In riferimento alla notizia pubblicata su questa testata nell’edizione di ieri, relativa alle attività di bracconaggio in Alto Vastese e Alto Molise, riceviamo e pubblichiamo la seguente nota a firma di Angelo Delli Quadri di Agnone.
«Premettendo che le attività di bracconaggio debbano essere condannate, i lettori non possono e non debbono prescindere dall’attuale situazione e dai disagi che vivono gli agricoltori che sono all’origine di tale pratiche illegali. Ed in merito, lo scrivente ha più volte evidenziato la problematica, tramite articoli e lettere ai vari rappresentanti di ogni livello del settore agricolo, senza ricevere alcuna risposta. Ciò mi ha fatto dedurre che il settore primario sia sistematicamente ed interamente ignorato insieme ai suoi problemi. Per l’ennesima volta mi trovo a sostenere che gli equilibri degli ecosistemi sono stati letteralmente alterati dall’introduzione, volontaria e decisa da organi politici e non, di fauna non autoctona, eccessivamente prolifera che attualmente sta costringendo all’abbandono totale delle pratiche agricole. In particolare, i campi di mais che in questi periodi vedono la loro maturazione sono totalmente devastati dai cinghiali che possono causare pericolo anche per gli uomini. Ma oltre al mais, i danni si registrano per gli altri cereali ed ortaggi e per i vigneti attaccati anche da stormi di uccelli di cui non se ne ricorda l’esistenza. Invito chi di dovere a verificare quanto sostengo nell’agro di Agnone e dei comuni limitrofi. La desolazione, il sentirsi abbandonati, spinge gli operatori agricoli all’abbandono delle attività che, alla luce delle tanto paventate politiche economiche basate sulla qualità , inficiano questo sentiero di sviluppo. La possibilità di risarcimento è differita negli anni e vede conferite somme irrisorie. Il bracconaggio e l’uccisione della fauna in periodi non autorizzati deve essere combattuto, e per fare ciò non si può che iniziare dal regolare la presenza di animali stessi al fine di ridurre i danni subiti dagli agricoltori, smorzando cosi il loro senso di rabbia e di desolazione che li spinge verso tale pratica. La natura va protetta cosi come creata, non va salvaguardata dopo essere stata alterata. Inoltre le attività agricole rientrano totalmente negli equilibri e per questo vanno anch’esse tutelate».