CHE FINE PREVISTA PER IL CARACCIOLO?
Leggendo attentamente e con calma i Decreti del Commissario ad Acta per la sanità del 10 maggio 2010, n. 17 e n. 19, pubblicati sul supplemento n. 2 del BUR del 1 giugno 2010, emerge una situazione confusa, alquanto bizantina e passibile di sviluppi diversi relativamente all’Ospedale o Stabilimento “San Francesco Caracciolo”. Tali decreti sono immediatamente esecutivi, ed entrano in vigore il giorno della pubblicazione sul BURM. Infatti, nel Decreto n. 17, che definisce le linee generali per la riconversione e riorganizzazione delle attività delle strutture ospedaliere regionali di Agnone, Venafro e Larino, vengono dapprima date queste indicazioni generali:
1. Collocazione all’interno delle strutture degli Studi di Medicina Generale aperti in h. 12, per trattare i codici bianchi e verdi che più frequentemente si rivolgono al pronto soccorso in modo appropriato, con possibilità per i pazienti di usufruire immediatamente dei servizi specialistici presenti nella struttura, delle relative indagini diagnostiche ed analisi di routine, ricevendo direttamente la terapia adeguata .
2. Mantenimento degli ambulatori per visite specialistiche che preservino i servizi attualmente erogati dai presidi ospedalieri (cardiologia, ortopedia, oculistica, ginecologia…), con la possibilità di individuare anche altre specialità. Per assicurare ciò è mantenuto il Centro di prenotazione, collegato ai presidi limitrofi, la Diagnostica per Immagini, sulla base delle apparecchiature già presenti nella struttura, il punto prelievo e servizio per la gestione delle urgenze.
3. Mantenimento/istituzione di un centro multidisciplinare di Chirurgia ambulatoriale e day surgery – one day surgery con posti letto (DH) funzionanti in H 12 e sale operatorie funzionanti in H. 12 per il trattamento dei casi chirurgici che non necessitano di ricovero ordinario.
4. Creazione di un Presidio dei Medici di continuità assistenziale per le ore notturne con una osservazione breve intensiva (max 36 ore) per i casi da stabilizzare e trasferire in struttura più complessa.
5. Istituzione di posti letto di riabilitazione, o lungodegenza post acuzie, o RSA con collegamento con le strutture limitrofe pubbliche e private e con il territorio.
6. Hospice
7. Istituzione della figura di un medico coordinatore delle cure con il compito di favorire l’integrazione con i servizi territoriali ed in particolare con il settore sociale per l’erogazione ed il coordinamento delle prestazioni socio-sanitarie.
8. Tali strutture mantengono servizi amministrativi per l’accettazione dei pazienti ed un servizio di gestione dei sistemi informativi che realizzi il monitoraggio gestionale e l’integrazione con la rete informatica regionale.
9. Riduzione di unità operative duplicate nella medesima disciplina o attività.
10. Accorpamento di unità operative di specialità differenti, ma assimilabili per area (medica-chirurgica) o per intensità di cura (elevata, media assistenza, assistenza di base), per evitare la frammentazione delle unità operative con dotazione di posti letto inferiori a soglie di efficienza ragionevoli, in relazione alla tipologia di attività svolta.
Viene poi specificato che “la chiusura dei 300 posti letto avverrà entro il 31 dicembre 2010”, riferendosi al taglio dei posti letto ospedalieri di cui anche questa riorganizzazione è frutto. Inoltre, c’è un piccolo passaggio da non sottovalutare : “Le linee guida regionali per la definizione dei parametri di individuazione delle unità operative complesse, unità operative semplici, nonché delle posizioni organizzative di coordinamento sono attualmente in corso di elaborazione e saranno emanate con apposito decreto del Commissario ad Acta entro il 31 maggio 2010”: praticamente, già è stato emanato il decreto che fissa i famosi criteri di cui ai punti 9 e 10, che dovranno dire se Agnone ha ancora o non ha i numeri per una Divisione Chirurgica e una Medica…, fatto molto importante, come si vedrà nell’analisi del Decreto 19.
Nel decreto, poi, all’obiettivo 2, si istituiscono 120 posti di RSA per Venafro, Larino ed Agnone, ripartite nella misura di 40 per stabilimento. Si tratta di posti non ospedalieri, che nulla hanno a che fare con l’attività ospedaliera. Tale intervento consentirebbe, da una parte, di utilizzare il personale sanitario in esubero nella struttura riconfigurata e dall’altro di operare un risparmio, perché la tariffa prevista giornaliera per tali posti è di €. 58, poiché deve essere integrata dalla retta alberghiera, a carico degli assistiti o dei comuni, con possibilità di ricavi per l’ASREM.
Il tutto dovrà essere contemperato nello specifico nell’Atto Aziendale, da adottare entro il 30 giugno 2010.
Fin qui il Decreto 17, che lascia intendere cosa avverrà in prospettiva. Nel Decreto 19, a firma Iorio-Mastrobuono, si afferma:
“La riduzione prevista, dunque, comprende la riconversione dei P.O. di ridotte dimensioni quali Venafro, Larino ed Agnone ed è finalizzata a promuovere il passaggio dal ricovero ordinario a quello diurno e da questo al regime ambulatoriale, nonché il potenziamento di istituti quali il day service e la chirurgia ambulatoriale”
Più sotto si trova per il Caracciolo la seguente formulazione :
“ Presidio Ospedaliero di Isernia, sede di DEA di Primo Livello, costituito dagli stabilimenti ospedalieri “A.Veneziale” di Isernia, “SS.Rosario di Venafro” e “F.Caracciolo” di Agnone… Presso lo stabilimento di Agnone sono assicurate le attività di Chirurgia Generale in regime di day surgery e chirurgia ambulatoriale, Medicina Generale, Lungodegenza, Ginecologia, e viene implementato un punto di Primo Soccorso dotato di breve osservazione, nonché mantenuti i Servizi di supporto alle attività ospedaliere (Anestesia e rianimazione, Radiologia, Laboratorio Analisi ecc.). Per quanto riguarda l’Ostetricia, sono garantite le attività di monitoraggio delle gravidanze, ma, indubbiamente la concentrazione dei parti avverrà presso il Presidio di Isernia, considerato che un ospedale con un numero elevato di prestazioni ostetriche rappresenta un’adeguata garanzia per le donne molisane”.
Quello che sorprende, è che mentre per Venafro e Larino si menziona la RSA, per Agnone qui non c’è traccia di RSA. Da questa descrizione si configura uno stabilimento ospedaliero di un certo tipo, veramente ridottissimo. Allora, Discorso chiuso per Agnone? Neanche per sogno, perché il capoverso successivo recita:
“Nell’allegato piano di ristrutturazione ospedaliera sono delineate le linee di sviluppo principali del riassetto, demandando a successivo piano operativo aziendale la puntuale realizzazione dello stesso, l’organizzazione dei servizi di supporto alle attività ospedaliere (UU.OO.CC., di Radiodiagnostica, Anestesia e Rianimazione, Laboratorio Analisi) nonché la riallocazione delle risorse umane e strumentali all’interno della rete…”.
Andando al piano di ristrutturazione ospedaliera allegato, viene evidenziata una situazione relativa al 2009 non esaltante: su 5005 dimessi, il 75,2% regionale e il 24,2% extraregionale, ben il 54,3% dei casi trattati è relativo a DRG a rischio in appropriatezza, e solo lo 0.7% è riferibile a DRG ad Alta Complessità, con il 97% di DRG erogati relativi alla fascia bassa/medio-bassa, con tasso di occupazione pari ad appena il 70%. Una eccellenza che non c’è, o che annega in mezzo a tanta attività di base. Andando alla tabella di riconversione, si evidenzia invece una situazione stranissima secondo questa tabella:
POSTI LETTO ORDINARI DAY HOSPITAL o S. RIABILITAZIONE
Chirugici 4 8
Medici 10 6
Ostetricia e Ginecologia 4 2
Astanteria (Osservaz.) 2
Lungodenza 14
TOTALI 20 16 14
Poi, però la nota allegata precisa :
1. Che gli 8 D.S. chirurgici sono 4 chirurgici e 4 ORL, Oculistici, Ortopedici e Ostetrici
2. Che i 6 D.H. medici sono di Medicina, Reumatologia e Pediatria
3. Che l’Ostetricia – Ginecologia ha 4 posti letto ordinari e 1 posto letto in D.H./D.S.
4. Che i 40 posti letto persi rispetto ai 90 attuali sono da riconvertire in RSA.
Da tutto questo si evince una situazione stranissima : nella Tabella riappare l’Ostetricia, comunque non il punto nascite: evidentemente solo per il monitoraggio delle gravidanze (minacce d’aborto, gravidanze ectopiche, emorragie, ecc. ).
Secondo la tabella, la Divisione Chirurgica dovrebbe contare, accorpando Chirurgia, Ginecologia e Ostetricia, su 8 posti letto ordinari e 9-10 DH. ; sarebbero possibili gli interventi chirurgici e ostetrico-ginecologici attualmente svolti; garantiti quelli Oculistici, ORL e Ortopedici in Day surgery, garantita, tutto sommato , l’attività della Medicina.
Qui sorge un problema : con 8 posti letto Ordinari la Divisione Chirurgica può esistere ?
Comunque l’anestesia e rianimazione opera in h.12, e l’urgenza notturna interna deve essere gestita con pericolo dalla guardia medica divisionale, senza poter contare sul collega rianimatore, con i rischi legali del caso. E’ prevista la reperibilità notturna degli anestesisti ? Altrimenti, i pericoli per i pazienti sono elevatissimi.
Allora, sperando che i criteri adottati entro il 31 maggio 2010 dal Commissario ad Acta per le UU.OO.CC. e per le Attività Organizzative non penalizzino ulteriormente, rimane solo l’Atto Aziendale che può correggere le storture di questo piano e far per adesso “sopravvivere” una struttura decente.
Per tale motivo, questo Ufficio per la Pastorale della Salute, conscio che questo ridimensionamento del Caracciolo costituisce la fine della possibilità di riscatto del territorio di gran parte la Diocesi di Trivento, per l’ultima volta, con grande amarezza, delusione e forse rabbia per l’impotenza, esprimendo la sua palese irritazione, consiglia caldamente, ma nervosamente, il Sindaco di Agnone, l’Assessore Franco Giorgio Marinelli, il Commissario ad Acta Michele Iorio, che per quanto di competenza a difesa e tutela delle popolazioni alto molisane, dell’alto vastese e del triventino siano previsti nell’Atto Aziendale i seguenti punti non negoziabili:
1. La creazione di una Divisione Chirurgica comprensiva di Chirurgia Generale, Ostetricia e Ginecologia, ORL, Ortopedia, Oculistica con 8 posti letto ordinari e 8 day surgery, con posti indistinti, e a cui accorpare n. 7 posti di lungodegenza (in linea teorica).
2. La creazione di una Divisione Medica comprensiva di Cardiologia, Diabetologia, Reumatologia, Pediatria, Dialisi, con 10 posti letto ordinari, 6 day hospital, con posti indistinti, e a cui accorpare n. 7 posti di lungodegenza (in linea teorica).
3. La creazione di un unico reparto ospedaliero, comprendente le 2 divisioni, con personale infermieristico adeguato.
4. Il mantenimento dei servizi di Anestesia e Rianimazione, Laboratorio Analisi e Radiologia h 24.
5. Il mantenimento degli ambulatori nelle modalità esistenti.
6. Il mantenimento di un punto nascita di primo livello, secondo il DM 24 aprile 2000, con posti letto tecnici (culle).
7. La RSA di 40 posti letto.
Ovviamente, questa è l’ultima resistenza prima della caduta, perché la sorte del Caracciolo, dell’Alto Molise con Agnone in testa e di questo intero polmone della Diocesi è segnata se poi non si interverrà con altre forme e metodi, tuttavia essa deve consentire di avere a disposizione almeno 8-12 mesi di tempo per porre in atto strade alternative, che a questo punto passano o attraverso la costituzione di una seria Fondazione Pro Caracciolo che doti l’ospedale dell’ammodernamento dei macchinari radiologici, l’acquisto di una nuova TAC e della risonanza magnetica, la creazione di qualche posto di rianimazione, la possibilità di inserire personale tecnico e medico qualificato per garantire il funzionamento di tutti i nuovi presidi, e fare convenzioni con specialisti di richiamo, o attraverso una nuova struttura privato-pubblica che assicuri il decollo verso un presidio realmente presidio, oppure dare la possibilità anche alla Chiesa Locale di tentare attraverso il Vescovo di Trivento, che, se l’idea dovesse decollare, sarà sollecitato da quest’ufficio ad incontrare Don Verzè per ispezionare la possibilità che il San Raffaele rilevi la struttura e ne faccia qualcosa di utile. Non fare nulla, invece, equivale a morte certa nel giro di qualche mese, al più un anno.
IL DIRETTORE UPS
(Don Francesco Martino)