Un’arteria stradale non risolve tutti i problemi del Molise e comunque manca ancora un tratto importante. Non fa nessuna rivelazione sconvolgente, chi, sui giornali cerca di svilire l’apertura del secondo lotto della Fondovalle Verrino e anzi coglie il pretesto per fare paternali all’attuale classe dirigente molisana e per spargere pessimismo. Ma si, parliamo pure di quello che è andato e che potrebbe andar male e mai di quello che sta andando bene. Ma facciamolo almeno con correttezza, cercando di spiegare ai cittadini chi sono i reali responsabili di certi ritardi o inefficienze.
La fondovalle Verrino è stata individuata nella programmazione regionale degli anni ’70-80, con l’obiettivo di creare assi strategici per il collegamento e lo sviluppo delle aree interne. Il primo lotto è stato realizzato con le risorse previste dall’ex legge 64/86.
Il secondo tratto era invece previsto nel Programma operativo plurifondo del ’94-’99. Ma quei fondi sono andati perduti a causa della mancata individuazione della gara d’appalto entro i termini stabiliti.
Il progetto dell’arteria, quindi, pur essendo munito di tutti i pareri previsti, è stato bloccato per una serie di inadempienze, indecisioni legate al tracciato, e poi da discussioni, prese di posizioni e contenziosi e, soprattutto dalla mancanza di coraggio, di coloro che all’epoca governavano di assumersi la responsabilità di una scelta.
Solo successivamente, con un forte intervento da parte dell’allora consigliere Regionale Franco Giorgio Marinelli e del presidente Iorio, è stata sbloccata quella situazione da altri messa magistralmente in stallo; attraverso una mozione a firma dell’Assessore Agnonese e del Consigliere Candido Paglione, fu riavviato l’iter sia per la realizzazione del II lotto, che del III, con l’inserimento nell’Accordo di Programma Quadro con il Ministero delle Infrastrutture.
Questi sono i fatti, veri e documentati e non discorsi retorici.
E’ retorico ironizzare sui risultati raggiunti da chi ha lavorato e ha speso tempo e fatica.
E’ retorico voler fare il guastafeste a tutti i costi di fronte ad un traguardo indiscutibile, che migliorerà la sicurezza e la qualità della vita di moltissime persone.
Si faccia piuttosto il vero giornalismo d’inchiesta. Si rintraccino e si denuncino le colpe di chi ha permesso la perdita dei fondi per l’ultimo tratto della fondovalle. E si faccia piuttosto la differenza tra quanto accaduto e concluso allora e quanto invece è stato fatto e risolto adesso.
L’apertura del II lotto non era affatto scontata e neppure semplice, soprattutto a causa di chi ha per tanto tempo remato contro. E allora ben vengano fanfare e tagli di nastri, perché c’è davvero qualcosa da celebrare. Ed è l’impegno e la tenacia di chi ha voluto questa importante svolta nella viabilità molisana e che sta mettendo lo stesso impegno, e ne metterà di più se necessario, per far in modo che l’opera venga conclusa.
E che oggi l’alto Molise sia meno isolato, lo gridiamo a gran voce, perché ne siamo felici e perché sarebbe insensato non dirlo.
Mi auguro, che l’amministrazione provinciale di Isernia, provveda ad installare all’ingresso di questa importante opera viaria la seguente segnaletica: “ divieto di accesso a coloro che hanno, con le loro insensate azioni, fatto accumulare oltre 10 anni di ritardo e di mancato progresso a tutto l’alto Molise”.
Se sotto elezioni anche gli asini volano, è ancor più vero che proliferano come non mai paladini della giustizia morale, politica e sociale. Tutti depositari del vero assoluto, del sommo sapere, della soluzione definitiva ai mali del mondo!