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Per una mini-riforma costituzionale si scatenò il finimondo

Oggi, un partito al Governo propone di abolire il Parlamento e trova tutti silenziosi.

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Ero e resto convinto che la riforma costituzionaleproposta con il referendum del 4 dicembre 2016 avesse a riferimento una semplice razionalizzazionedella nostra democrazia rappresentativa, con il superamento del bicameralismo perfetto (oggi continuano a deliberare, parimenti, Camera e Senato) e con la riformulazione dell’attuale Titolo Quinto, quella parte della Costituzione italiana in cui vengono “disegnate” le autonomie locali: comuni, province e regioni.  Con quella mini riforma il governo  mirava ad aggredire il sistema paludoso italiano in tutte le sue sfaccettature (lavoro, giustizia, pubblica amministrazione, scuola, ambiente, appalti, …).

Si scatenò il finimondo: scesero in piazza tutti i bacucchi della prima repubblica concertati da un D’Alema sempre più arrogante e una pletora di costituzionalisti guidati da Gustavo Zagrebelsky.  Scesero in piazza, salirono sui palcoscenici di teatro e Tv, cavalcarono ogni più stupida rivendicazione sociale al grido: “Giù le mani dalla Costituzione” – “I valori della Costituzione sono inviolabili”(le urla manzoniane più altisonanti) fino al più banale “è una brutta riforma, tempo poche settimane ne faremo una bella, bellissima” (copyright d’Alema). Cadde il Governo. Renzi fu costretto a dimettersi.

Grande è la meraviglia nel notare che, oggi, di fronte, non a una piccola riforma, ma alla proposta del totale stravolgimento della Costituzione, fino addirittura al suo superamento, tutto resti in un silenzio tombale, rotto, qua e là, solo da qualche professore emerito, come il prof. Panebianco. 

Insomma, qualche settimana fa, Davide Casaleggio, figlio di Gianroberto e attuale presidente della Casaleggio Associati, nonché guru del maggior partito attuale italiano, il M5S, ha dichiarato urbe et orbi  «Oggi grazie alla Rete e alle tecnologie, esistono strumenti di partecipazione decisamente più democratici ed efficaci in termini di rappresentatività popolare di qualunque modello di governo novecentesco. Il superamento della democrazia rappresentativa è inevitabile». 

Di fronte a un tale rivoluzionario attacco alla Costituzione, che fine hanno fatto l’ANPI, la CGIL, Magistratura Democratica? E D’Alema non ha nulla da dire? E Zagrebelsky? Che fine hanno fatto Zagrebelsky e i suoi 100 costituzionalisti? Ricordo le loro tiritere in Tv: il potere va allontanandosi dai cittadini comuni; la politica viene umiliata a favore delle tecnocrazie". 

Resta un mistero che, di fronte a proposte non di un ubriaco, ma di uno dei massimi esponenti del M5S, partito di maggioranza relativa, proposte che cancellerebbero il Parlamento, tutta questa pletora di politici e costituzionalisti oggi non profferisca parola.

C’è chi come il prof. Panebianco conserva decoro e dignità e chi come altri, silenti, li abbiano completamente persi.

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