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FARE CASSA CON L'EOLICO, PICCOLI COMUNI ANCORA PENALIZZATI

Con la deregolamentazione dei "certificati verdi". Lo sostiene il sindaco di Capracotta, Antonio Monaco

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MANOVRA FINANZIARIA, continua a piovere sul bagnato Ancora probabili tagli per i Comuni con la deregolamentazione del mercato dei “certificati verdi” Un’ennesima contraddizione del Governo nazionale emerge dalla manovra finanziaria appena approvata. Il nostro Paese da una parte prende l’impegno con l’Unione Europea di perseguire l’obiettivo del 20+20+20, raggiungere nel 2020 una produzione di energia da fonti alternative nella misura non inferiore al 20% , con contestuale riduzione del 20% di emissione di CO2 nell’atmosfera, dall’altra parte approva una norma che rivoluziona il sistema dei certificati verdi creando forte allarmismo sia nelle società che hanno investito nel settore delle energie rinnovabili, sia agli amministratori degli Enti Locali che hanno aderito a progetti energetici puliti o che hanno in corso procedure finalizzate a tali scopi. La manovra lacrime e sangue che già tanto penalizza le autonomie locali, va ad incidere anche sui certificati verdi per le energie rinnovabili e anche questa disposizione rischia di pesare sui bilanci comunali. In questa problematica, che a prima vista sembra complessa ma che nei fatti non lo è, fino ad oggi entravano in gioco tre soggetti: 1) il G.S.E. (Gestore dei Servizi Elettrici) 2) le società produttrici di energie alternative 3) società o Enti obbligati a utilizzare energia da fonti rinnovabili per almeno il 2% Grazie alla recente manovra finanziaria in questa partita entrano in gioco anche gli speculatori, i parassiti dei mercati finanziari nazionali ed internazionali, che dai momenti di difficoltà traggono benefici a scapito degli interessi collettivi. Nella pratica dei mercati quotidiani, ante manovra finanziaria, accadeva che le società in grado di dimostrare la produzione di energia pulita ottenessero dal G.S.E. i cosiddetti certificati verdi, che venivano rivenduti a quelle società o enti che seppur obbligati a rispettare standard di utilizzo di energia alternative non riescono a produrla per svariate motivazioni. Qualora le aziende produttrici restavano proprietarie di certificati verdi invenduti il G.S.E. era obbligato a riacquistarli. Con la manovra finanziaria appena approvata questo obbligo viene meno generando, come denunciato anche dall’ANEV, Associazione Nazionale Energia del Vento, una destabilizzazione di tutto il sistema. Tutto ciò spianerà la strada a speculazioni finanziarie sulla oscillazione dei prezzi dei certificati Verdi, proprio in un momento di gravissima crisi nazionale ed internazionale dove le speculazioni sono all’ordine del giorno. Il nostro Governo mentre a parole dichiara la volontà di neutralizzare o limitare queste ignobili operazioni perpetrate dai poteri economici nazionali ed internazionali, nella pratica consente agli speculatori di turno di intromettersi in un mercato che fino ad oggi era ben regolamentato e non dava spazio alle speculazioni ed ai facili arricchimenti. Assisteremo ad una riduzione degli investimenti nel settore delle energie alternative, in netta controtendenza all’ambizioso progetto del “Patto dei Sindaci” lanciato dalla Commissione Europea, al quale stanno aderendo migliaia e migliaia di amministrazioni dei Paesi Europei che si prefigge il lodevole fine di creare condizioni ambientali e di vita più sostenibile da lasciare alle future generazioni. Le conseguenze della scelta governativa la pagheranno non solo le società detentrici dei certificati verdi invenduti, ma ancora una volta i bilanci di quei Comuni che hanno creduto nelle fonti energetiche alternative, perché alla sicurezza delle entrate subentrerà lo spauracchio delle speculazioni incontrollabili e la quasi certezza della riduzione degli introiti per le casse comunali. Se il Governo non ha voluto lasciare nemmeno queste risorse ai piccoli Comuni vuol dire che è in atto un disegno ben preciso: l’estinzione delle piccole comunità. Ancora una volta si cambiano le regole del gioco durante la partita. Questo modo di fare è diventato ormai inaccettabile, e solo una forte mobilitazione sia degli amministratori locali che di semplici cittadini può portare a modificare questa tendenza che ha preso piede nel nostro Paese, dove il vivere alla giornata sta portando conseguenze devastanti per interi ceti sociali, fatti salvi quelli che da sempre non hanno mai pagato le crisi, ma che dalla crisi o dai disastri naturali, sghignazzando, ne hanno tratto sempre benefici ed arricchimenti.
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