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Mozione LeU per il Sud, Giuseppina Occhionero: scenari devastanti negli ultimi 15 anni

La preoccupazione della deputata molisana è che 'sparita' dal Mezzogiorno una città grande come Milano”.

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La deputata di Liberi e Uguali, l'onorevole Giuseppina Occhionero, è intervenuta alla Camera dei Deputati per illustrare una mozione che il gruppo parlamentare ha presentato per il rilancio economico e sociale del Sud Italia.
La questione meridionale – ha dichiarato la deputata molisana illustrando in aula la mozione – è ormai ineludibile e i dati raccontano di un divario tra nord e sud di proporzioni inaudite. Per questo – ha aggiunto l'onorevole Occhionero – siamo convinti che le misure messe in campo da questo governo, come il reddito di cittadinanza, non siano né sufficienti, né lungimiranti per far uscire il Mezzogiorno da una crisi che rischia di diventare irreversibile”.
Più investimenti, meno pressione fiscale, progetti mirati e politiche del lavoro, sono alla base di un programma a breve e media scadenza che dia risposte ai disoccupati, alle aziende e ai cittadini che non godono degli stessi diritti e degli stessi servizi di chi abita al nord

Ma cosa si chiede in particolare nella mozione ve lo diciamo dettagliatamente. La mozione impegna il Governo a Promuovere, in tempi medi, un’azione politica per arrivare ad una riforma istituzionale ed economica dell’Unione Europea, nel segno della più tradizionale proposta federalista italiana, basata su alcune scelte di sistema: il trasferimento al Parlamento Europeo di competenze e poteri per la programmazione dello sviluppo e investimenti nelle infrastrutture e nella formazione del capitale umano; l’ armonizzazione dei  trattamenti fiscali sulle imprese e il lavoro per evitare la cosiddetta concorrenza tributaria e il conseguente dumping sociale, anche mediante la istituzione di una Tax Autorithy munita di poteri vincolanti; il  rafforzamento dell’Euro al fine di esaltarne il ruolo di moneta reale più che il valore di scambio, per modo che non sia solo uno scudo per la stabilità e il rigore; l’ampliamento dei compiti della BCE perché, oltre al ruolo di controllo dell’inflazione, possa interagire con i governi per lo sviluppo produttivo e l’occupazione; il calcolo, per l’immediato e per un periodo limitato, del pareggio di bilancio con riferimento a spese correnti e imposizione tributaria, accettando per gli investimenti non solo la tassazione di scopo ma anche l’emissione flessibile, contrattata e regolamentata di titoli di Stato o l’emissione “misurata” di Eurobond, collocata sul mercato in conto dell’Unione, da destinare prioritariamente a un progetto strategico, per l’integrazione del bacino del Mediterraneo con l’Europa;
 

Al fine di consentire una spesa efficiente dei fondi europei destinati quantomeno agli enti locali, senza intaccare la competenza delle regioni, costituire presso la Cassa Depositi e prestiti un Fondo in cui far confluire le risorse europee, integrate delle somme previste per la compartecipazione dello Stato, che le regioni meridionali intendono destinare ai comuni e agli altri enti locali sulla base di un piano di investimenti in cui si distinguono i progetti di interesse locale da quelli di interesse regionale.  

Così da consentire agli enti locali, per quelli di interesse territoriale, di accedere direttamente al Fondo con progetti esecutivi, conformi alle direttive, ai programmi e ai criteri che la Regione ha definito in via generale e preventiva, e avvantaggiarsi della efficienza della tecnostruttura centrale per la definizione e la esecuzione dei programmi di investimento oggi inibiti dalla incapacità di spesa delle amministrazioni regionali;

Istituire nel Bilancio dello Stato un capitolo in cui far confluire le somme destinate al Mezzogiorno che non risultino spese nell’anno di competenza, in particolare quelle che siano inferiori alla clausola del 34%, per modo che possano essere impegnate e spese per l’anno successivo;

Presentare in allegato al documento di economia e finanza annuale il monitoraggio della ricaduta nel Mezzogiorno dei provvedimenti finanziari, economici e sociali, compresi quelli agevolativi e di fiscalità di vantaggio rispetto al Centro Nord, specificandone l’ammontare, le cause e indicando gli eventuali rimedi correttivi;

Definire con le singole regioni meridionali un piano per innalzare gli standard dei servizi al livello della media nazionale, programmandone costi e tempi di realizzazione, in quanto presupposto di ogni possibile politica di sviluppo a scala nazionale ed europea;

Non effettuare nessun trasferimento di poteri e risorse a una o più Regioni finché non siano definiti e garantiti i LEP “livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali” (art. 117, lettera m della Costituzione); ancorare il trasferimento di risorse sulle materie assegnate alle Regioni esclusivamente a oggettivi fabbisogni dei territori, escludendo ogni riferimento a indicatori collegati all’introito fiscale;

Disporre, a decorrere dal primo gennaio 2019, l’attuazione della “no tax area” per cinque anni per persone fisiche e imprese, con un reddito inferiore a 25 mila euro, ricadenti nei parchi nazionali e regionali e nelle aree protette delle regioni meridionali, limitatamente ai comuni che hanno subito negli ultimi dieci anni uno spopolamento superiore al 30% dei residenti;

Disporre il rinvio al 2021 della riforma delle banche di credito cooperativo, con sede legale nel Mezzogiorno, onde consentire il loro adeguamento strutturale per evitare che vengano assorbite dal sistema del centro nord, come è successo con le banche di credito ordinario, accompagnandone il decollo con adeguate misure organizzative che, soprattutto nel mezzogiorno,  preservino gli impieghi sul territorio a favore delle famiglie delle imprese;  

Coordinare, regione per regione, il ruolo delle università pubbliche e private, nel rispetto della loro autonomia, per favorirne da un lato l’internalizzazione e dall’altro l’integrazione con il sistema produttivo locale sia sotto il profilo della didattica sia della ricerca e della sperimentazione; onde farne un volano per la formazione del capitale umano. Iniziativa che va accompagnata con un ripensamento del rapporto scuola/lavoro/famiglia. 

 Per contenere lo spopolamento delle zone interne del meridione, sostenere i redditi minori, dare risposta ai precari della scuola, prevedere che in ogni comune sia attiva almeno una sezione di scuola materna e dell’obbligo, a prescindere dal numero degli iscritti; sperimentare nella pubblica amministrazione, d’intesa tra le parti, un piano di riduzione dell’orario lavorativo, senza intaccare il salario, per favorire nuova occupazione da destinare ai servizi socialmente utili. 
 

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