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"Ti amo da morirne", arriva lo spettacolo sul femminicidio di Mena Vasellino

La novità è nel teatro on line. Acquistabile sul sito www.tiamodamorirne.com . Un monologo da perdere il fiato

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"Ti amo da morirne" è il nome dello spettacolo on line scritto,diretto e interpretato dall'attrice Mena Vasellino e sponsorizzato anche dalla Fondazione Molise Cultura, che ha come scopo denunciare le brutture del femminicidio e della violenza domestica. Con una forza di interpretazione molto coinvolgente l'attrice ci racconta cosa passa nella mente di chi subisce violenza. Lo fa, con molta sicurezza, dopo essere stata a contatto col vero dolore e dopo aver parlato con chi queste cose le ha subite nella sua vita. 

La vera novità di questo progetto sta nello spettacolo on line. Lo si può vedere acquistandolo con le proprie carte di credito a qualsiasi ora del giorno. Ed è sullo stesso sito "Ti amo da morirne" che si spiega il senso di quello che l'attrice ha voluto realizzare. 

"Questo sito web nasce - dichiara Vasellino-  dal desiderio di portare, ovunque nel mondo, attraverso il Teatro, un messaggio forte contro la violenza sulle donne. Per raggiungere un pubblico numeroso è stato necessario pensare alla “rete internet” senza dimenticare che la vera magia resterà sempre quella dello spettacolo dal vivo, sul palcoscenico. Per non trascurare l’essenza stessa del Teatro i proventi di questo sito web saranno destinati a sostenere progetti Teatrali con tematiche sociali importanti e soprattutto serviranno ad aiutare tutte le Associazioni che hanno deciso di darci il loro appoggio in questa iniziativa e che trovate elencate nello spazio apposito.

"Un femminicidio come altri - aggiunge- Lo spettacolo è un omaggio alle tante donne vittime di violenza domestica, con una particolarità: a raccontare al pubblico come sono andate realmente le cose e come si è arrivati all’epilogo finale, è la stessa vittima, che individua negli spettatori i tanti che assistono di solito a questi episodi devastanti arrogandosi il diritto di sapere tutto  e che si disperano sempre tardi per non essere potuti intervenire prima. Un grido al mondo perché non si può assistere silenti quando le vittime sono in vita e piangerle disperatamente quando non c’è più nulla da fare. Quando restiamo in silenzio siamo tutti complici, sembra dire la protagonista, quando, rivolgendosi al pubblico, si chiede chi siano e dove sono stati fino a quel momento". 

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