni dello scorso 5 luglio emerge che le regioni a statuto ordinario spendono, per il funzionamento di tutti gli enti locali, oltre 153 milioni di euro. Si tratta di spese correnti, ossia quanto gli enti locali spendono per esercitare la propria attività relativamente ai servizi pubblici resi, il mantenimento delle strutture, del personale, ecc… Ragionando per regioni, nella cifra sono comprese anche gli impegni di spesa delle Province e dei Comuni. Il Molise, coni suoi 320.229 abitanti (popolazione esistente al 1 gennaio 2010), ha una spesa corrente delle amministrazioni locali pari a 1.048.064.419 euro. Ossia, ogni molisano contribuisce alle spese delle amministrazioni locali presenti sul territorio con un importo pari a 3mila 273 euro a cranio a dispetto della media nazionale che si ferma a 2mila 986 euro. Dati che piazzano la regione più piccola d’Italia al terzo posto per le spese, dopo Emilia Romagna e Liguria che vantano una popolazione di molto superiore. La popolazione emiliana, infatti, composta di 4.395.569 persone, contribuisce con 3.870 euro. Solo 597 euro in più rispetto ai molisani che vivono nella loro regione, mentre ai liguri le amministrazioni locali costano 3mila 473 euro procapite. Nei dati diffusi da Rete Imprese Italia vengono considerate a parte, ovviamente, le regioni a statuto a speciale. Cifre che sembrano ben coincidere con un altro primato del Molise, primo in classifica per numero di dipendenti pubblici in rapporto alla popolazione come diffuso lo scorso 21 giugno da Bankitalia che specifica “non c’è un comparto nel settore pubblico che non veda il Molise primeggiare”. La spesa pro capite per il personale della Regione Molise, dice Bankitalia relativamente al 2010, è stata di 163,6 euro, un valore quasi quadruplo rispetto a quello medio delle regioni a statuto ordinario (41,9 euro) e più del doppio rispetto a quello medio del mezzogiorno. Il divario è riconducibile essenzialmente al maggior numero di addetti per abitante. Anche se le punte massime del rapporto più alto tra abitanti e dipendenti pubblici si toccano negli enti territoriali (104 addetti contro gli 83 della media nazionale) e nella sanità (122 addetti ogni 10mila abitanti) dove si supera dell’8% le altre regioni. “E io pago”.
In basso, in foto, la tabella riassuntiva della spesa pubblica delle Regioni