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Santo Stefano del Lupo, successo per il musical

Carovilli festeggia il suo santo patrono

redazione
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CAROVILLI - Si è tenuto ieri sera a Carovilli, presso la chiesa di Santa Maria Assunta, uno spettacolo musicale con il quale è stata ripercorsa la storia di Santo Stefano del lupo strettamente intrecciata con quella del paese. Il Santo, nato a Carovilli e divenuto suo patrono, è vissuto nel 1100 e morto a Manoppello, paese dell’Abruzzo, il 19 luglio 1191, viene festeggiato, oltre che in quella data, considerata come nascita alla vita del cielo, anche il 29 settembre perché in questa data del 1807 furono ricondotte nel paese natio le sua spoglie. Per l’occasione il parroco di Carovilli, Don Mario Fangio, ha composto una serie di racconti e di canti, musica e testi, che ripercorrono la storia del paese e la vita del Santo, per quello che è dato sapere da documenti e da tradizioni e ricordi del passato. Lo spettacolo è iniziato con la descrizione del paese e la sua storia conosciuta, ha affrontato anche i motivi per cui si ritiene che Santo Stefano sia nato qui: il canto si intitola “Terra eletta”. Poi lo spettacolo si è soffermato sul tema della vocazione e dell’appartenenza di Santo Stefano all’ordine dei “Benedettini neri”; il canto aveva per titolo “Vocazione” ed era un blues non troppo marcato idoneo ad esprimere delicati sentimenti. Il successivo, “Fondazione del monastero di Vallebona”, ha raccontato le vicende che hanno caratterizzato quella istituzione nel corso degli anni: dalla fondazione effettuata da Santo Stefano intorno al 1160, al passaggio sotto la congregazione di Celestino V°, nel 1285, fino al decadimento del 1591 e traslazione delle reliquie a Santo Spirito a Maiella. Il racconto ed il canto “Il lupo feroce” sono passati a descrivere il miracolo dell’ammansimento del lupo che terrorizzava il territorio di Manoppello, evento che rese famoso Santo Stefano in tutto il territorio abruzzese. Un canto struggente ha poi descritto la morte di Santo Stefano “Nella gloria dei beati”, mentre il racconto si è soffermato su quanto scrisse Don Stefano Ricchiuti in un libro del 1923. Sono state raccontate, inoltre, le vicende che hanno riguardato la traslazione delle ossa, prima a Santo Spirito a Maiella, con il canto “Preghiera dell’abate Santuzio”, poi a Carovilli con il canto “Ritorno a Carovilli delle reliquie di Santo Stefano”, infine dei miracoli avvenuti a Caramanico durante il viaggio di ritorno, con il canto “Miracolo a Caramanico”; dove, un uomo colpito da un colpo di schioppo e sul punto di morire, ed una donna afflitta da fortissime febbri reumatiche ebbero improvvisa guarigione e accompagnarono le reliquie del Santo in processione. A conclusione è stato raccontato il rientro a Carovilli con il canto “In vista di Carovilli” e si è ripercorsa la storia del culto di Santo Stefano con il canto “Di Carovilli o figlio santo”. I canti, tutti bellissimi ed originali, sono stati eseguiti dal grande coro di Carovilli, che tanti consensi ha già ottenuto, diretto dall’inesauribile Don Mario Fangio e accompagnato da un organista ed un fisarmonicista. Tale coro, composto da quindici persone, nei giorni scorsi ha dedicato intere serate per le prove dedicando grande impegno e serietà e ottenendo risultati certamente molto apprezzabili, tanto che gli è stato tributato un grande successo e la richiesta di bis per il canto “Terra eletta” a conclusione dello splendido spettacolo offerto. Oggi si terrà la cerimonia religiosa e la processione.
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