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Terremoti, il parere dell'Ingv: quello di San Giuliano fu un sisma di 5,74 e non 5.3

Parlando dei giorni nostri si ipotizza l'attivazione di più faglie che hanno provocato 110 scosse in 2 giorni

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E il giorno dopo delle scosse del 5.1  e del 4.4 grado della scala Richter verificatesi con epicentro a Montecilfone gli esperti dell'Ingv studiano le caratteristiche sel sisma. E vanno oltre riclassificando anche quello delle 11.32 del 31 ottobre 2002.  "Quello conosciuto come il terremoto di S.Giuliano di Puglia del 2002 registrò una magnitudo di 5,74 e non di 5,3 come normalmente viene riportato". Lo conferma all'ANSA Gianluca Valensise, sismologo e dirigente di ricerca dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv).
    Il sismologo, nel commentare quanto sta accadendo in queste ore in Molise, afferma proprio in base al dato accertato con ulteriori studi scientifici che hanno riclassificato la scossa che uccise i 27 bambini e la maestra della scuola Jovine, che "si tratta di un territorio vulnerabile, è una terra pericolosa proprio per il tipo di costruzioni fatte e il tipo di magnitudo che può esprimere. L'esperienza di San Giuliano ci insegna che può ci possono essere scosse più forti e che questo con fabbricati non a norma può comportare problemi. E' come se la gente all'improvviso scoprisse di stare in una terra sismica: come si vede con 5,1 fa pochi danni, ma ciò significa che può fare di più".

 Intanto tornando ai giorni nostri registriamo che sono stati oltre 110 i terremoti registrati in Molise a partire dal 14 agosto e, di questi, oltre 80 sono avvenuti dopo la scossa più forte, quella di magnitudo 5.1 delle 20.19 del 16 agosto: è quanto indicano i dati rilevati finora dall'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv). "Nel frattempo si lavora per installare nella zona dell'epicentro quattro stazioni mobili, la cui installazione è prevista in serata", ha detto all'ANSA il sismologo Alessandro Amato, dell'Ingv. 

E sulla  sequenza sismica in corso in Molise dal 14 agosto si ipotizza che potrebbe essere dovuta all'attivazione di più faglie: ci stanno lavorando gli esperti dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), suggerita dalla distruzione degli oltre 110 terremoti registrati nella zona a partire dal 14 agosto. "Al momento si tratta di un'ipotesi di lavoro, per verificare la quale servono ulteriori dati", ha precisato all'ANSA il presidente dell'Ingv, Carlo Doglioni.

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