Mi chiamo Luigi Dossi e vivo a Vasto.
Vi scrivo perché sento il dovere di raccontare quello che mi è successo, prima di tutto per informare quanti potrebbero trovarsi in situazioni simili alla mia e poi perché voglio fare una riflessione sugli effetti che la cattiva informazione, soprattutto quella strumentale, asservita a fini ben precisi, può avere sull’opinione pubblica.
Ma parto dai fatti. Nel 2009 sono stato operato dal dr. Nicola Iavicoli presso l’ospedale di Agnone. L’intervento è perfettamente riuscito.
Nei mesi scorsi, dovendo fare una visita di controllo, sarei dovuto tornare al Caracciolo di Agnone.
E qui parte l’assurdo della vicenda. La gente, nei bar, per strada, nelle sale d’aspetto, ha parlato per lungo tempo della chiusura dell’ospedale di Agnone, sostenendo che non esistesse più. E lo ha fatto, peraltro, esprimendo sempre delusione e giudizi impietosi sui presunti responsabili.
A dire il vero, anch’io, avendo appreso lo stesso tipo di informazioni dai giornali e dalle televisioni, ne ero ormai convinto ed ero amareggiato e contrariato, soprattutto perché io di quell’ ospedale ero stato paziente, estremamente soddisfatto della professionalità e dei servizi impeccabili riscontrati.
E allora qualche volta mi sono ritrovato anch’io a dire, con amici e familiari: “E’ un vero peccato che il Caracciolo sia stato chiuso, era una struttura funzionale, completa, sicura e rassicurante”.
Tutto questo perché, se una notizia viene strillata dai mezzi di informazione, è lecito che la gente si convinca che sia vera. Mi viene in mente quando su tutti i giornali si parlava della mucca pazza, dell’influenza aviaria e suina. Moltissima gente ha smesso di comprare quelle carni, come se fossero tutte contaminate. Questo è un caso diverso, perché attiene alla prevenzione e a certi timori personali. Ma dire che un ospedale è chiuso e farlo credere ai cittadini, è molto più grave. La gente si sente disorientata, privata di un punto di riferimento, potrebbe andare nel panico in situazioni di emergenza e rivolgersi a medici lontani per risolvere problemi di salute. E’ successo anche a me. Pensavo di dover arrivare chissà dove per fare i miei controlli e chissà nelle mani di chi sarei capitato!
Invece, parlando poi con un amico di Agnone, mi è stato detto che l’ospedale non è affatto chiuso, che è lì e funziona, benché qualche ridimensionamento sia stato fatto per cause di forza maggiore e comunque senza drastici stravolgimenti.
Mi sono quindi recato lì e sono entrato con lo stupore di chi vede un fantasma! E si, perché questo ci avevano fatto credere. Che l’ospedale fosse ormai scomparso.
Invece, voglio dire a tutti che non solo esiste, ma funziona ancora benissimo. E’ pulito, ben organizzato, eccellente in gentilezza e guidato da medici di altissima professionalità.
Questo è ovviamente alla portata di chiunque voglia personalmente verificarlo. Ma quello su cui vorrei riflettere è l’abilità con cui certi disfattisti e anzi catastrofisti, siano riusciti a convincerci che fosse successo qualcosa di grave: un ospedale così importante, smantellato e chiuso per colpa dei politici sciagurati.
Mi permetto di dire che la sciagura c’è stata davvero, ma non nella scomparsa di qualcosa che si manifesta in tutta la sua efficienza.
C’è stata da parte di chi ha usato un argomento così delicato, quello della sanità, per fare politica e ottenere consensi popolari; sciagura c’è stata da parte di chi ha mentito alla gente, allarmandola e preoccupandola su questioni di salute, di sicurezza, di vita; da parte di chi ha gettato fango sui politici locali che invece si sono battuti per evitare il peggio, quello che il governo nazionale aveva decretato e imposto. E infine da parte di certi giornalisti, comitati e operatori sanitari che hanno cavalcato l’onda del sensazionalismo per riempire le pagine dei quotidiani e avere visibilità. Bugiardi, allarmisti e disfattisti!
Non ho paura di usare parole gravi per un atteggiamento che grave lo è stato in maniera inqualificabile.
Chiudo ringraziando ancora una volta il dr. Nicola Iavicoli per quanto sta facendo insieme ad altri medici volenterosi e coscienziosi, a costo di sacrifici, per il bene dell’ospedale di Agnone, quindi per tutti.