Alcuni giorni fa a Venafro si è verificato un bruttissimo caso di violenza sulle donne: una 30enne immigrata costretta sulla sedia a rotelle veniva picchiata da mesi, quotidianamente, dal marito. E' stato arrestato grazie al coraggio della vittima che ha avuto la forza della denuncia. Il caso è stato uno spunto di riflessione per tutte le donne istituzionalmente impegnate per dire la propria sullo stato della prevenzione e della lotta alla violenza sulle donne,
E' intervenuta sul caso la consigliera di parità regionale Giuseppina Cennamo che ha dichiarato: "Questa è solo la punta di un fenomeno ancora troppo nascosto che rende i soggetti più deboli destinatari di violenze di ogni forma. Non dobbiamo mai abbassare lo sguardo e far finta di nulla, perché così significa essere complici. La violenza non appartiene a questo o a quel partito politico; la violenta ci deve coinvolgere tutti donne e uomini se veramente pensiamo che uniti possiamo dare un aiuto concreto a chi soffre".
Le fa eco la nuova assessora alle pari opportunità del Comune di Campobasso, Lidia De Benedittis, la quale aggiunge: "Una donna che ha avuto coraggio, quello di contattare le Forze dell'ordine.e si è salvata.la denuncia rimane l'arma più importante, dopo la prevenzione ovviamente. E noi tutte, a tutti i livelli, non faremo mai mancare il sostegno alle vittime di violenza".
Torna a dire la sua anche la consigliera regionale Paola Matteo , relatrice in quarta commissione regionale di due pdl che mirano a rendere più moderna e operativa la legge n15 del 2013 in materia di violenza sulle donne: Un’altra triste storia di violenze, prevaricazioni e vessazioni questa volta nei confronti di una donna straniera e disabile, i casi aumentano giorno dopo giorno. E’ un bollettino di guerra ormai. Il lavoro di rete è indispensabile per garantire una risposta globale e un aiuto efficace alle donne coinvolte in un fenomeno complesso come quello della violenza di genere, soprattutto quando avviene fra le mura di casa.
Giuditta Lembo, consigliera provinciale di parità per Campobasso, condivide il pensiero di Paola Matteo e rilancia: Condivido il pensiero della Consigliera Paola Matteo sull'importanza del lavoro di rete con l'invito affinché la rete regionale antiviolenza e il tavolo tecnico regionale vengano convocati periodicamente e non come è accaduto fino ad ora, nel corso di questi ultimi anni, solo saltuariamente, forse una volta all'anno! La legge regionale riconosce un ruolo importante alla rete dei soggetti che a vario titolo da anni sono impegnati a contrastare tale fenomeno. Invito la Consigliera Matteo a verificare lo stato di attuazione della legge regionale contro la violenza di genere e a monitorarne la corretta applicazione.
Sul mancato funzionamento del tavolo e su cose da fare è intervenuta anche Aida Trentalance, per l'osservatorio Auser sulla violenza di genere. Il suo è un vero e proprio atto di accusa: L'Osservatorio Regionale Auser Pari Oppotunità e Politiche di Genere,che coordino da Novembre ha già percorso molta strada,affiancando le battaglie delle Donne nei Circoli, nei Territori e nelle Istituzioni, comprese quelle Culturali.Ha avuto modo,perciò,di osservare e monitorare i punti di forza e le debolezze,nonchè la dialettica in atto in tutto il Molise sulle Politiche per i generi Faccio parte del Tavolo Tecnico Regionale Antiviolenza e condivido con Giuditta Lembo l'opinione che quel Tavolo,scaturito dalla Legge Regionale antiviolenza e che teoricamente mette in Rete i soggetti deputati a contrastarla,non assolva ai suoi compiti.Il Tavolo,in sintesi, dovrebbe condividere il monitoraggio dell'entità e dell'estensione del fenomeno,verificare l'efficacia degli interventi messi in atto e pogrammare gli interventi successivi,che vuol dire utilizzare le risorse disponibili per interventi efficaci e rispettosi dell'autonomia delle donne. NON LO FA! La programmazione,stando a quanto viene detto,avviene ad opera di una fantomatica Cabina di Regia,di cui non sono mai stati resi noti i nomi dei componenti. La Programmazione è stata già definita nelle rare volte in cui il Tavolo viene convocato.Questo lo stato dell'arte, Nellultima riunione,avvenuta prima del rinnovo del Consiglio regionale fu detto che la programmazione era già stata definita,illustrandone solo qualche punto in modo molto generico.Niente per la prevenzione e niente per altre pratiche rivolte ai maltrattanti,perchè siamo in Molise,e non ci sono risorse.Credo che sia giunto anche il momento di porre fine alla "retorica" della violenza contro le donne,intesa come evento avulso dai contesti e non come epifenomeno di una condizione di svantaggio che in questo paese vivono in particolare le donne.La retorica si esercita in molti modi, a partire dai media, che raccontano le violenze( che fanno anche audience) e non dicono dell'assenza di politiche che prevengano la violenza nei tanti modi che sappiamo e che sono illustrati anche nel Nuovo Piano Antiviolenza predisposto dal Governo.Accade così che ci sono tante figure,anche istituzionali, delegate a prevenire il fenomeno e ad affrontarlo nell'acuzie, che agiscono come monadi,senza che l'una sappia dell'altra o sappia dove finiscano i suoi compiti e inizino i ruoli dell'altra In tutto questo la grande assente appare la Commissione Regionale Pari Opportunità ,neppure chiamata in causa da Viviana, Eppure si tratta dell'Organismo nominato dal Consiglio per formulare proposte in tutti gli ambiti riguardanti le Politiche delle Pari Opportunità .E' costituita da 14 donne che rimarranno in carica fino ad Ottobre. Meno di un mese fa la Commissione ha incontrato insieme al Presidente del Consiglio le Consigliere elette,per evidenziare le carenze della Legge sulla Commissione che ne indeboliscono la funzione e per proporre una grande assemblea che si terrà in Settembre e che coinvolgerà tutto il territorio regionale,quindi gli Enti Locali,I Coordinamenti donne dei Sindacati,oltre all'Associazionismo.L'Assemblea è stata molto partecipata, ma nessuna delle consigliere ha poi dato seguito all'incontro,proponendo modifiche alla Legge sulla Commissione Regionale.La Commissione uscente ha anche predisposto un seminario formativo rivolto agli assessori alle Pari Opportunità sulle Politiche per i generi e per le Pari Opportunità ,a cura dell'Università del Molise.I CAV sono indipensabili,ma intervengono quando la violenza si è consumata.Occorre intervenire prima,per impedire che accada e dopo,per trovare soluzioni lavorative e abitative.Occorrono cioè politiche che liberino le donne dal bisogno e le rendano autonome,in grado quindi di autogestirsi.Ad esempio,qualcuno chiede,circa il caso citato da Viviana Pizzi,dove erano i vicini. Io chiedo: dove erano i servizi sociali,se una donna invalida,su una sedia a rotelle, è stata per due mesi in preda ad un alcolista? Questo è il punto vero e su queste questioni bisogna fare rete dentro e fuori delle istituzioni,per imporre politiche che impediscano tali scempi,sui quali,come apprendiamo dall'articolo, interviene con competenza e sensibilità sempre maggiori la Polizia di Stato.
Le fa eco l'ex assessora alle pari opportunità del Comune di Campobasso, Emma De Capoa che aggiunge: All'analisi di Aida Trentalance, che condivido appieno, aggiungo solo alcune puntualizzazioni. Il Tavolo Tecnico, a cui anch'io ho partecipato come Assessore alla Cultura e alle Pari Opportunità , nato già con un equivoco di fondo ( assenza di un assessore alle pari opportunità , dovuta probabilmente alla confusione tra pari opportunità e politiche sociali !), pur avendo messo in relazione - come prevede la legge istitutiva - i soggetti deputati al contrasto alla violenza di genere, tuttavia, non ha mai programmato interventi finalizzati a prevenire discriminazioni e violenza, nè ha provveduto a reperire le risorse finanziarie necessarie per dare attuazione se non a tutte, ma almeno alle principali misure di contrasto previste espressamente nel Piano Strategico Nazionale. Anche una recente delibera della Giunta regionale, finalizzata a consolidare gli interventi ed i servizi in favore delle donne vittime di violenza, in sostanza, ha previsto l'attivazione di altri due CAV, uno a Isernia, l'altro a Termoli, provvedimento apprezzabilissimo, ma che però mira a consolidare strutture di sostegno dirette alla presa in carico di donne che hanno GIA' subito violenza. Riguardo alla prevenzione e a quanto previsto nel citato Piano Strategico Nazionale, nulla purtroppo è stato finora fatto dal Tavolo Tecnico, tantomento dalla Cabina di Regia che, giustamente, Aida definisce fantomatica, non conoscendosene nè la composizione, nè l'operato. Non sono state messe in campo strategie politiche adeguate con percorsi di educazione e sensibilizzazione, nè si è pensato ad attivare percorsi di trattamento degli uomini autori di violenza ( già da diverso tempo, in molte regioni italiane sono sorti i CAM), nulla è stato previsto per prevenire la violenza nei confronti delle donne migranti, delle donne disabili, nè mi pare siano state attivate campagne di comunicazione per donne lavoratrici vittime di violenza nel contesto di un rapporto di lavoro o tra le mura domestiche, eppure sarebbe stato utile per favorire l'accesso agli strumenti di tutela previsti espressamente dalla legge. E..ancora tanto ci sarebbe da dire. Riguardo, poi, alla Commissione Parità e Pari Opportunità , è con grande rammarico che si deve constatare che non le è mai stato riconosciuto quel ruolo consultivo, conoscitivo e propositivo, oltre che di coordinamento che le spetta e che avrebbe permesso una fattiva collaborazione tra le Istituzioni, gli Enti, le parti sociali e sindacali, e l'effettiva attuazione dei principi di eguaglianza e parità , ruolo che ci auguriamo possa svolgere in un prossimo futuro.
Insomma stando a queste dichiarazioni ci sarebbe molto ancora da fare. Primo passo riconoscere alla Commissione Parità e Pari Opportunità quel ruolo centrale che dovrebbe avere per coordinare i lavori contro la violenza sulle donne. La legge del 2013, nel rispetto di quella che fu la Convenzione di Istanbul del 2011 ratificata in Italia, resta tuttora l'unico riferimento normativo da seguire. Un primo passo fatto durante la scorsa legislatura, che ebbe come prima firmataria l'ex consigliera regionale Nunzia Lattanzio, e condiviso da tutta l'allora assemblea legislativa, prima del quale c'era un vuoto normativo che durava dall'inizio del terzo millennio. Per ripartire e migliorare quanto già esistente, a parere di chi scrive, bisognerebbe anche superare qualsiasi tipo di divisione e pensare soltanto al bene delle donne che continuano a subire violenza in famiglia, sul lavoro, per la strada e in tutti i luoghi di vulnerabilità .