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Mazzuto e De Matteis in trincea per difendere... la poltrona

Azione congiunta dei presidenti delle Province del Molise per resistere ai tagli annunciati

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LE PROVICE MOLISANE FANNO FRONTE COMUNE CONTRO IL RISCHIO DI ESSERE ABOLITE. LE PROPOSTE DEI PRESIDENTI DE MATTEIS E MAZZUTO PER SALVAGUARDARE L’AUTONOMIA REGIONALE. Si è tenuta questa mattina nella sala Giunta della Provincia di Campobasso una conferenza stampa congiunta dei Presidenti delle Province di Campobasso e Isernia, Rosario De Matteis e Luigi Mazzuto, sulla questione riguardante la soppressione delle Province con meno di 300mila abitanti e 3mila chilometri di superficie. Una misura, quest’ultima, contenuta nella manovra finanziaria varata nei giorni scorsi dal Governo e che metterebbe a rischio entrambi gli enti molisani. De Matteis e Mazzuto, in perfetta sintonia con le decisioni scaturite nell’ultimo vertice dell’Unione delle Province Italiane (Upi), hanno innanzitutto ribadito il loro fermo no alla soppressione delle piccole Province. “Il nostro – ha detto il Presidente De Matteis – è un fermo no all’abolizione delle piccole Province. Chi ha deciso di inserire questa norma nel decreto della Finanziaria evidentemente non conosce i reali costi e le importanti funzioni svolte da questi enti. Alla riunione dell’Upi abbiamo espresso le nostre considerazioni e ne è scaturita la richiesta di stralcio di questo provvedimento dal decreto. Basti pensare che l’abolizione delle 29 province produrranno un risparmio di soli 93 milioni di euro a fronte dei 6 miliardi di euro dei costi degli apparati parlamentari. Ritengo, dunque, – ha sottolineato De Matteis - che si sia trattata di una presa in giro nei confronti degli italiani. Le ripercussione più negative, poi, ce le avrebbe il Molise che con l’abolizione delle due Province rischia di perdere l’autonomia regionale. Per non parlare, poi, dell’articolo 4 del decreto legislativo della Finanziaria. Articolo che nega alle regioni con una popolazione inferiore ai 500mila abitanti di avere le Province, andando in netto contrasto con l’articolo 114 della Costituzione. In sostanza, – ha evidenziato De Matteis - anche il ruolo della Regione verrebbe ad essere completamente snaturato, passando da organo legislativo ad amministrativo. Le importanti funzioni svolte dalla Provincia, poi, non possono sommarsi a quelle della Regione.”. Dello stesso avviso anche il Presidente Mazzuto. “Non a caso – ha detto il presidente dell’ente di via Berta – ho definito questi provvedimenti con il termine “Solleone”. Non si può spiegare diversamente, ad esempio, il fatto che su venti regioni il Molise sarebbe l’unica che, di fatto, rischia la scomparsa. Si parla tanto di abolizione delle Province come se si trattasse di un’anomalia tutta italiana. Vorrei, invece, ricordare che queste istituzioni esistono in tutti i paesi d’Europa e svolgono ruoli molto importanti in quanto danno risposte concrete ai territori e garantiscono servizi che altrimenti non ci sarebbero. Segnali positivi contro l’abolizione di questa norma sono arrivati, però, nelle ultime ore, oltre che dall’Upi, anche dalla Commissioni Bilancio e da quella Affari Costituzionali che hanno chiesto lo stralcio di questa norma e di quella contro i piccoli Comuni perché anticostituzionali. E anche il segretario del Pdl, Alfano, è stato chiaro nel dire che le Province o sono utili tutte o vanno abolite tutte. In ogni caso, se la norma dovesse rimanere così com’è, potrebbero esserci innumerevoli ricorsi alla Corte costituzionale”. Mazzuto ha, quindi, parlato della necessità di effettuare un riordino istituzionale degli enti presenti sul territorio regionale. Un riordino, però, che dovrà avvenire in modo razionale e con un ruolo preminente da affidare alla Regione e ai Comuni. “A questo punto - ha proseguito Mazzuto – mi sembra chiaro che sia necessaria una riforma istituzionale organica. L’Upi si sta già muovendo in tal senso. Infatti, è stata già presentata in Parlamento una proposta di riorganizzazione degli enti territoriali con l’inserimento nell’articolo 133 della Costituzione di una norma che permetta alla Regione a ai Comuni di organizzare il territorio e gli enti come meglio ritiene opportuno per migliorarne l’efficienza. Cosa che il Molise, in realtà, sta già facendo da tempo”. Mazzuto ha, quindi, parlato della necessità di eliminare gli enti di secondo ordine come consorzi, aziende e società che hanno un pesante impatto sulla spesa pubblica per via dei costi dei vari consigli di amministrazione. “Dal taglio di questi enti - ha aggiunto Mazzuto - si otterrebbero risparmi per due miliardi di euro. Le loro funzioni, una volta eliminati, possono essere, invece, affidate a Province e Comuni”. I due presidenti hanno sottolineato anche l’importanza di garantire le rappresentanza democratica nei piccoli Comuni a rischio soppressione. “Se è vero che da una parte occorre risparmiare – hanno detto all’unisono De Matteis e Mazzuto – dall’altra non si può sottacere il fatto che le nostre piccole comunità, hanno diritto, come sancito dalla costituzione, ad una rappresentanza democratica. I tagli, inoltre, non possono essere fatti non considerando le tradizioni e la storia del territorio”. Per tutti questi motivi i due presidenti hanno detto di essere disponibili a parlare con il Governo di riforme istituzionali ma a patto che vengano rispettati i ruoli, l’identità e la storia del territorio e che si provveda anche ad attuare le Città Metropolitane. Istituzioni, quest’ultime, che potrebbero sostituire le grandi Province, garantendo altri consistenti risparmi. Infine, si è parlato anche della necessità di trovare nuove fonti di finanziamento utili a sostenere l’autonomia regionale del Molise. Ciò, ad esempio, potrebbe avvenire con la vendita dell’acqua ad altre regioni a prezzi di mercato e non più, come avviene tutt’oggi, a un prezzi simbolici. “L’acqua – ha concluso Mazzuto – rappresenta la nostra principale risorsa. Fino ad ora siamo stati sempre solidali con le Regioni limitrofe e ci siamo fatti pagare l’acqua a prezzi molto bassi: solo due centesimi al metro cubo. Rivedere i prezzi di vendita e i contratti con le altre regioni, aumentandone il prezzo, non solo ci metterebbe al riparo dai tagli ma ci permetterebbe anche di essere autonomi finanziariamente”.
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