CASTIGLIONE MESSER MARINO - A Celenza sul Trigno si deve ricorrere al Tar per tentare di salvare l’asilo paritario gestito dalle suore dai tentativi di soppressione posti in essere dal sindaco Venosini. Più a monte invece, a Castiglione Messer Marino, è la scuola statale per l’infanzia che rischia seriamente di chiudere perché la paritaria parrocchiale gli sottrae la materia prima: i bambini.
Sulla singolare vicenda registriamo l’intervento di Enzo Fangio, già consigliere di minoranza in Consiglio comunale, e coordinatore cittadino dell’Italia dei Valori a Castiglione.
«Mentre a Celenza va in onda il remake in chiave casereccia di don Camillo e Peppone, con il sindaco Venosini che vuole fare chiudere l’asilo paritario ed è già riuscito a farsi autorizzare l’attivazione dell’omologa struttura statale, a Castiglione Messer Marino si rischia la chiusura di quello pubblico. Non però per uno scontro tra opposte fazioni, ma semplicemente perché le mamme hanno preferito iscrivere in massa i loro bimbi all’asilo delle suore che in paese viene considerato un’istituzione. Per il prossimo anno scolastico - spiega Fangio - la scuola dell’infanzia statale conta solo dodici bambini tra i tre e i cinque anni, più due al di sotto dei tre anni, che però non possono essere conteggiati nel totale degli alunni. Per il prossimo anno salterà il turno pomeridiano se a breve non arriveranno almeno altre tre iscrizioni. Le suore, invece, “scoppiano di salute” con i loro quaranta bambini».
Stando ai numeri snocciolati da Fangio, per una famiglia che decide di iscrivere il proprio bambino all’asilo statale, ce ne sono altre quattro che optano per quello delle suore. Una percentuale “bulgara” che, a lungo andare, è questo il ragionamento di Fangio, potrebbe causare la chiusura della scuola statale per l’infanzia. Sarebbe interessante capire i motivi che spingono quasi otto genitori su dieci a non scegliere l’asilo statale. La progressiva diminuzione di iscrizioni avrà sicuramente attirato l’attenzione del dirigente dell’istituto comprensivo, che si sarà fatto qualche domanda e magari dato anche delle risposte.
Tornando ai fatti, Fangio riprende: «Qui non si tratta di fare guerre di religione, ma di pensare anche al futuro perché questa rappresenta una piccola crepa che si è aperta nel già fragile sistema di servizi che i paesini di montagna vedono di anno in anno ridursi. Se salterà il turno pomeridiano anche le altre mamme potrebbero optare per il paritario che riesce a garantire il tempo pieno con il rischio di veder scomparire la scuola pubblica per l’infanzia. L’asilo delle suore, che fino a qualche anno fa era il solo presente, ha fatto crescere intere generazioni e nel cuore di tutti noi evoca ricordi e belle emozioni e la scelta delle mamme è comprensibile. L’auspicio, però, è che al più presto ci siano altre iscrizioni che possano salvaguardare per quest’anno l’istituto anche in vista dell’anno prossimo quando ci saranno più di venti bimbi che avranno diritto a frequentare l’asilo e si spera possano in parte optare per quello pubblico. Quello che si sta verificando, nei prossimi anni farà da effetto domino anche per tutto l’istituto comprensivo di Castiglione, anche perché Montazzoli ha chiesto di distaccarsi dal nostro istituto e di aderire a quello di Tornareccio. Verrebbero così a mancare i presupposti per tenere in vita il distretto. Considerando che Montazzoli fa parte della nostra stessa Unione dei comuni sembra alquanto strano un tale atteggiamento dell’amministrazione comunale che ha avallato la richiesta. Se l’Unione dei comuni deve servire solo per condividere una macchina spazzatrice, per far girare il nostro vigile urbano come una trottola nei vari comuni per risparmiare qualche euro e quando c’è bisogno di unire veramente i servizi ognuno pensa al proprio tornaconto, allora non ne se capisce l’utilità. La scusa che hanno accampato, dicendo che tra qualche anno non avranno più le medie e non vogliono venire a Castiglione per evitare i disagi invernali, non regge. Ormai le strade sono quasi sempre percorribili, i bimbi di Fraine e Schiavi cosa dovrebbero dire? Comunque - chiude Fangio - se l’amministrazione di Montazzoli chiederà il distacco da Castiglione credo che il prossimo anno, con la nuova amministrazione, bisognerà valutare se continuare o meno la nostra adesione all’Uninone dei comuni. Sarà forse arrivato il momento di stringere forme di collaborazione più strette con i nostri “cugini” di Schiavi e Fraine? Essere in un’Unione implica anche essere solidali tra i vari componenti, altrimenti se ne può fare anche a meno».