AGRICOLTURA in ginocchio. Monta la protesta degli operatori del settore. Pubblichiamo, di seguito, la lettera aperta indirizzata agli assessori regionali, provinciali e comunali con delega all'agricoltura e alla caccia, a firma di Angelo Delli Quadri.
«Egregi,
con la presente lo scrivente va a sottolineare quanto più volte evidenziato, con articoli pubblici e comunicazioni private inviate presso alcuni dei Vostri uffici le cui mancate risposte hanno comportato l'utilizzo di tale canale. Sono pochissime le presone che hanno fatto propria questa istanza.
La situazione che vive il settore primario nell'Alto Molise, cosi come in altri territori, è difficile. In particolar modo in questa sede, tra le diverse criticità , ci si riferisce ai danni subiti dalla fauna selvatica. Le coltivazioni di mais sono totalmente devastate dalla presenza di cinghiali in un numero spropozionato. I vigneti sono attaccati ogni notte dagli stessi animali e da stormi di uccelli di cui non se ne ricorda l'esistenza. La vicenda è articolata, di soluzione complessa ma non può essere sistematicamente ignorata. La domanda che vi pongo è la seguente: pensate che un territorio simile al nostro possa avere qualche possibilità di sviluppo camminando sulla strada della qualità delle produzioni agricole, della gastronomia e del turismo eno-gastronomico? Se lo pensate dovrete convenire con me che tutto ciò non è possibile senza coltivazioni ed allevamento sul territorio. E che queste attività debbano essere sostenute.
Quello che mi sento di dirvi e che sembrerebbe non esistere oggi per le nostre zone e forse per l'Italia altri settori su cui puntare per uscire fuori da una standardizzazione delle produzioni che consente alla globalizzazione attuale di divorare interi sistemi produttivi oramai consolidati. La complessa situazione della finanza pubblica comporterà negli anni solo ulteriori e dolorose riduzioni all'impianto terziario dei servizi con conseguente riversamento sul quello di carattere privato.
L'agricoltura, e la diversità nella qualità in essa, potrebbe essere un'opportunità . Altre zone d'Italia lo stanno dimostrando. E i rappresentanti del settore di queste zone affrontano il medesimo problema con estrema serietà cercando di porre rimedi, trovare soluzioni aiutare chi subisce danni.
Sarebbe già solo interessante iniziare una proficua discussione del problema nelle sedi appropriate per poi passare alle soluzioni come la caccia di selezione, le limitazioni delle zone protette ecc. Se tutto ciò è stato fatto a noi non è stato mai chiaramente comunicato e soprattutto non ne abbiamo riscontrato gli effetti migliorativi.
Distinti saluti».
Angelo Delli Quadri