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Travaglio s'è perso

La sua linea editoriale costruita ad arte contro Berlusconi e Renzi, si infrange contro lo scoglio delle contraddizioni giallo-verdi

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Dall’alto della sua indiscussa capacità di utilizzare fatti controversi mentre ancora sono al vaglio della Magistratura inquirente, Travaglio ha costruito la sua fortuna bombardando, a palle incatenate, prima Berlusconi e, poi, Renzi e Gentiloni, seguito da una schiera compatta di suoi giornalisti proni al credo del loro condottiero: sconfiggere il potere considerato corrotto, a prescindere.

Ancora oggi, per riempire le pagine del suo giornale, torna e ritorna su fatti che la magistratura sta valutando e che all’opinione pubblica stanno come il ghiaccio al termosifone, visto che riguardano due dispersi della politica, quali Berlusconi e Renzi.

Ma, con la cacciata dei suoi amati avversari (amati perché con loro ha potuto fare la sua fortuna attraverso giornali, libri e financo spettacoli) la linea editoriale ha preso a sbandare. 

Da una parte, come detto più su, riprende situazioni non più care all’opinione pubblica, perché trite e ritrite e senza finali, dall’altra deve fare i conti con le politiche del Governo del Cambiamento …. … … e, qui, casca l’asino.

Travaglio era partito dicendo: è  un bene che onesti cittadini come i 5 stelle, anche se incompetenti, siano al Governo, visto quel che hanno fatto i Governi, finora. Per quanto riguarda Salvini, tutto dipende dalla sua capacità di liberarsi di Berlusconi; se ci riuscirà, sarà un bene per l’Italia e gli italiani.

Ebbene, i 5 Stelle dimostrano la loro acclarata incompetenza e Salvini si libera di Berlusconi, lo spinge all’angolo fin quasi ad umiliarlo.

Oh perbacco !! Ed ora che faccio?Si interroga il Travagliatore? Niente, faccio il giornalista, dice. Ma va!!! Evidentemente fino ad allora non lo aveva fatto. E, così, succede che un giorno li loda e un altro li bastona, in un meandro di contraddizioni in cui i suoi giornalisti sguazzano ciascuno con le proprie sensibilità mandando in malora una linea editoriale fino a pochi mesi fa inossidabile e chiara.

Si giunge così all’epilogo con un articolo che neanche Renzi avrebbe mai potuto scrivere meglio, nel quale Travaglio dà ai giallo-verdi i compiti per l’estate. Roba da non credere! Per non essere tacciato di millanteria trascrivo il suo articolo pari pari, così com’è apparso sul Fatto Quotidiano del 12 agosto scorso:

Non passa giorno senza che uno del governo o della maggioranza giallo-verde arricchisca il bestiario della politica straparlata. Le parole in libertà non sono una novità, anche se ora i social si aggiungono ai talk come moltiplicatori. Però i grillo-leghisti ci avevano promesso un “governo del cambiamento” e si sperava che cominciassero proprio da un uso più sobrio delle parole. O che almeno prendessero esempio dal premier Giuseppe Conte: uno che non può neppure dire “Lei non sa chi sono io”, perché si sentirebbe rispondere “Già, lei chi è?”. E infatti, a parte un’intervista al Fatto, una conferenza stampa di compleanno e una diretta Facebook, non s’è mai sentito. Ieri ha detto una cosa che, in un altro paese e con altri alleati, sarebbe ovvia: “Di Maio e Salvini sanno che, per durare al governo, dobbiamo portare a casa dei risultati”. Bene: ora a questo scopo – sempre che possa permetterselo – dovrebbe assegnare ai suoi vicepremier e ai suoi ministri qualche compito semplice, semplice, per le vacanze.

  1. Studiare le materie di cui si occupano, onde evitare che qualcuno di loro spacci il Tav Torino-Lione, un treno merci da 20-25 miliardi e 20 anni di cantieri, per un convoglio passeggeri ad alta velocità; o insegni la scienza agli scienziati; o traduca la flessibilità su certi vaccini, quelli meno necessari, con espressioni umoristico-paradossali tipo “obbligo facoltativo”.
  2. Imparare a memoria la Costituzione del 1948 e pure il Contratto di governo, onde evitare che qualcuno di loro confonda la prima con lo statuto del Ku Klux Klan e il secondo con il codice penale e civile dell’Arabia Saudita (seguiranno interrogazioni a sorpresa, non programmate, durante l’anno scolastico).
  3. Cancellare dal vocabolario il termine “condono”, peggio se declinato nei suoi sinonimi alla vaselina “pace fiscale”, “concordato”, “voluntary disclosure”, “rottamazione delle cartelle” (pena il pagamento di multe salatissime e non condonabili).
  4. Limitare a un massimo di mezz’ora al giorno l’uso dei social network, noti fomentatori di cazzate, come si fa con i ragazzini webeti (ne guadagneranno la compattezza e la reputazione del governo). E solo per annunciare cose già pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale. Per quelle ancora da fare, molto meglio attendere di averle fatte.

Travaglio chiude l’articolo chiedendo ai gialli-verdi di non fare la fine dei cazzari.

C’è di che strabuzzare gli occhi. 

Ma, a dimostrazione di una linea editoriale ondivaga non più supportata dalle inchieste della magistratura,  ecco la chicca di ieri, 15 agosto, propinataci con il suo corsivo giornaliero, riferito, questa volta, al crollo del Ponte Morandi di Genova.

Il Travagliatore scrive:

Il crollo di ieri ci dice che un ponte pericolante, figlio di un sistema marcio e corrotto, fa più danni di tutti i terroristi islamici, i migranti clandestini, le epidemie di morbillo e le altre “emergenze” farlocche o gonfiate che occupano l’agenda industrial-politico-mediatica. Se vuole cambiare seriamente, il governo si occupi di cose serie con politiche serie…… annulli le grandi opere inutili, dal Tav Torino-Lione in giù, per dirottare le enormi risorse …. su piccole e medie opere di manutenzione, prevenzione e ammodernamento delle infrastrutture esistenti (finora ignorate perché la grandezza dei lavori e delle spese è direttamente proporzionale a quella delle mazzette).

Qui l’asino non cade…. vola!!!

  1. Travaglio ignora che le mazzette corrono più facilmente quando la gestione degli appalti passa dal Governo Centrale ai Governi Locali, quelli preposti alle manutenzioni.
  2. Travaglio, senza accorgersene, propone una politica di attenzione alla manutenzione dell’esistente e di rifiuto di nuove opere, la stessa politica che ha prodotto il disastro capitato ieri. Infatti, si è continuato a prestare attenzione alla manutenzione dell’esistente ponte Morandi di Genova con spreco infinito di denaro pubblico e, per trent’anni, si è cocciutamente escluso la costruzione di un’opera quale la Gronda di Ponente, la quale, risolvendo il problema del traffico autostradale che passa per la città, avrebbe alleggerito la circolazione sull’A10, soprattutto quella dei mezzi pesanti. In definitiva, Travaglio si associa alle resistenze dei comitati cittadini e dei 5S, con Grillo che urla dal suo Blog: fermeremo la Gronda anche con l‘esercito, per mantenere in vita strutture che, per il decorso del tempo, finiscono per saltare in aria o diventare obsolete. Alla faccia del futuro. Come dire che, con queste idee in testa, staremmo ancora andando in giro su mulattiere con somari, muli e cavalli. Si morirebbe di meno sopra e sotto i ponti; si morirebbe molto di più per la fame e le malattie.

Travaglio s’è decisamente perso.

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